Merloni all'attacco: la scala mobile dovrà essere modificata per sempre di Eugenio Palmieri

Merloni all'attacco: la scala mobile dovrà essere modificata per sempre Merloni all'attacco: la scala mobile dovrà essere modificata per sempre ROMA — La scala mobile dovrà essere modificata in via definitiva e non solo per un tempo limitato come propongono alcuni settori della Cgil. In altre parole l'accordo dovrà avere efficacia per almeno tre anni in modo da contenere l'inflazione nel 10% quest'anno e nel 7% al prossimo. Anclie in Confindustria fervono i preparativi per la ripresa del confronto con il governo e i sindacati e ieri il Consiglio direttivo ha messo a fuoco in poco più di due ore i temi clic saranno discussi oggi dal massimo organo istituzionale, la Giunta convocata nel grande salone del palazzo dell 'Eur. ■ Non solo di costo del lavoro, che per gli imprenditori resta comunque il tema centrale, si parlerà questa mattina ma di tutti gli altri temi sui quali inevitabilmente si articolerà il negoziato: prezzi, tariffe, deficit pubblico, fiscalizzazione degli oneri sociali. In una battuta: della lotta all'inflazione. La Confindustria, infatti, metterà in priyno piano ancìie il costo del denaro. La decisione presa dall'Abi l'altro giorno di ridurre di un quarto di punto il costo del denaro viene giudicata «inesistente» mentre gli oneri finanziari co stituiscono ormai un fardello per molte aziende insopporto bile: l'inflazione quest'anno è calata, e più o meno il ragionamento, i tassi non hanno seguito la stessa parabola. Il di rettivo — come ci ha confer mato una fonte autorevole non ha elaborato alcuna proposta, neppure sulla scala mo bile ma è pron to a farlo guaio ra il ministro o l'andamento della trattativa lo richiedano. Si attende, prima, di esaminare il documento che il ministro del Lavoro De Michelis consegnerà alle parti sociali nell'appuntamento di domani e del resto la posizione della Confindustria sul delicato te- ma delle indicizzazioni è nota da tempo e non è cambiata. In questi giorni sono state riciclate proposte vecchie, un ventaglio dal quale potrebbe spuntare, ma non necessartomente perché la disputa potrebbe accendersi più sulla quantità che sui modi del ritocco, la modifica ritenuta indispensabile dagli imprendi¬ tori: differenziazione del punto di contingenza: in alternativa, la sterilìzzuzionc dell'inflazione causala da fattori esterni all'economia italiana (ad esempio le materie prime); adozione dell'indice Istat al posto di quello sindacale accompagnato da un'ulteriore riduzione convenzionale fissata in percentuale. Ancora 7ion è chiaro, del resto, se De Michelis avanzerà una proposta governativa o se lascerà la decisione all'autonomia delle parti che si confrontano. Non è escluso che già nel coinimicato che concluderà oggi i lavori della Giunta si faccia un esplicito riferimento alla modifica strutturale della scala mobile: molto dipenderà dall'opportunità politica e in Giunta potrebbe prevalere ; u7io strategia più morbida che \ non invelenisca il negoziato dalle prime battute. In Confindustria si riconosce, infatti, che contrariamente alle altre ■volte il clima di vigilia è più disleso, che tra Cgil, Cisl e UH affiora un'unità di intenti almeno 7iellc parole, con il costo del lavoro die non è più un tabù neppure per quei settori del sindacato che sembrai>ano restii ad accettare una logica di controllo dei redditi. Questo non vuol dire che lutto sarà facile. Anzi. I passi per arrivare a provvedimenti operativi restano molti e il percorso costellato di mine nascoste sotto un terreno negoziale die nelle apparenze sembra più fertile: «Ma senza l'ombra dell'ottimismo che sarebbe del tutto fuori luogo», affermano all'Euri Il "pYesldehté Merloni dovrebbe fare oggi un bilancio dell'economico dell'83 (oggi è la prima riunione del nuovo anno) e indicare che cosa gli imprenditori si attendono dalla ripresa di un confronto che per lo stesso Merloni rischia di trasformarsi nella prova più impegnativa proprio alla scadenza del suo mandato. E per il Presidente della Confindustria potrebbe essere mi indubbio punto di merito concluderlo nel modo migliore con un accordo die sarebbe fondamentale per l'uscita dalla crisi. «Non ci basta — sostengono in Confindustria — una misura che resti in vigore per un semestre: il problema è che anche nei prossimi anni dovremo rispettare certi "tetti" e il costo •del lavoro non può restare fuori da questa logica». Eugenio Palmieri R i i i Ronia. Il ministro del Lavoro De Michelis (di spalle) con Merloni (al ceniro), Pichello e Mandelli

Persone citate: De Michelis, Mandelli, Merloni

Luoghi citati: Roma