Krejca: «Siate innamorati e potrete recitare Cecov»

Krejca: «Siate innamorati e potrete recitare Cecov» Il regista prova al Tearro di Genova «Le tre sorelle» Krejca: «Siate innamorati e potrete recitare Cecov» GENOVA — Il grande regista cecoslovacco O tornar Krejca s'è incontrato a Genova nei giorni scorsi con il cast degli attori die daranno vita al Politeama Genovese il prossimo 24 gennaio alla nuova edizione de Le tre sorelle, uno del capolavori di Anton Cecov. Il regista cecoslovacco sarà assistito, soprattutto per il lavoro sugli attori (Krejca si esprime abitualmente in francese e capisce abbastanza bene l'italiana), da Marco Sciaccàlùgà. C'è molta attesa per questo secondo spettacolo prodotto dallo Stabile genovese, che ha dedicato la «monografia» di questa stagione ai «Padri del teatro moderno» (Ibsen, Strindberg e Cecov), soprattutto, per il nome e la fama del regista, uno del maggiori d'Europa, secondo il giudizio unanime della critica. 72 «cast; è costituito da buona parte dei veterani dello Stabile, tutti attori collaudati e ben affiatati: Ferruccio De Ceresa, Ugo Maria Morosi, Camillo Milli, cui vanno aggiunti l'intramontabile Enrico Ardizzone e Claudio Puglisi, Paolo Giuranna, Sergio Graziani. Per le parti femminili ci saranno Marzia Ubaldi (un felice ritorno, dopo aver saltato una stagione), Elisabetta Pozzi, Cesarina Gherardo Margaret Mazzantini. Nell'incontro d'«approccio», cui ha preso parte anche Ivo Chiesa, Krejca ha svolto una sua piccola personale «lezione» su Cecov e sul testo in particolare. Dopo aver esordito con la battuta «Noi non dobbiamo interpretare Le tre sorelle, ma dobbiamo fare Le tre sorelle, ricordandoci di recuperare quanto di Cecov oggi è in noi», il regista cecoslovacco ha inoltre precisato: «Il dramma è scritto come un poema, dove una frase, un verso cerca un altro verso. Nonostante questo, possiede una struttura solida, ma non una struttura preordinata: non è scritto, come si dice, a tesi, ed è per questo che è cosi difficile esprimere che cosa Cecov abbia voluto dire con questo testo». Il regista ha aggiunto: «Ogni persona sensibile all'arte sente quello che Cecov ha voluto dire, ma non riesce a definirlo: e proprio in questo sta 11 miracolo cecoviano. Ed ecco un'altra verità banale: io sono convinto che la fonte dell'arte dell'attore sia la coscienza umana, non la bocca, o i muscoli, il viso, o l'aspetto, ma la coscienza, il grande territorio Interiore dove vivono 1 sentimenti, i presentimenti, il pensiero. L'attività dell'attore quindi deve essere simile a quella di un Innamorato che desidera, che tende al suo amore. E per fare questo deve cercare l'Ispirazione nella sua esperienza di vita più che in quella teatrale, perché l'esperienza teatrale è di fatto legata a tutte le cose fatte ieri, e ieri l'altro, e anni fa». |

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