Un giustiziere arriva tra la mafia

Un giustiziere arriva tra la mafia Un giustiziere arriva tra la mafia Il giallo da Sciascia che il regista Passalacqua ha condotto con ritmo cinematografico ,t 11 racconto 'Western di cose ; nostre» di Leonardo Sciascia è contenuto nel volume II mare colore del Tino edito da i Einaudi: sono cinque pagi| nette in cui acutamente, con ', una densità straordinaria di scrittura, viene rievocata e ' analizzata una storia di ma; fia accaduta — è veramente - accaduta — in un «grosso i paese, quasi una città, al conI fine tra le province di Palermo e Trapani», all'epoca del| la prima guerra mondiale. Il paese è dilaniato da una lotta tra due bande mafiose «con una frequenza di morti ammazzati pari a quella dei cittadini che cadono sul fronte». Ma ad un certo momento ci si rende conto che nella sanguinosa partita si è inserito un ignoto giustiziere che fulmina mafiosi imparzialmente da una parte e dall'altra. Chi è costui? In nome di chi agisce? Nessuno si salva dai suoi colpi, il terrore si sparge nella stessa ^onorata società» sino a che il mistero . viene risolto ed è una clamorosa sorpresa. Una sorpresa che naturalmente non va svelata agli spettatori — stasera e venerdì della settimana prossima su Raidue — del film per la tv Western di cose nostre che si è ingegnosamente ispirato allo scarno racconto: tanto ingegnosamente che al Mystfest di Cattolica '83 sono stati premiati gli sceneggiatori Antonio Saguera e Andrea Camìllerl e Pino PassalacqUa che è il regista. Vn giallo? Sicuramente un giallo, però con una precisa ambientazione molto ben realizzata in una Sicilia del 1917'18 dove la guerra che infuria lassù, nel Veneto è ogni giorno incombente (gran massa di renitenti alla leva e disertori; e soldati che partono disperati sema capire perché), e al tempo stesso appare lontanissima ed estranea, e certamente meno importante, per i paesani, dello scontro fra le cosche. E' chiaro che la rielaborazione per dilatare un soggetto di cinque pagine in un film di "tré>ctt(nuilé:hà fàttbiXec''tó a romperlo cosi e a mettergli di mezzo l'intervallo di una settimana) ha imposto qualche prezzo: ed ecco uno sviluppo della storia d'amore appena accennata da Sciascia, con l' apparizione di una ragazza che è l'immagine identica di sua madre, la donna amata e perduta venfanni prima dal protagonista. Qui, complici le struggenti musiche di Stelvlo Clpriani, il film tende a scivolare in un clima patetico e convenzionale di cui nel racconto non c'è la minima traccia. Ma si tratta di una sbandata abbastanza controllata e direi che ValUro versante — quello della morte e della vendetta in una dimensione di assurda e ineluttabile tragedia fra strette vie oscure, piazze assolate, polverose campagne deserte, anticlie ville abbandonate e facce dalla durezza slmile alla pietra — torna presto a prevalere e a imporsi. ' Condotta dal regista Passalacqua con ritmo cinematografico e senza micidiali pause televisive, la storia è interpretata efficacemente da un gruppo appropriato di attori, a cominciare da Domenico Modugno, misurato, accorato e incisivo nel ruolo di un uomo al centro di un mondo che odia e da cui non può staccarsi perché è il «suo» mondo; accanto a lui ben figurano Raymond Pellegrin, Philippe Lemaire, Biagio Pelligra, Sergio Castellitto e Gabriella Saitta. Un film da vedere e da meditare, che si svolge quasi settant'anni or sono ma che allude di continuo e in modo impressionante ci olorni nostri come se da allora non fosse cambiato niente. VgQ Bl|Molan

Luoghi citati: Cattolica, Sicilia, Trapani, Veneto