Polemica Rubbi-La Malfa di Emilio Pucci

Polemica Rubbi-La Malfa Polemica Rubbi-La Malfa ROMA — Sono in pochi, anche all'interno del governo, a credere ad un «buco» di soli 5000 miliardi nel bilancio statale. La cifra fissata l'altra sera nel vertice di Palazzo Chigi e ribadita ieri da una nota della presidenza del Consiglio — disavanzo '84 pari a 96 mila miliardi che scendono a 93 mila senza l'indebitamento estero, contro 1 91 mila miliardi dello stimato iniziale — viene da molti osservatori ritenuta più come una scommessa che un dato reale. E' vero che molti calcoli tendenti ad allargare il deficit sono fatti su previsioni di spese e previsioni di mancati introiti, ma i repubblicani, che hanno consegnato a Craxi un durissimo documento economico, e i liberali ritengono che il disavanzo '84 ormai veleggi oltre i 100 mila miliardi. Il compromesso di martedì sera ha comunque permesso al governo di ritrovare tranquillità al suo interno in vista della difficile trattativa sul costo del lavoro. Ma, dopo l'accesa battaglia sui numeri dei giorni scorsi (con il ministro del Tesoro, Goria, che fino a poche ore dal vertice sosteneva la necessità di Tecuperare al più presto 8 mila miliardi, soprattutto con nuove tasse), come si è riusciti a scendere a 5 mila miliardi? A spiegarlo è stato lo stesso Goria, non senza una punta di polemica. Le sue previsioni più fosche sulla situazione della finanza pubblica si basavano essenzialmente su un considerevole aggravio del bilancio Inps e su un minor gettito dell'Iva. Invece, come precisa una nota del ministero del Tesoro, martedì sera dai ministri del Lavoro, De Michelis (psi) e delle Finanze, Visentlnl (pri), Goria ha avuto assicurazioni che: Hsarebbero venute a cadere le maggiori esigenze di spesa previdenziale. I vicepresidenti dell'Inps Mirone e Truffi hanno fatto presente a De Michelis che gli effetti del recente decreto previdenziale e delle misure per gli assegni familiari decisi con la finanziaria consentirebbero un recupero di 3-4 mila miliardi ; per l'Iva si stimava un calo del gettito di circa 3 mila miliardi, ma Visentin! ha tranquillizzato Goria che il recente decréto restrittivo per le esportazioni agricole avrebbe fatto rientrare il pericolo. I più critici sulle conclusioni del vertice sono i repubblicani che nel loro voluminoso documento economico (30 cartelle), sparano a zero contro il 'partito degli ottimisti». Senza il necessario rigore, afferma in sintesi il pri, non si potranno rispettare i «tetti» fissati al deficit pubblico e all'inflazione e «il rischio che oggi corre il Paese è quello di mancare l'occasione della ripresa internazionale e con essa il legame con i maggiori Paesi dell'Occidente». Bando dunque alla permissività di qualsiasi tipo perché per l'azienda Italia sarebbe la fine. Particolarmente polemici sul «balletto» delle cifre anche i comunisti. A replicare seccamente al repubblicani, oltre alle precisazioni di Goria, è stato ieri il responsabile democristiano Rubbi. Se, come afferma La Malfa, l'ammontare del deficit pubblico è superiore a quello indicato dall'ultimo vertice, osserva Rubbi, «ciò significa che ancìie il ministro repubblicano Visentini, il quale era presente e autorevole partecipante nella riunione di martedì sera, non è in grado di compiere valutazioni responsabili. Se, viceversa, l'affermazione di La Malfa non ha fondamento, il vicesegretario del pri avrebbe compiuto un atto lesivo non solo e non tanto degli interessi dei repubblicani, quanto di tutti i cittadini del nostro Paese». E questo nuovo scontro dc-prl rischia di avere roventi strascichi all'interno della coalizione. Emilio Pucci

Luoghi citati: Italia, Roma