Democrazia e regole del gioco di Luigi La Spina

Democrazia e regole del gioco Al Centro Einaudi di Torino, un convegno di studiosi sul «contrattualismo» Democrazia e regole del gioco TORINO — Le democrazie occidentali, e quella Italiana In particolare, soffrono soprattutto di due grandi mail: sono macchine con una produttività assai scarsa, con una tendenza quindi a diventare Ingovernabili e soddisfano sempre meno i desideri del cittadini, con il rischio perciò di una crescente disaffezione proprio di coloro in nome del quali esse giustificano la loro esistenza. La consapevolezza ormai diffusa di queste difficoltà del sistema democratico nelle società occidentali più evolute ha moltipllcato le proposte di cambiamento di quelle «regole del gioco» sulle quali si fonda il nostro Stato. Un contributo importante al lavori della commissione parlamentare sulle riforme istituzionali arriva ora dal convegno organizzato dal Centro Einaudi sul «contrattualismo» che è cominciato ieri a Torino. La relazione Introduttiva di Norberto Bobbio ha aperto una discussione alla quale hanno partecipato Nicola Matteuccl, Giuliano Urbani e Salvatore Veca. Il seminarlo si completerà oggi con una parte dedicata all'economia che vedrà protagonisti Siro Lombardinl, Francesco Forte, Giancarlo Mazzocchi e Mario Monti e una dedicata al partl- I ti, che sarà Introdotta da Andrea Man| zella e alla quale parteciperanno Giuliano Amato. Roberto Ruffilli e Paolo ' Ungarl. Il ritorno alla moda del «contrattualismo», aggiornato nella prospettiva di una «teoria della giustizia», come era Intitolato il famoso libro di Rawls, o puntato all'obiettivo dell'efficienza, sulla strada Indicata da Buchanan, si spiega In diversi modi. C'è anzitutto 1' enfasi, tipica di questa dottrina, come ha ricordato Salvatore Veca, sulla scelta razionale di nuove regole di partecipazione sociale, caratteristica indispensabile all'organizzazione di società complesse come le nostre. Esiste poi 11 crescente plano di parità sociale che consente proprio l'adozione della mentalità contrattualista, fondata sull'attesa di reciproci «guadagni di scambio», come 11 chiama Giuliano Urbani, fra partner a diritti uguali. -Bisogna prendere atto — come ha. affermato Infine ieri Norberto Bobbio — che una società democratica è una società pluralistica, continuamente conflittuale, naturalmente disorganica, per descrivere la quale il modello organistico che ha avuto tanta parte nella formazione del pensiero politico europeo non regge più». L'analisi di Bobbio, come al solito ricchissima di suggestioni e di stimoli per coloro che hanno parlato dopo, più clic del contrattualismo si è occupata della •contrattualizzazlone», ricordando come contro questo fondamentale principio di garanzia democratica (.La democrazia — ha osservato — è una società di contratto-) si siano battuti sempre due grandi filoni di pensiero: innanzi tutto l'organicismo e poi anche l'utilitarismo e l'empirismo. Solo negli ultimi tempi, per esemplo dal sostenitori del «governo debole», 11 contratto ha avuto «migliore stampa». Il pregiudizio comunque contro 11 caratteristico neocorporatlvlsmo della società contemporanea ha trovato e trova sempre vastissime adesioni, sia fra gli specialisti sia nella pubblicistica politica. Proprio su questo punto, cioè quello della distinzione fra una società pluralistica e una società neocorporata, è venuto il richiamo polemico di Nicola Matteuccl, 11 quale ha osservato che se la seconda è una società più regolata della prima è anche vero che essa non è fondata sul consenso o su valori morali, ma solo sull'interesse, ammesso, ha osservato maliziosamente, che l'interesse non sia considerato l'unico va- I lore morale- Luigi La Spina

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