Caso Tortora,un altro giallo dal voltafaccia del «pentito»
Caso Tortora! un altro giallo dal voltafaccia del «pentito» Mentre i legali chiedono per la seconda volta la sua libertà Caso Tortora! un altro giallo dal voltafaccia del «pentito» 1 Un camorrista dice di aver agito per ordine dei boss: «Dovevo inquinare l'inchiesta per permettere agli avvocati di scagionare il presentatore» ■ I difensori: «L'innocenza viene a galla» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NAPOLI — Giorno dopo giorno i camorristi «pentiti» 1' hanno sommerso di accuse: un coro contro Enzo Tortora, imputato di legami con 11 clan di Raffaele Cutolo. Ora qualcuno ritratta, e la ritrattazione suona anch'essa come un'accusa, soltanto sotto una forma diversa. La vicenda, già cosi intricata, si complica ancora, suscitando sempre più perplessità e dubbi. E' Antonio Verderame, detenuto nel carcere di Porto ferralo, il «pentito» che getta sul tavolo nuove carte. I giù dici napoletani l'hanno Interrogato a lungo. E lui in pratica ha spiegato: «Feci quelle dichiarazioni per inquinare l inchiesta, cosicché i difensori di Tortora avrebbero potuto facilmente scagionarlo. Così aveva deciso la camorra. Mi obbligarono a farlo-. Una ri¬ trattazione — si fa osservare — che ha tutto il tono di un colpo mancino messo in atto proprio quando i difensori del presentatore di Portobello si sono rivolti per la seconda volta al tribunale della libertà, per sottrarre il presentatore a una detenzione preventiva iniziata nel giugno scorso. •Riteniamo die la notizia dell'intervenuta ritrattazione da parte del recluso Verderame — dice l'avvocato napoletano Antonio Coppola, che con 1 colleghl Dall'Ora e Della Valle fa parte del collegio difensivo — si mostri quale ineluttabile estrinsecazione della forza cogente della verità. Prima o poi l'assoluta innocenza di Enzo Tortora al di là della parola dei camorristi pentiti non potrà non emergere in tutta la sua pienezza...,. Uno sfogo dettato dalla singolare sconfessione di quanto Verderame aveva affermato con risolutezza sul preteso incontro di Tortora, al castello di Ottaviano, con Rosetta Cutolo. sorella del boss. Il legale ritiene che quella rivelazione del camorrista fosse una •macchinazioneche, una volta al centro del dibattito processuale, sareb- i be facilmente crollata di fronte alle precise contestazioni sull'ora, sul giorno dell' Incontro mosse dal collegio difensivo. •Era quindi necessaria una rettifica — afferma l'avvocato Coppola — dal momento che l'accusa non poteva stare in piedi in alcun modo-. Sarebbe cosi spuntata questa trama machiavellica della ritrattazione. I difensori di Tortora esprimono amarezza e delusione per l'iter giudiziario: l'Istruttoria avrebbe dovuto concludersi a fine novembre, ma 1 pentimenti a singhiozzo la prolungano con nuovi accertamenti. E amarezza esprimono anche per le dichiarazioni rilasciate da un componente del Consiglio superiore della magistratura, il napoletano Raffaele Bertoni, a un quotidiano del Sud. •Mettendo a confronto la fuga di Zaza e la decisione dei giudici napoletani die hanno negato gli arresti domiciliari al presentatore televisivo — scrive tra l'altro il giudice Bertoni — o pochi viene in mente che in questi due casi i giudici possono aver sbagliato per Zaza e fatto bene per Tortora,. E più avanti: • Quello di Tortora è divenuto un caso nazionale e ogni pretesto è buono per rimetterlo in ballo. Mai come a proposito di Tortora è apparso evidente come non sia ancora sufficientemente diffusa tra la gente la convinzione die in uno Stato democratico di fronte alla giustizia non esistono zone franche né vi sono imputati eccellenti,. •Non è la prima volta die Bertoni fa accenni al caso Tortora — replica l'avvocato Coppola — e in termini che possono creare gravissimi e pesanti condizionamenti accusatori. Noi avvertiamo tutta l'amarezza di questa situazione che per i tempi e le modalità che la caratterizzano può rivelarsi una pericolosa e dentante suggestione di accusa nei confronti di un cittadino ancora in attesa di giudizio.. ^ |,
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