Le vittime di Lucca di Natalia Ginzburg

Le vittime di Lucca Le vittime di Lucca (Segue dalla l'pagina) PcnSo che dinanzi alla signora Citti Luisi, c alla sua famiglia, come dinanzi a ogni persona, e famiglia clic aubia sofferto in maniera orrenda, tutti, la società, i giornali, la giustizia, debbano sentire il preciso dovere di comportarsi non soltanto con un rispetto particolare, ma con la precisa volontà di proteggerli da ogni specie di offesa, ila gesti incauti, da parole incaute o indiscrete, come quando ti si muove in punta di piedi arcamo a un malato grave, c si cerca di creargli intorno silenzio, penombra, quiete. D'altronde, se anche è vero che ogni circostanza in un processo è preziosa, per capire ii temperamento dei rapitori in questo processo non occorre molto, altro. Bastano i fatti che tutti conoscono, i particolari atroci che tutti conoscono, l'irruzione notturna, la madre ferita a sangue, la bambina strappata dal suo Ietto c sbattuta su un camion, sbatacchiata da un luogo all'altro per più d'un mese, e all'ultimo abbandonata sul ciglio d'una strada carrozzabile, nel gelo della notte, dentro a una scatola di cartone. 1 rapitori hanno detto che, nel tempo rhc ebbero con loro quella bambina, a un certo punto furono presi dal panico e parlarono di f uciarla viva. Di fronte a questi fatti noti e incontrovertibili, cosa importa appurare se un giorno c'è stato o no il regalo d' una penna, e quante' volte e dove si sono incontrati la signora Citti Luisi e il signor Chillc, cosa importa? a chi importa? leggendo i resoconti del processo, pareva che, nel caso clic la madre avesse avuto una relazione extraconiugale con il Chillc, o anche semplicemente vi fosse stata fra i due una sorta d'amicizia sentimentale, tutta la vicenda prendesse nell'aula una fisionomia diversa, una coloritura diversa, meno buia, meno gelida, e che la responsabilità ai ogni imputato risultasse più leggera. Però non si capisce perché. Forse perché cosi ii quadro appariva più confuso, il panorama più tortuoso e complesso, e le distanze fra le vittiine c gli aggressori meno profonile. Certo è che gli avvocati della difesa si sono serviti di quell'ipotetica relazione amorosa come di un'attenuante. In verità non sai ebbe affatto un'attenuante. Se mai sarebbe un'aggravante. Getterebbe una luce ancora più sinistra, se possibile, sull'uomo c sull'intera vicenda. Quanto alla madre della bambina, una fra le vittime, essa non subirebbe, nella sua condizione di vittima, il più pallido mutamento. li tuttavia, leggendo i resoconti del pi oc esso, si aveva la netta impressione che, se-questa relazione extraconiugale fosse apparsa vera, tutti, l'opinione pubblicai i giornali, i giudici, avrebbero immediatamente sottratto alla donna quanto in precedenza le avevano dato di pietà, di solidarietà, di immedesimazione, ili lagrime, affiancandola ai suoi aggressori nel pensiero, aflì.incandovcla così strettamente da abbattere i confini che separano le vittime dai loro aggressori, come se l'infedeltà al marito la rendesse in Gualche modo complice d'un ditto così orrendo, come se alle donne infedeli fosse in qualche modo meno grave che non a quelle illibate, rapire i figli, sbatterli di casa in casa, ab bandonarli sulla strada di notte, come se le donne infedeli potessero aspettarsi, dal destino, ogni sorta di insulto e di sventura. Nuota forse un'idea del genere, nella nostra società, nel la nostra opinione, pubblica, nella nostra giustizia? L'idea che una relazione extraconiuga le sia una colpa tanto pesante da metterla sul piatto della bi lancia, quando viene giudicato un delitto come quello compia to contro una bambina di diciotto mesi, scampata per miracolo alla morte? Ripeto che ]>enso che quelle congettute avanzate nel corso del processo, riguardo a un rapporto di qualche specie fra la signora Giti Luisi e il Chillè, fossero tutte panzane, escogitate dagli imputati. Ma ammettiamo, per un istante, che fossero vere. D'altronde, quando il Chillc fu arrestato, dichiarò che la bambina era figlia sua. Gli era venuto in testa che, così, i suoi atti avrebbero avuto una giustificazione carnale. Quasi subito, smise di sostenerlo. Ma in verità il delitto sarebbe stato, sc.dawero la bambina fosse stata sua figlia, meno spaventoso? No. Era, se possibile, peggio ancora. Si dira che, sulle attenuanti e sulle aggravanti, i giudici devono indagare. Sì, certo. Però ci sono tante maniere di condurre le indagini. Dei sc- questri, dei delitti che infestano ogni giorno l'Italia, è responsabile tutto il paese. Tutto il paese ha dunque il dovere di fare in modo che le vittime, quando sono ancora in vita, non abbiano a sopportare nuove ferite. Perciò la signora Citti Luisi non andava interrogata così come è stata interrogata, in pubblico, insistentemente e crudamente. Ammettiamo che avesse avuto davvero una relazione di qualche tipo con il Chillc. Sono fatti suoi. Purtroppo quando a una persona tocca la fatalità di affiorare dall'anonimato a una notorietà di qualche specie, e ili cadere sulle pagine dei giornali, allora essa non ha più «fatti suoi», i «fatti suoi» corrono sulle colonne di tutti i giornali, rimbalzano ovunque, diventano merce comune. Però quando c'è stato un delitto come quello che viene giudicato a Lucca, tutto il paese e chiamato a tutelarne le vittime, e vigilare che non accada loro nulla di angoscioso ancora. Natalia Ginzburg

Persone citate: Citti Luisi, Giti Luisi, Ietto

Luoghi citati: Italia, Lucca