Sviluppo a Ovest e da ridiscutere
Sviluppo a Ovest e da ridiscutere Edili Cgil a Regione e Comune Sviluppo a Ovest e da ridiscutere e da ridiscutere Il sindacato propone di valorizzare le aree di- • smesse dalle industrie (milioni di metri quadrati) In quale direzione deve svilupparsi Torino? Intorno al quinquennio 75-80 la programmazione territoriale, tema sul quale per anni ci fu un sostanziale silenzio delle forze politiche, aveva individuato un asse di sviluppo verso la zona ovest a cavallo tra corso Francia, verso Collegno e Rivoli. Ora quella scelta viene rimessa In discussione dalla Fillea-Cgil (Federazione lavoratori legno, edili e affini). Perché questo cambiamento di rotta? Risponde Eugenio Ferrerò, segretario regionale della Fillea-Cgil: «Atei ragionamenti di alcuni anni orsono c'era sostanzialmente la scelta di mantenere il tessuto industriale, riqualificare le aree residenziali e tenere ai margini il terziario che doveva collocarsi fuori dal centro cittadino. Erano posizioni ragionate su quella situazione». Prosegue: «Ma ora la crisi economico-industriale in generale e quella della Fiat in particolare hanno cambiato le carte; si impone una nuova analisi per capire se la scelta a Ovest sia ancora quella più ragionevole». Perché, secondo la Flllea, Ovest non è più l'asse giusto per lo sviluppo di Torino? «Ci sono due elementi da tenere in considerazione. Il primo: le aree più dotate di infrastrutture viarie e ferroviarie (tra V altro le più importanti e costose) si collocano a Nord e a Sud; inoltre occorre ricordare che nelle aree Nord e Sud abitano i due terzi del torinesi. Il secondo elemento: le aree in¬ dustriali dismesse o dismettigli presenti in Torino sono circa 6 milioni di metri quadrati». Riflette Ferrerò: «E'su queste aree (Lingotto, Grandi Motori, aree Fiat dismesse da tempo tra Barriera di Milano e la ferrovia, Ceat, Venchi Unica, fascia tra corso Umbria e corso Grosseto, ex Snia, Azienda Gas di corso Regina, i trasporti di via Manin, lo scalo merci Vanchiglia, i docks e i mercati generali di corso Bramante); ma anche su aree residenziali da riqualificare (penso ad esempio alle zone Ira via Cibrario e via San Donato, una parte di Barriera di Milano) che si gioca lo sviluppo territoriale. A Regione e Comune la Flllea chiede, quindi, di «non prendere le singole aree una per una, ma di considerarle in un insieme».
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