Carlos, il killer che viene dal caldo di Aldo Rizzo

Carlos, il killer che viene dal calde Il più temibile, sanguinario e misterioso terrorista internazionale sarebbe ora al servizio della «rivoluzione islamica» Carlos, il killer che viene dal calde lìich Ramirez Sanchez (questo il suo vero nome), 34 anni, ha rivendicato le bombe di Capodanno in Francia dopo un lungo periodo di silenzio - Negli Anni Settanta organizzò gh' attentati più clamorosi: dagli attacchi contro aerei israeliani a Orly e Fiumicino al rapimento dei ministri arabi del petrolio riuniti a Vienna - Rivoluzionario di professione o sicario agli ordini del miglior offerente? Ritorna in Europa, col nome di «Carlos», l'ombra del grande terrorismo interna-1 zionale E' lui il «braccio europeo» ilei nuovo fanatismo islamico, l'uomo che «punisce» la Francia per il raid contro gli soliti di Baalbeck, nel Libano, e la posizione anti-iraniana nella guerra del Golfo? Se è aua la lettera alla France Presse di Berlino, di rivendicazione del morti sul treni, come mostrano di credere 1 servizi francesi e tedeschi, riaffiora un passato che sembrava finito, con l'appendice dei sospetti inquietanti su connessioni e «santuari». Carlos fu l'«eroe nagativo» degli Anni Settanta, il protagonista-simbolo del «decennio nero». Un fanatico della rivoluzione mondiale, secondo alcuni, un puro killer, un supersicario al servizio del migliore offerente, secondo altri. Certo 11 pia autentico terrorista di professione; difficile poi dire quanto c'entrasse l'ideologia (nel senso, o nella scia, di quei «rivoluzionari di professione» di marca leninista, ma dei quali già Tocqueville aveva intravisto la nascita fra certi astratti furori della Rivoluzione francese) e quanto un gusto macabro di violenza e di morte. «No, no, non sono un assas- sino professionista, non è facile sparare a qualcuno negli occhi mentre è II die ti guarda, specialmente se è la quarta persona che uccidi in meno di dieci secondi...». Cosi si schermi, diciamo, rispondendo a un giornalista del settimanale arabo di Parigi alWatan ai-Arabi, in quella che è, credo, la sua unica intervi- sta, quattro anni fa. L'episodio cui si riferiva si era svolto nell'estate del 1975, in un appartamento di rue Toullier, nel Quartiere Latino. Carlos vi si era trasferito da Londra, prendendo 11 posto del comunista algerino Moharnmed Boudia, come coordinatore delle attività terroristiche europee organizzate a Aden da Wadl Haddad, il braccio destro di George Habash nel più estremista del gruppi palestinesi. Da 11 aveva diretto il sequestro di ebrei sovietici in transito in Austria (ottenendo da Kreisky la chiusura del centro di smistamento di SchOnau) l'assalto di terroristi giapponesi all'ambasciata francese all'Aia (seguito dal lancio di una granata nell'affollato «drugstore» di SalntGennain-des-Prés), gli attentati con bazooka e missili contro aerei della El Al a Orly e a Fiumicino. Ma la po: lizia francese sapeva poco o niente sul suo conto. Quella sera d'estate del 1975, gli agenti bussarono alla sua porta portandosi dietro il libanese Michel Moukarbal, 11 suo più diretto collaboratore, fermato all'aero porto. Una perquisizione di «routine», o 11 libanese aveva tradito? Nell'incertezza, Carlos estrasse la pistola e sparò in testa al tre agenti, prima di prendere la mira degli occhi di Michel. Il tutto, appunto, in dieci secondi. I dati rinvenuti sull'agenda del terrorista ucciso permisero al servizi francesi di smantellare la rete di Carlos, ma lui fece in tempo a fuggire indisturbato a Londra. Da 11, pare, in Algeria e in Libia. Poteva sembrare un uomo bruciato. Ma, pochi mesi dopo, ricompariva a Vienna pei la più spettacolare delle sue azioni. 11 sequestro del ministri del petrolio nel palazzo dell'Opec. Era il 21 dicembre. Carlos arrivò nella Vienna pi enatalizia con due tedeschi, due libanesi e un palestinese, fecero compere, poi con le borse a dia a s pienedi armi si diressero in tram verso la sede dell'Opec. Li lasciarono incredibilmente entrare, loro comunque uccisero tre guardie all'interno, una Carlos personalmente, e col loro seguito di ministri s' involarono su un «Boeing» austriaco per Algeri, fra proclami in favore della rivoluzione araba. Prima di essere liberato, il ministro saudita Yamani passò molte ore a parlare con Carlos e riferì poi certe sue impressioni. Secondo lo sceicco, Carlos non era un comunista convinto e neppure si sentiva particolarmente coinvolto nella lotta dei pale¬ stinesi, inseguiva piuttosto il mito di una rivoluzione permanente, di tipo maoista o guevarlsta. Lui però, nell'intervista al giornale arabo di Parigi, si dichiarò per niente interessato al contrasti tra Mosca e Pechino, l'importante, disse, è che si combatta comunque il capitalismo. Claire Sterllng, nel suo libroinchiesta sul terrorismo (La trama del terrore, Mondadori), non esclude legami specifici col Kgb, e cosi L'Express di Parigi. Chissà. Di certo Carlos viene da una famiglia di comunisti venezuelani, il padre ricco ma fanatico di Lenin (1 tre figli chiamati Vladimir, addirittura Lenin, e lui, Carlos, ilioh: il suo vero nome è Ilich Ramirez Sanchez). Nel 1968, diciannovenne, è a Mosca, all'università Patrice Lumumba, dalla quale è espulso «per indisciplina»; ma non è espulso, stranamente, dall' Urss, dove anzi ritorna. E' a Mosca, comunque, che Incontra Boudia, l'algerino che lo accredita presso Habash e Haddad. Dopo l'operazione Opec, nei secondi Anni Settanta, Carlos esce praticamente di scena. Vive, dicono, in Libia, in una villa-bunker messagli a disposizione da Gheddafi. (Potendo, fors'anche per 1' educazione familiare, ama la vita confortevole o addirittura raffinata. A Londra, dove viveva anche la madre, frequentava i migliori salotti del West End. Col compagno tedesco Klein, come questi ha raccontato in un'intervista a Der Spiegel, disquisiva sulla •■sottile differenza che c'è tra il caviale Malassol e il Beluga». Molte donne: a Parigi, prima di essere scoperto, aveva quattro relazioni contemporaneamente, secondo quanto accertò la polizia). Il suo nome ricompare negli Stati Uniti nel 1981, quando si sparge il timore e quasi la psicosi dell'arrivo di killer libici. Un anno dopo, «firma», di nuovo in Francia, l'attentato al treno Parigi-Tolosa (cinque morti e venttsel feri-., ti). Era appena scaduto un suo «ultimatum» al ministro dell'Interno, Defferre, perché rilasciasse due terroristi arrestati. E ora le bombe di Capodanno alla stazione di Marsiglia e sul rapido Parigi-Lione, la pretesa di vendicare I morti sciiti di Baalbeck. E' l'estremismo khomelnista il nuovo «padrone» di Carlos, o la «bandiera» dei suol nuovi delitti? E' possibile, o almeno questa è l'Ipotesi su cui si lavora fra 1 servizi di sicurezza europei e occidentali. Del resto, già agli esordi del nuovo regime iraniano, fu annunciato nella stessa Teheran che egli aveva avuto l'Incarico di uccidere la famiglia Imperiale fuggita nel Messico. Certo che, se non è vero, è molto verosimile. Il khomelnismo è il nuovo arrivato sulla scena dei movimenti fideistici e fanatizzanti, mentre altri estremismi indietreggiano, compreso quello palestinese. Dunque «lavoro» per Carlos, se è un mercenario, o un'altra occasione di guerra «politica», se è, a suo modo, un rivoluzionarlo. Può darsi che sia una cosa e l'altra: il fine, in ogni caso, è colpire 1 Paesi occidentali, destabilizzare dove è possibile. E allora la rete delle sue relazioni e delle sue coperture è anche più ampia, probabilmente, benché misteriosa e insondabile, non meno del personaggio. Aldo Rizzo