Da quarantanni accende le luci della città
Da quarantanni accende le luci della città Alla scoperta di personaggi noti e no che hanno costruito la storia quotidiana di Torino j Da quarantanni accende le luci della città E' ring. Guido Bonicelli, direttore generale dell'Aem (Azienda energetica municipale) - Vi entrò nel 1942 appena laureato e ne conosce gli impianti metro per metro - Il futuro; «E* legato alla cogenerazione energia-calore» •: Ogni sera, quando si accen-' - ' dono le luci della città, Guido ' Bonicelli, ingegnere elettrotecnico e ingegnere idraulico, .'.'."prova ancora una grande e' "mozione, «come la prima vol"'ta.. Quell'energia elettrica la '"produce lui, cioè la sua azienda, cioè l'Azienda energetica municipale (che tutti continuano a chiamare Azienda "elettrica municipale, nome "col quale l'Aem nacque 11 20 "agosto 1907 per decisione del "Òomune). All'Aem, Bonicelli lavora 'dal '42, subito dopo la prima -laurea. Ha continuato a stu, dlare perché gli Impianti produttivi erano tutti idroelettrici: come dominarli se non "conoscendoli? Da qui la seconda specializzazione. -Adesso produciamo 1 miliardo e mezzo di kUowattora "Vanno e almeno l due terzi 'Continuano ad essere di derivazione idraulica., spiega da "dietro la scrivania di direttore generale che occupa da 17 'Ianni. «Se teniamo conto che 'ììaztonalmente la proporzione è un terzo, il nostro contribu¬ to allo svincolamento del petrolio non è. indifferente., commenta con una punta di orgoglio. — Che cosa si prova a essere il padrone dell'energia torinese? «Non mi sento affatto il padrone, caso mal lo sono tutti i 1500 dipendenti che collaborano con me, tutta l'Azienda. Quando sono entrato in Aem l dipendenti erano 650, la città aveva mezzo milione di abitanti, non c'erano frigoriferi, lavatrici, i consumi erano un quarto degli attuali. Ora serviamo circa mezza città, più tutti i servizi pubblici, dall'illuminazione ai trasporti, più alcune grandi industrie e le cito solo l'Aeritalia e la Lancia di Chivasso.. E avete anche cambiato nome. «Azienda energetica è significativo: come lei sa, da due anni funziona alle Vallette l'impianto di cogenerazione energia-calore.. In sostanza, l'impianto centralizzato di riscaldamento è stato modificato con una spesa di 20 miliardi e ora tre motori diesel di 7 mila kW di potenza ciascuno producono energia elettrlpa e recuperano calore da riscaldare tutto 11 quartiere più altri tre confinanti: in totale 1 milione e 300 mila metri cubi per 25 mila abitanti. Se l'elettricità e 11 calore venissero prodotti separatamente occorrerebbero 6 mila' tonnellate di olio combustlbl-i le in più. Il risparmio quindi è di 6 miliardi l'anno. Ci sono stati anni difficili. Con la nazionalizzazione del 1962 le aziende municipali parvero demotivate; ora 1' orizzonte è più limpido e la collaborazione buona. Tanto che nel prossimi giorni l'Aem presenterà al ministero dei Lavori pubblici il progetto per rifare l'impianto di Chiomonte che ha 73 anni di vita. «Lo unifichiamo con quello di Susa raddoppiandone la potenza per un totale di 120 mila kW.. Sarà quasi la metà della potenza di tutti gli impianti della Valle Orco che è di 250 mila kW ed ha una produzione annua di 700 milioni di kWh. E il futuro? Le idee sono ben chiare. La centrale termoelettrica di Moncallerl, 1' ultima nata .diventerà gradualmente una centrale di coproduzione in grado di fornire anche calore a una parte di Moncallerl e poi ai quartieri torinesi confinanti, al complesso degli ospedali, al Palazzo del Lavoro e al Bit.. E si puntano gli occhi su quartieri urbani che hanno già una rete centralizzata di riscaldamento, dal Centro Europa ad alcuni complessi Iacp e Fiat per trasformarli in piccoli centri di coproduzione. In sostanza: il futuro è 1' impiego di intelligenza e tecnica per risparmiare energia. Domenico Garbarlno
Persone citate: Bonicelli, Domenico Garbarlno, Guido Bonicelli, Ianni
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