Un risveglio targato Usa di Renato Cantoni

Un risveglio targato Usa Un risveglio targato Usa Il 1984 non poteva incominciare sotto migliori auspici per la Borsa. In due settimane il rialzo è staio spettacolare, pari a quasi l'intero anno borsistico 1983. Basti qualche cifra: il ciclo operativo di gennaio, ormai agli sgoccioli (terminerà domani), ha segnato +15,56*; da un anno all'altro il rialzo è del 27,86"V. mentre manca ancora un piccolo progresso (1,21%) per eguagliare il massimo dell'anno scorso toccato il 21 marzo. Ce n'è a sufficienza per giustificare il clamore che questo fenomeno ha suscitato negli ambienti finanziari c sulle pagine economiche dei quotidiani. La sorpresa per i risparmiatori è stata grande. Non si capisce come, in un momento difficile per il Paese, soprattutto sotto il profilo congiunturale, il mercato s'infiammi in tale misura e così rapidamente. La cosa invece non deve meravigliare. Dopo la batosta del giugno 1981 gli investitori erano rimasti quasi totalmente assenti dalla Borsa. Nel frattempo l'inflazione scendeva sensibilmente in tutti i Paesi industriali creando le premesse per una ripresa economica. A dare il segnale di partenza è stata l'America e tutti i mercati azionari hanno invertito la tendenza mettendo a segno guadagni consistenti. 11 movimento si è allargato a macchia d'olio e gli investitori stranieri si sono accorti che anche in Italia vi erano buone occa-. sioni di impiego, soprattutto nel comparto dei valori industriali. Sono stati cosi assorbiti cospicui quantitativi di Fiat, Olivetti, Monlcdison e, in misura minore, di Carlo Erba-Farmitalia, Pirelli Sp.i, Sui a Bpd. A poco a poco anche gli italiani -hanno seguitoli movimento a cominciare dai fondi di investimento lussemburghesi che nel 1983 hanno continuato a raccogliere sottoscrizioni imponenti. Il ritorno della borsa italiana nel club internazionale ha mutato — come già avvenne nel lontano 1959 — ogni termine di calcolo. Ciò che sembrava sopravvalutato per noi non lo era per gli analisti stranieri e così i nostri titoli più importanti hanno notevolmente progredito. Alcune spettacolari operazioni, come la costituzione dell'Erbamont e l'accordo Olivetli-At&t. hanno aperto ai nostri valori il mercato statum'tense e gli esperti conoscono bene gli esplosivi riflessi sulle quotazioni quando il gigante americano si mette in movimento. A lungo andare era logico attendersi un coinvolgimento degli speculatori e degli investitori nazionali. Come al solito il comparto dei premi e stato il primo a ricevere l'ondata degli operatori differenziali. L'interesse si e esteso a un grande numero di titoli con effetti moltiplicatori sulla Borsa. I contratti in scadenza, per la prima volta da molti mesi a questa parte, sono stati totalmente ritirati con immediate ripercussioni tecniche, in quan'.o gli specialisti sono stati costretti ad acquistare il materiale mancante. La grande abbondanza di denaro disponibile ha facilitato la Borsa nella sua corsa al recupero. Gli scambi si sono infittiti sino a raggiungere quantitativi tripli o quadrupli rispetto a quelli rilevati nel corso del 1983. Rispetto al biennio ruggente 1980-81 la situazione di fondo e comunque ben diversa. Allora erano stati i bancari e gli assicurativi e i valori patrimoniali in genere a capeggiare il movimento rialzista; ora le preferenze dei compratori sono originate ia opportune analisi di bilancio e dalla speranza che per qualche grande azienda sia giunto il tanto ■ atteso momento della ripresa dopo un lungo periodo di quarantena c di ristrutturazioni. Vi è poi una novità positiva: gli operatori e gli investitori hanno finalmente allargato le loro iniziative che per molti anni erano state concentrate sulle azioni ordinarie nella speranza — spesso illusoria — di ricavare guadagni in capitale a seguito di manovre speculative di largo raggio e di «scalate». Per la prima volta ora sono alla-ribalta anche-le azioni di risparmio che cra: ho nate sotto il totale disinteresse della Borsa. Ciò è principalmente dovuto alla progettata quotazione proprio delle azioni di risparmio Olivetti a Wall Street e alle ripetute voci di un'imposta patrimoniale sulle grandi fortune che non potrebbe colpire le azioni al portatore, caratteristica principale delle azioni di risparmio. Se a Wall Street dovessero essere quotati titoli di questo tipo potremmo assistere a un vero boom di questi valori, permettendo grandi possibilità di rifornimento di capitali per le imprese. 11 non lontano arrivo dei fondi di investimento nazionali dovrebbe poi dare ulteriore impulso al fenomeno. Renato Cantoni

Persone citate: Carlo Erba, Olivetti

Luoghi citati: America, Italia, Usa