Mastroianni: «Il teatro è un tempio al cinema si è meno seri, è meglio» di Emanuele Novazio

Mastroianni: «Il teatro è un tèmpio al cinema si è meno seri, è meglio» L'attore, il regista Brook e Fautore parlano di «Cin-cin» in scena a Parigi Mastroianni: «Il teatro è un tèmpio al cinema si è meno seri, è meglio» PARIGI — Mastroianni torna al teatro. Dopo diciassette anni (era 11 '67, lui vestiva 1 panni di Rodolfo Valentino, In «Ciao Rudy»). E a Parigi, Théatre Montparnasse, con una commedia di Francois Billetdoux, Cin, Cin, messa in scena dal regista Peter Brook. Una settimana d'anteprime — fino al 14 —, Poi 11 debutto con il pubblico pagante, lunedi prossimo. Molta attesa, grande interesse per il «supordivo italiano» («Ma coso volete — sorride lui —è il mestiere ). E curiosità. Perché Parigi? Perché Peter Brook? Perché Cin Cin, commedia del '59, nota, certo, ma non uno di quei classici che segnano spesso i grandi ritorni alle scene? Mastroianni sorride, bonario. Pare scusarsi di dover deludere chi si aspettava risposte più fragorose, impegnate. Niente polemiche, niente fughe dall'Italia. Soprattutto, nessuno snobismo («jier carità»). Né desiderio di pubblici tà. Tutto — la commedia, il regista, la citta — è stato frutto del caso. «£' successo questa eslate, mentre ero in vacanza. Ho incontrato Peter Brook, in albergo. E le cose sono andate da sé». Brook stava pensando al l'allestimento di Cin Cin, e si domandava a chi affidare il ruolo di Cesareo Grimaldi, il personaggio maschile: un Italiano, emigrato, solo. Lui, Mastroianni, stava pensando al teatro: -Bisognerà che torni a lavorarci'. «Cosi, quando ci siamo incontrati, non ho nemmeno dovuto riflettere. C'è tutto, ìw detto: la commedia, il regista, l'allestimento quasi definito. Abbiamo brindato, cin cin e basta». E nel ruolo come si trova? Quel Cesareo Grimaldi, com'è? «E' un personaggio che mi piace molto; molto giusto; un italiano visto bene, da un angolo corretto. C'è l'esuberanza, l'immaginazione. Un po' naif, come molti italiani fuoripatria. Certo, non tutti gli italiani sonocome lui». Difficolta, problemi? «Uno solo, la lingua. Parlo francese, ma con un sacco di visi. La pronuncia non è perfetta. Ma forse è un piccolo vantaggio: c'è il profumo di un accento. E qualche errore potrà apparirei un pregio». E dopo il teatro, ancora teatro? Basta col cinema? Per carità, 11 cinema c'è e ci sarà. «Per Cin Cin ho dovuto ri-1 nunciarc a un film con Scola — la storia di un 'amicizia, non posso dire altro —. Ma è solo un rinvio. Lo farò al più presto». Ma tra teatro e cinema, dov'è la differenza, secondo Mastroianni? «A teatro c'é più religiosità, è un tempio. Bisogna essere molto impegnati, seri. Al cinema, forse, se si è meno. seri.èmeglio». Con Mastroianni recitano un diciannovenne, Nicola Hossein, già protagonista del film turco «Il muro» di Guney. E Natasha Parry, moglie del regista Brook, nel ruolo di Pamela Puffy-Plck: un'Inglese, emigrata, sola che intreccia con Marcello-Cesareo una storia di grande parlare e lunghe bevute. (-Tutti e due hanno bisogno di qualcuno: per sopravvivere devono parlare, spiegarsi anche se tra loro non ci sarà l'amore»). Anche Brook è soddisfatto? Assolutamente. «Per me teatro è soprattutto relazioni umane. Tutto quanto va in questo senso, per me ha valore. La grande qualità della commedia è la messa in risalto di due personaggi: due persone, le loro relazioni sottili, che esistono grazie a questo incontro». Emanuele Novazio Mastroianni c Natasha Pam' in una scena di «Cin Cin»: un ritomo al teatro nato per caso

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