Processo Chinnici, un avvocato si dimette «Sono vittima dei mezzi d'informazione» di Guido Rampoldi

Processo Chinnici, un avvocato si dimette «Sono vittima dei mezzi d'informazione» A Caltanissetta il difensore di Scarpisi rinuncia all'incarico Processo Chinnici, un avvocato si dimette «Sono vittima dei mezzi d'informazione» DAL NOSTRO INVIATO CALTANISSETTA "— L' aula del processo per l'assassinio del giudice Chinnici acquista un imputato e perde un dliensore. Il libanese, Ghassan Bou Chebel, accusato della strage che preannunciò, in una lettera alla giuria si dichiara -disposto a' comparire avanti questa eccellentissima Certe-, che finora non l'ha mai visto in faccia; l'avV. Marco Clementi abbandona la difesa di Pietro Scarplsl denunciando di aver subito «un proditorio attacco da parte dei mezzi d'informazione-. Due dichiarazioni e molte polemiche hanno movimentato l'udienza di ieri. • Il nome di Clementi era apparso giovedì in uno dei reperti dissigillati ed esaminati in aula: una lettera di un detenuto dell'Ucciardone.'lnvlatn a Scarpisi otto mesi prima della strage. Si legge verso la fine: «Fammi avere due coltellini con ClementU. Quel passaggio aveva suscitato sorpresa, e anche l'attenzicne del pubblico ministero. Clementi non era in aula. VI è apparso Ieri e in apertura dell'udienza ha letto una dichiarazione. Accuse al mezzi d'informazione, che avevano riportato la notizia. Proclamazione d'innocenza: «Ho conosciuto stamane per la prima volta il contenuto.della lettera-. Un buffo lapsus, -clima di caccio, all'autore» invece che -caccia all'untore». Ed infine il grande gesto: -Il fatto non mi tocca né mi impedisce di svolgere con serenità il mio compito», tuttavia quello che è avvenuto -mi dà un senso di dolore e di amarezza-, per cui -signor Presidente, la prego di prendere atto delle mie dimissioni dali'incarico di difendere Pietro Scarpisi-. Clementi ha avuto la solidarietà di alcuni legali, la censura di altri: un quarto d' ora molto animato. La storia del «coltellini» che dovevano entrare all'Ucciardone è stata pubblicizzata per scandalismo oppure meritava la citazione? Il presidente della corte ha dato una risposta implicita. Verbalizzando le dimissioni di Clementi ha dettato al cancelliere: -Essendo emerso un fatto che potrebbe avere rilevanza penale...». Era l'annuncio che la lettera in cui si parla di Clementi sarebbe stata consegnata alla Procura di Palermo, per le indagini. A quel punto l'avv. Veneto, anche lui difensore di Scarplsl, e l'avv. Mammana, legale dell'altro imputato Vincenzo Rabito, si sono schierati dalla parte di Clementi con grande teatralità. Veneto si è calato sulle spalle la toga dell'avvo- ...ii . ht»>liJiviJiia 1 cato uscito dall'aula e dal processo -per sottolineare V unità fisica e spirituale» che ló legava al collega. Poi ha lamentato -il tono compiaciuto» con cui un notiziario nazionale aveva dato notizia della storia dei «coltellini» (ma più tardi ha fatto ammenda, precisando che alludeva al .compiacimento che la notizia avrebbe potuto creare nel pubblico»). Quindi l'avv. Mammana ha puntato platealmente l'indice-contro i banchi della stampa gridando di «scorrettezza». L'ha rimbeccato l'avv. Tarsltano, legale di parte civile: «Poco fa per pena e commiserazione nei confronti di altri non siamo intervenuti, ma si sappia die non condividiamo la concezione deontologica che qui abbiamo ascoltato e se voi ci provocate metteremo i puntini sulle i». Insomma, quasi un parapiglia. Il ritmo blando dell'udienza ha raffreddato la temperatura di quest'esordio. La Corte s'è riunita in camera di consiglio per decidere su alcune richieste istruttorie; non c'è stato 11 tempo per tornare ad interrogare l'imputato Rabito; è stata data lettura In aula della lettera1 Inviata da) carcere di Caltanissetta da Chebel. Il libanese annuncia di voler comparire in aula per dare le spiegazioni che gli saranno chieste ma chiede almeno di poter riavere i vestiti: da sci mesi gli unici abiti di cui dispone sono due tute da ginnàstica. Chebel poi lamenta -la grave condizione di disagio» in cui si trova, -il lungo isolamento aggravato dal fatto die per disposizione dèi giudici di Milano mi è vietato di colloquiare telefonicamente con i miei familiari residenti in Libano». -Faccio presente — prosegue — che dal 7nese di luglio non ho notizie dei miei familiari e in questo momento drammatico per il mio Paese desidero sa pere se sono vivi e sentire come stormo». Il presidente della corte non si oppone a queste ri chieste; finora, invece, si è sempre opposta la procura di Milano, presso la quale l'informatore libanese è imputato per traffici di armi e di droga. Il «no» del p.m. milanese ad esigenze elementari risulta poco comprensibile al legali di Chebel. Guido Rampoldi

Luoghi citati: Caltanissetta, Libano, Milano, Scarpisi, Veneto