Kissinger: il dialogo tra Usa e Urss va affidato a due super-ambasciatori di Renato Proni

ssinger: il dialogo tra Usa e Urss affidato a due super-ambasciatori H L'ex segretario di Stato a Bruxelles lancia una proposta ai Grandi ssinger: il dialogo tra Usa e Urss affidato a due super-ambasciatori H 3Tro corrispondente dal nostro corrispondente BRUXELLES — Alla Conferenza sui problemi di politica estera, organizzata a Palazzo d'Egmont dal «Centro per gli studi strategici e intemazionali» dell'Università di Washington, Henry Kissinger ha proposto che le due superpotenze inizino una discussione filosofica sulla globalità dei loro rapporti, nominando ciascuna un rappresentante straordinario del proprio Presidente. Rispondendo ai giornalisti, l'ex segretario di Stato ha detto che. per quanto riguarda gli Stati Uniti, egli non pensa di essere adatto a questo ruolo di emissario speciale perché 1' opinione pubblica americana sarebbe ostile alla sua nomina. Kissinger ha proposto «un serio dialogo politico- tra 1' Urss e gli Stati Uniti, staccato dai problemi pratici e dal conteggio, per esemplo, delle testate nucleari. La nomina di due altissimi personaggi che godano la fiducia dei Presidenti dell'Urss e degli Usa servirebbe, secondo Kissinger, a sbloccare l'attuale impasse nelle relazioni bipolari e sarebbe più utile di un vertice tra Reagan e Andropov. L'idea è tipicamente kissingerlana e fonti americane, ieri sera, l'hanno accolta con molta cautela. AU'Urss, Kissinger ha po¬ 1 sto questo originale quesito. I sto questo originale quesito, sulla base della sua nota teo ria del linkage, o collegamento, tra i vari problemi e scacchieri internazionali: «Vuole essere un Paese o una causa?-. Agli europei, sullo scarso Impegno dei quali in politica estera Kissinger s'è soffermato spesso nel suo discorso di venti cartelle, ha rivolto questo invito: -E' ora che i nostri alleati europei abbandonino la sceneggiata che il loro principale obiettivo di politica estera sia quello di moderare l'intransigenza dell'America, un ruolo più adatto ai Paesi neutrali che a quelli alleati-. Con tutto ciò, Kissinger ha dichiarato ai giornalisti di sentire -una ne- cessità pslcologicai> dell'Euro-cessità psicologica» dell'Euro pa per la quale ha confermato Il suo totale impegno. Per l'Italia, Kissinger, su domanda relativa, ha questo messaggio: -Sono un grande ammiratore del presidente Pertini. E' stato un mio privilegio incontrarlo più volte. E' un uomo eccezionale. Certamente, io approverei la sua scelta come Premio Nobel per la pace-. Per il resto, Kissinger è apparso in forma dell'elaborare con nuove parole le sue vecchie idee: la necessità di non basarsi troppo sul negoziato per il controllo delle armi atomiche ma di integrarlo con un dialogo politico e una strategia globale verso l'Urss. Kissinger ha detto che, nonostante tutto, un miglioramento dei rapporti con l'Est non sarà possibile. Tuttavia, ha aggiunto che un accordo, sia pure limitato, tra Mosca e Washington potrebbe avvenire prima dell'estate prossima perché il Cremlino potrebbe voler desiderare di evitare di dover trattare con un presidente americano, Reagan, appena rieletto. Kissinger ha anche tracciato la storia del negoziato sulle armi a medio raggio e ha concluso dicendo che l'Europa deve accettare, alla fine, un certo numero di missili atomici americani perché sia -1 stabilito un legame indissolu- u o e e E' a er e n o mi o a stabilito un legame-indissolubile tra la difesa del Vecchio Continente e quella degli Stati Uniti. L'ex segretario di Stato ha anche ammesso che le armi atomiche inglesi e francesi dovranno essere conteggiate nel negoziato Start sul sistemi strategici, che secondo lui potrebbe essere amalgamato con quello sugli euromissili. Infine, Kissinger ha detto che la Nato non deve abbandonare la possibilità teorica di fare ricorso per prima alle armi nucleari, in caso di aggressione sovietica, ma che deve potenziare le sue difese convenzionali In modo che tale mossa disperata non avvenga. Renato Proni