I Paesi della crisi in Centro America s'impegnano a stabilizzare la regione

I Paesi della crisi in Centro America s'impegnano a stabilizzare la regione Accordo tra Salvador, Nicaragua, Honduras, Guatemala e Costa Rica: moderato ottimismo Usa I Paesi della crisi in Centro America s'impegnano a stabilizzare la regione DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — Alla vigilia della presentazione al presidente Reagan del discusso rapporto Kissinger sul Centro America, 1 cinque «Paesi della crisi», Salvador, Nicaragua, Honduras, Guatemala e Costarica hanno firmato un importante documento del cosiddetto «Gruppo di Contadora». Il documento, che corona un anno di mediazione da parte del Messico, di Panama, del Venezuela e della Colombia, prevede tra l'altro libere elezioni e la partenza di tutti i consiglieri militari stranieri dall'Istmo, pur senza fissare scadenze. Il Centro America viene cosi a trovarsi a una svolta decisiva sia per quanto riguarda la politica statunitense nel suoi confronti, che per quanto riguarda le sue guerre e le sue guerriglie. Se qualche speranza è lecita, l'eccessivo ottimismo è però sbagliato: esistono le basi per la stabilità della regione, non la certezza che verrà realizzata. Il documento di Contado- ra. Lo.hanno firmato 1 mini¬ stri degli Esteri dei cinque «Paesi della crisi», abbracciandosi e stringendosi la mano. Esso prevede quanto segue: 1) un inventario degli arsenali militari e delle forze armate di ciascuno Stato, allo scopo di ridurlo gradatamente e di stabilire un rigido equilibrio tra di essi; 2) il censimento di tutti 1 consiglieri militari, o membri della polizia, o soldati stranieri, per allontanarli dall'intera regione: 3) l'emanazione o la riforma delle leggi elettorali In modo da consentire libere elezioni, e il varo di un programma di riconciliazione nazionale da governo a governo; 4) l'eliminazione delle opposizioni armate di destra come di sinistra, ossia della guerriglia nel caso del Salvador, dei ribelli «controrivoluzionari» nel caso del Nicaragua, tramite la fine di ogni aiuto, la loro denuncia eccetera Nella sua versione finale, il documento è meno soddisfacente per gli Stati Uniti di quanto previsto. Non solo esso non fissa scadenze: non proibisce neppure il riarmo, attraverso il quale la superpo¬ tenza meditava di paralizzare l'asse Mosca - L'Avana - Managua. Il dipartimento di Stato ha però dichiarato che rappresenta un passo avanti, e ha elogiato lo sforzo compiuto dal «Gruppo di Contadora». Appoggiamo il documento, hanno detto i portavoce, e lo attendiamo alla verifica dei fatti — un accenno, se ce n'era bisogno, allo scetticismo che circonda ì proposili dei sandlnisti in Nicaragua. Il dipartimento di Stato ha aggiunto che gli Stati Uniti faranno il possibile perché si sviluppino nuovi negoziati intesi alla sollecita e incondizionata attuazione del piano. Il rapporto Kissinger. Il New York Times, che si è impadronito del due terzi del testo preliminare, 130 pagine su 200, si è soffermato domenica sull'aspetto più sensazionale delle conclusioni della Commissione, quello secondo cui in Nicaragua »l'Urss potrebbe compiere uno dei colpi maggiori,, del dopoguerra. Sembra che su insistenza di Kissinger, e nonostante l'opposizione di alcuni dei 12 membri della Commissione stessa, il rapporto presenti la rivoluzione sandinlsta come una rivoluzione tradita, e oggi strumentalizzata dai sovietici. In Nicaragua, esso afferma, è in gioco la sicurezza nazionale degli Stati Uniti: l'Urss può separare il Centro America,. Panama compresa, e l'America Latina dalla superpotenza, e assumere il controllo degli oceani Atlantico e Pacifico. Le conseguenze sarebbero disastrose anche per l'Europa. Ieri, nella seconda puntata, il New York Times ha trattato dell'altro aspetto della relazione, quello della ricostruzione economica e sociale dell'Istmo. La relazione suggerisce in pratica un «Piano Marshall» all'europea, con investimenti di 24 miliardi di dollari, oltre 40 mila miliardi di lire, nei prossimi quindici anni, la somma spesa per la conquista della Luna. Prevede anche la nascita di una «Organizzazione per lo sviluppo», in pratica un mercato comune, dì cui farebbero parte non solo 1 cinque Paesi della crisi ma iinehe il Belize e il Panama, e forse il Messico e 11 Venezuela, i due giganti della regione. Questa organizzazione, oltre a compiti economici e sociali, avrebbe anche fini po litici: sovrlntenderebbe alla diffusione della democrazia nell'Istmo, c al rispetto del diritti civili. Le rivoluzioni, am monisce il rapporto, scoppia no non tanto per la propa ganda comunista, ma a causa delle disperate condizioni locali, e. c.

Persone citate: Kissinger