L'appello in Vaticano a diplomatici di 108 Paesi di Marco Tosatti
L'appello in Vaticano a diplomatici di 108 Paesi L'appello in Vaticano a diplomatici di 108 Paesi CITTA' DEL VATICANO — Il dialogo fra Est e Ovest per scongiurare le possibilità di una guerra nucleare deve riprendere al più presto: l'ha detto Giovanni Paolo II ieri davanti ai rappresentanti diplomatici dei 108 Paesi che hanno rapporti ufficiali con 11 Vaticano. Fra di loro, in un impeccabile completo blu, c'era William Wilson, il futuro ambasciatore degli Stati Uniti presso la Santa Sede. •Non c'è una giornata da perdere — ha detto Giovanni Paolo II, alzando il tono di voce con cui aveva pronunciato fino a quel momento 11 tradizionale discorso d'inizio d'anno ai diplomatici —. Siamo convinti che là ci sia un grave compito per tutte le parti coinvolte, e se qualcuno volesse sottrarsi alla necessità di tali negoziati, incorrerebbe in una grande responsabilità davanti all'umanità e alla storia». Il Papa coglie d'abitudine l'occasione dell'Incontro con i diplomatici accreditati in Vaticano per presentare un giro d'orizzonte mondiale, così come lo si vede al di là del portone di bronzo. Molti i Paesi citati esplicitamente dal pontefice, primo fra tutti la Namibia, che attende «impazientemente l'indipendenza». Come già l'anno scorso, U Papa si è augurato che 11 popolo palestinese possa «disporre di una patria»: è questa, secondo il pontefice, condizione essenziale per la pace e la giustizia In Medio Oriente, purché sia garantita la sicurezza d'Israele e di tutti I popoli della zona. Le preoccupazioni della Santa Sede non si limitano al livello generale di tensione («carica di minacce: è un fatto che 1 popoli coinvolti si sentono inquieti»), ma abbracciano anche aree in un certo senso «dimenticate» dall'opinione pubblica: Cambogia, parecchie regioni dell'Africa, l'Afghanistan, Il Libano, l'America Centrale sono stati ricordati da Giovanni Paolo II, cosi come la guerra fra Iran e Iraq. Né poteva mancare un altro «leit-motiv» dell'offensiva di pace vaticana, che sta affiancandosi con sempre maggiore insistenza al tema della guerra nucleare, e cioè il divario di risorse fra Nord e Sud del mondo. Per il contrasto fra i due emisferi—ha ricordato il Papa — sono in gioco «la vita, la sopravvivenza di popoli interi bloccati nel sottosviluppo». E in contrasto sempre più clamoroso, «somme favolose aumentano I potenziali di armamento e spesso la paura». Marco Tosatti
Persone citate: Giovanni Paolo Ii, William Wilson
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