Dattilografa delle carceri licenziata perchè non è alta un metro e sessanta

Dattilografa delle pendè non è alta carceri licenziata metro e sessanta li ministro M art mazzoli la difende e critica la legge, introdotta nel '40 Dattilografa delle pendè non è alta carceri licenziata metro e sessanta " ROMA — -Sarà il mio ultimo tentativo: oggi scrivo a Pertinl. E' colpa mia se sono alta appena un metro e cinquantacinque centimetri e mezzo?-. Antonella Crlelesl, 30 anni a marzo, occhi grandi e scuri, capelli corti e mossi, è tornata al paese e aspetta. Abita a VIcovaro. alle porte di Roma, nella casa del padre, pensionato comunale, «Non io più vhe'fàre: un bruito giorno, a metà dicembre, mi hanno licenziata. Avevo vinto un concorso, ero dattilografa al carcere di Volterra. Ma, per essere dipendenti dello Stato, bisogna essere alti almeno un metro e sessanta centimetri.:.: Una legge del 1940. molta burocrazia e poco buonsenso. .Ero felice — continua Antonella Crlelesl — dopo dieci anni di concorsi finalmente ne avevo l'into uno. Per me era l'indipendènza, la possibilità di sposarmi senza grossi problemi economici. Invece...-. Invece, dopo i sei mesi di prova, dopo un altro mese-di lavoro, ecco l'implacabile burocrazia. Ha tutti i documenti in regola, la signorina Crlelesl Antonella? Ne manca uno. quello previsto dal regio decreto del 1940. E' alta almeno 1.60? Il medico condotto di Volterra visita e misura: un metro, clnquantaclnque centimetri e mezzo. -Per la verità — ammette l'ex impiegata del carcere di Volterra — sapevo che bisognava essere alti un metro e sessanta. Non ricordo l'ultima volta che mi sono misurata l'altezza, ma via.... quella legge è del 1940. Ho pensato: sarà superata, è ridicola-. Ridicola o meno, la legge è legge, e 11 licenziamento è arrivato via fonogramma. Subito, i dipendenti del carcere di Volterra hanno spedito una nota di protesta al ministero di Grazia e Giustizia: -Esprimiamo sdegno per il provvedimento, discriminante nei confronti dell'effettiva capacità lai'orativa.edi contenuto razziale-. L'articolo della legge in questione, comma primo, è lapidarlo. Stabilisce che 1 di-i pendent i dell'amministrazione degli Istituti di prevenzione e pena «det'ono avere una statura non inferiore al metro e sessanta, appartenere alla razza ariana e, a seconda del- l'età, essere iscritti al Partito nazionale fascista e alla Gioventù italiana del littorio-. Da allora ad oggi, quindi, sono spariti la razza ariana e l'obbligo della tessera fascista: ma rimane, come nel caso di Antonella Crlelesl, la grave «colpa» di non arrivare al metro e sessanta centimetri di altezza. Ora che questa vicenda arriva sui giornali, nella casa-di VicÒVàro, Afttoiiefl* Orfélés! si dice .7«eno pesstmistàii Soltanto questa mattina, letti i quotidiani, deciderà se spedire la lettera che ha già scritto a Pertinl. Qualcosa e qualcuno cominciano a muoversi In suo favore. Mino Martlnazzoll, ministro di Grazia e Giustizia. Ieri era a Brescia, in famiglia, -Si tratta dtyna situazione burocratica ;(idicola e anacronistica-, è 6tato 11 suo commento. Stamane il ministro torna a Roma e, ha assicurato, si occuperà di quelle norme di legge ormai superate dai tempi e dal buonsenso. «In questo caso — sostiene Giorgio Benvenuto, segretario generale della Uil — slamo proprio al ridicolo: mi auguro che venga trovata subito una soluzione, altrimenti il sindacato prenderà adeguate initlatiiie-. ' ''Dattilografeefagionieré— ha "dichiarato un dirigente della Cgll-funzlone pubblica — non si presentano a un concorso di bellezza, neper fare le hostess all'Alitalia-. Antonella Crlelesl aspetta e comincia a sperare: «Non vorrei tornare a viivere l'incubo di tanti anni di attese per un posto di lavoro-. Una questione di centimetri. Ma quante Antonella Crlelesl ci sono? S- C.

Persone citate: Antonella Crlelesl, Giorgio Benvenuto, Mino Martlnazzoll

Luoghi citati: Brescia, Roma, Vicovaro, Volterra