Dopo 116 anni torna un ambasciatore Usa in Vaticano

Dopo 116 anni torna un ambasciatore Usa in Vaticano Interrotte le relazioni diplomatiche nel 1868, dal 1936 si era avviata una «utile cooperazione» Dopo 116 anni torna un ambasciatore Usa in Vaticano CITTA' DEL VATICANO — Stati Uniti e Vaticano hanno riallacciato ieri — dopo 116 anni—relazioni diplomatiche ufficiali. L'annuncio, atteso da qualche tempo, è stato dato dalla Santa Sede, con un comunicato di sei righe: «La Santa Sede e gli Stcti Uniti d'America, desiderosi di sviluppare i mutui rapporti amichevoli già esistenti, hanno deciso di comune accordo di stabilire fra loro relazioni diplomatiche, a livello di Nunziatura apostolica da parte della Santa Sede, e di ambasciata da parte degli Stati Uniti d'America, a partire dal 10 gennaio 1S84.. La data di ieri apre un nuovo capitolo nella storia dei rapporti fra i due Stati, che sono andati crescendo d'intensità dall'inizio della seconda guerra mondiale in poi. Nel 1868 le relazioni ufficiali si Interruppero in seguito a una decisione del Congresso (a grande maggioranza protestante). E l'accresciuta presenza di cattolici oltreoceano, in conseguenza dell'immigrazione italiana, latino-americana, irlandese e dell'Europa Centrale, non è riuscita ad influire, per oltre un secolo, in maniera tale da modificare una situazione che molti hanno giudicato -anomala». Dal 1868 fino al 1936 fra le due «potenze» ci sono* stati contatti occasionali ed episodici. Nel 1936 però l'altera segretario di Stato, e futuro papa, Eugenio Pacelli, si recò negli Stati Uniti, dove ebbe un incontro con Franklin Delano Roosevelt. In quei!*--evasione furono gettate le bt i d ! una .utile cooperazione.. I frutti del viaggio maturarono qualche anno più tardi. Alla vigilia dèi Natale 1939.11 presidente Roosevelt annunciò che intendeva inviare My- ron Taylor come suo .rappresentante personale, presso il Papa. La sorpresa nell'opinione pubblica americana fu grande e vi furono rimostranze da parte degli ambienti protestanti, anche se Roosevelt si affrettò a spiegare che non intendeva stabilire relazioni diplomatiche, con li Vaticano. Taylor non soggiornò a Roma in permanenza, ma vi aveva un suo rappresentante, nella persona di Harold Tittman jr. Quest'ultimo rimase chiuso nella Città del Vaticano dal dicembre 1941, quando gli Stati Uniti entrarono in guerra, fino all'arrivo delle truppe alleate. Il successore di Roosevelt, llairy Truman, fece di più: -' 195! nominò il generale ,...!> VA Clark-ambasciatore (!• .i Stati Uniti presso il Vaticano*. La reazioni -furono tali .*e Truiitan ritiro la no¬ mina, e non designò nessun altro .rappresentante personale.. Il fallimento di questo tentativo apri un periodo piuttosto lungo di vuoto formale, anche se non sostanziale, fra i due Stati, che si concluse però nel giugno 1970, quando Richard Nlxon diede incarico a Cabot Lodge di «visitare» regolarmente il Vaticano. Fu una ripresa della formula Roosevelt, che 1 successori di Nixon ribadirono: a Cabot Lodge fece seguito poi su nomina di Reagan, William Wilson, che probabilmente diventerà l'ambasciatore presso la Santa Sede, cosi come l'attuale delegato apostolico a Washington, mons. Pio Laghi, assurgerà al rango di nunzio. La formalizzazione dei rapporti fornisce direttamente — e questo non piace al protestanti — uno «status» diverso alla Chiesa cattolica america¬ na, le cui iniziative d'altronde sembrano ogni tanto porre in difficoltà imparzialmente sia Washington sia i palazzi pontifici. L'episodio più clamoroso è stato quello del documento sui missili e la guerra nucleare, che nelle sue diverse bozze ha provocato lo scontento dell'amministrazione Reagan, e un «vertice» in Vaticano fra le diverse conferenze episcopali occidentali. Ma già se ne prepara un altro: a.novembre, dopo che avranno avuto luogo le elezioni presidenziali, 1 vescovi americani renderanno noto un documento, una .lettera pastorale, sul capitalismo e sulla politica economica del governo. Una prospettiva che fa scrivere al Los Angeles Times: -C'è la notevole preoccupazione che i vescovi si stiano spingendo in un'area di cui in effetti conoscono assai poco.. E que¬ sto nonostante che «Za Chiesa cattolica romana controlli abbastanza denaro e proprietà, direttamente e indirettamente, da presentarsi come un'importante istituzione capitalistica.. Ma anche per ragioni «interne» la Chiesa cattolica americana suscita qualche apprensione. E' negli Stati Uniti che la spinta al sacerdozio femminile è stata più forte ed esplicita, e non sempre le posizioni assunte in vari campi da religiosi e sacerdoti trovano il consenso e l'approvazione pontificia: tanto che ancora di recente Giovanni Paolo li ha Inviato una lettera al vescovi chiedendo che prendano provvedimenti per eliminare o ridurre le occasioni di scandalo. ■ Marco Tosattl (A pag. 4: Le reazioni negli Stati Uniti).