La sentenza per Elena di Vincenzo Tessandori

La sentenza per Elena La sentenza per Elena (Segue dalla l'pagina) decisione e dichiara che Interporrà appello. E ricorso faranno anche .1 difensori. «Siamo soltanto all'inizio» garantisce l'avvocato Graziano Maf fel, difensore di Piccolo. E Dario Bolognesi, patrono di Chillè, promette nuova battàglia per ottenere fino in fondo i benefici di una legge fatta «per abbassare molto la pena». Aggiunge Sante Mazzeo, anch'egli, difensore del «capo»: «Sono stati dati 27 anni per soddisfare l'opinione pubblica ma così è stata aperta la porta per un'enorme riduzione in appello». I Cittì-Luisi non c'erano. Hanno smesso di seguire In aula il processo dal giorno della requisitoria. La famiglia ha atteso la sentenza al «Ca- stello» di Lugliano. Ha «preso atto della sentenza», approvato l'operato dei giudici e si è augurata che per il futuro «uenoa resa giustizia delle basse insinuazioni che in questi giorni hanno aumentato il nostro dolore». Poi «un pensiero affettuoso a Federica e allo famiglia di Cuneo che sta soffrendo». Finisce cosi questa sporca storia che all'ultimo atto ha avuto momenti di tensione. Erano le 10,10 quando 11 presidente Tamilla ha chiuso la discussione e chiesto agli Imputati: «Avete qualcosa da dire?». Luigina Mazzeo e Carmela Italiano neppure hanno alzato gli occhi. Sono state le carceriere di Elena, e dal dibattimento è emerso quanto poco importasse agli uomini che fossero o meno d'accordo su quell'impresa. Ora sul volti hanno dipinta la rassegnazione. Tacciono anche i «picciotti» Gaetano Fugazzotto e Salvatore Alacqua. Spiega poi 11 primo: «Sarebbe troppo semplice poter chiedere perdono. Loro, la famiglia della bimba, avrebbero tutti i diritti di negarcelo». Ha parlato Invece Chillè, con voce rassegnata: ^Chiedo il perdono della famiglia Citti-Luisi». Alle sue spalle si è avvicinato Piccolo. SI è capito subito che aveva molte cose da dire, forse anche perché fra tutti era quello che meno aveva parlato e ora Intravedeva lo spettro di una dura punizione. «Ho il cuore gonfio di dolore e pieno di lacrime ma la mia dignità di uomo non mi permette di fare scene». Lo ascoltano In silenzio, Piccolo, le braccia protese come in preghiera aggiunge: «Chiedo solamente perdono a quella piccola Elena». Qualcuno, fra il pubblico, sbotta: «Ora lo fai, bastardo». E' un breve momento nel quale però si scorge lo stato d'animo della gente di qui. Quando torna il silenzio, l'uomo prosegue: «Chiedo perdono a Vena, ai nonni atti, al pa¬ dre». Non una parola nei confronti di Isabella Cittl-Luisl, la mamma, e pochi pensano si tratti di una dimenticanza involontaria. «Non he capito perclié il pubblico ministero abbia voluto ricostruire cosi il processo. Sono colpevole, si, ma desidero mi sia dato il ruolo che mi è toccato». Poi aggiunge, insinuante: «Vogliamo sciolte le x». Sei responsabili dell'odioso sequestro rimangono dietro le sbarre, altri due Identificati vengono «attivamente ricercati». Per tutti il dottor Ferro aveva chiesto pene severe, come certo merita chi compie reati cosi spregevoli quale 11 sequestro di persona. Ma l'istruttoria fatta in aula, in nove udienze, ha posto in luce un dilemma non semplice: lo Stato deve far pagare per intero 11 conto agli Imputati, anche a quelli che, volenti o nolenti, si sono dissociati e hanno collaborato, oppure la pena deve essere ridotta? Là legge punta al sodo, anche se taluno,'come il pm dottor Ferro, la giudica «una porcheria»; chi aluta a liberare un ostaggio, a far prendere 1 complici ha diritto a un ribasso. Lo scopo: convincere 11 criminale a un ripensamento. Sarebbe stato un errore promettere e non mantenere. Vincenzo Tessandori

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