Rubarono a Budapest tele di Raffaello tre catturati in Italia, due latitanti

Rubarono a Budapest tele di Raffaello tre catturati in Italia, due latitanti Un dipinto recuperato, gli altri sarebbero nelle mani di un greco Rubarono a Budapest tele di Raffaello tre catturati in Italia, due latitanti ROMA — Tre arresti e un Raffaello recuperato: altre sei tele, tutti capolavori del Rinascimento italiano, per un valore di cinquanta miliardi, sarebbero nelle mani di un famoso commerciante greco. Le indagini, affidate al sostituto procuratore della Repubblica di Roma, Giorgio Santacroce, dopo il clamoroso furto avvenuto al Museo delle Belle arti di Budapest nella notte tra il 5 e il 6 novembre scorsi, hanno portato ben prestò — grazie alla collaborazione del'Interpol, del Nucleo carabinieri addetti al patrimonio artistico e alla polizia ungherese — alla identificazione di dicci malviventi: cinque italiani e cinque di Budapest. Il 6 gennaio, il primo arresto: a Reggio Emilia è stalo catturato Giacomo Morini; altri due nei giorni immediatamente successivi; altri due ancora sono latitanti. Si conoscono due nomi: Ivano Scianti, 39 anni, residente a Reggio Emilia, e Oraziano lori, 32 anni, residente in provincia. Giacomo Morini, ora detenuto nel carcere romano di Rebibbia, ha confessato confermando quanto già era stato scoperto dagli Inquirenti. 1 contatti con le autorità di polizia ungheresi, si erano intensificati poco prima di Natale: in un vertice presieduto dal giudice Santacroce, e'al quale, presero parte responsabili dell'Interpol, il colonnello del carabinieri Pasquale De Amicis, e funzionari della polizia magiara, era stata ricostruita l'impresa del ladri Oltre all'identificazione dei malviventi, sulla base anche di alcune testimonianze, gli inquirenti avevano definito anche i ruoli ricoperti da ciascuno. I sette dipinti (due Raffaello, un Giorgione, due Giovanbattista Tiepolo e due Tintoretto) con una lametta erano stati asportati dalle cornici, e affidati poi a cinque ungheresi che evidentemente erano già da tempo in contatto con la banda italiana, costituita da romani ed emiliani. Uno soltanto, un Raffaello, è stato recuperato sulla base di indicazione di confidenti della polizia ungherese in un casino di caccia nella campagna attorno a Budapest. Le altre sei tele sarebbero invece state consegnate ad un miliardario greco molto conosciuto. Gli inquirenti non sono ancora riusciti a stabilire con esattezza se il furto è stato commissionato dal miliardario greco o se, invece, egli abbia acquistato i preziosi quadri per conto di terzi. Alla fine di gennaio il giudice Giorgio Santacroce si recherà ad Atene per interrogarlo. Da alcuni giorni, infatti, la magistratura italiana, tramite l'Interpol, ha già preso accordi con le autorità greche. L'inchiesta di Santacroce, dunque, si sposterà in Grecia, dove si s])cra di poter recuperare le tele che ancora mancano all'appello. Il magistrato già da tempo seguiva da Roma una maxi-Inchiesta sul furti d'arte e sul mercato clandestino di opere d'arte che, secondo un voluminoso rapporto dei curabinterl del nucleo patrimonio artistico avrebbe come centro Roma e come terminali i mercati di Londra e New York. Oggi gli inquii-enti, durante una conferenza stampa alla quale forse prenderà parte il ministro dei Beni Culturali, il de Nino Gullotti, spiegheranno con maggiori dettagli i particolari dell'operazione, r. r.