Reagan tenta l'accordo con Pechino per rilanciare il negoziato Usa-Urss

Reagan tenta l'accordo con Pechino per rilanciare il negoziato Usa-Urss Stamane rincontro alla Casa Bianca col premier cinese Zhao Ziyang Reagan tenta l'accordo con Pechino per rilanciare il negoziato Usa-Urss A Washington si ricorda che il momento migliore delle relazioni con Mosca coincise con la ripresa dei rapporti con la Cina, durante la presidenza Nixon • Grandi prospettive di collaborazione ma anche molte difficoltà DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — Formalmente, è il più alto esponente della Cina comunista a mettere piede alla Casa Bianca: di fatto, detiene meno potere di Deng Xiaoping, che vi fu ospite esattamente cinque anni fa. Ma in ogni caso, l'incontro del premier Zhao Ziyang col presidente Reagan stamane, in una Washington su cui sventolano la bandiere a stelle e a strisce e quelle rosse, apre un capitolo nuovo negli affari internazionali. Almeno sulla carta segna l'Inizio di una fase di maggiore stabilità, in Asia, oltre a suggellare il riawicinamento tra il Paese più popoloso e quello più forte del mondo, riawicinamento proposto, nel "72, da Nixon e Kissinger da un lato, e Mao e Ciu En Lai dall'altro. Il premier cinese e il presidente americano entrano a colloquio ben conoscendo 1 limiti della propria reciproca collaborazione. Zhao non può accettare la politica delle «due Cine» di Reagan, percamuffata che essa sia: si sa che intende ricordagli l'impegno a ridurre qualitativamente e quantitativamente le forniture militari a Taiwan, è a non tenere più con Talpe! relazlo- ni proprie tra Stati politicamente indipendenti. Reagan non può accettare i principi del sistema comunista, ed è questo che lo spinge a difende re, dietro le quinte, 1 nazionalisti eredi di Chiang Khai-shek, ma è pronto ad andare incontro a Zhao, che mira Innanzitutto alla modernizzazione del suo Paese, per raggiungere Importanti obiettivi. Questi obicttivi la Casa Bianca li ha cosi elencati 1) Pressioni di Pechino sulla Corea del Nord perché non appoggi, e non pratichi, il'terrorlsmo internazionale: «7 nordcoréani sono responsabili di gravissimi attentati», hanno detto 1 portavoce, «e sappiamo che la Cina disapprova e può esercitare qualche influenza su Pyongyang*; 2) sorveglianza, dove possibile congiunta, del confini siberiani, In seguito all'installazione dei missili SS 20 sovietici. 3) controllo, d'Intesa col Giappone o con la superpotenza stessa, del cieli e degli oceani nei punti più delicati dell'Estremo Oriente. In cambio, gli Stati Uniti offrono alla Cina un apporto senza precedenti al suo sviluppo Industriale, tecnologico, scientifico e commerciale. In una solenne cerimonia, oggi Zhao dovrebbe firmare un accordo per 11 rilancio di settori chiave dell'economia cinese come quello minerario e petrolchimico coi capitali e coi macchinari americani, e per il rilancio degli scambi, che nell'84 dovrebbero tornare ai fausti livelli dell'81, oltre 5 forse oltre 6 miliardi di dollari, vale a dire 10 mila miliardi di lire. Le trattative saranno Indubbiamente lunghe e difficili. Non a caso, Zhao ha in programma anche Incontri con 11 segretario di Stato Shultz, 11 capo del Pentagono Welnber.-«eive numerosi altri ministri, quelli del tesoro Regan e del commercio Baldrlge In testa. Ma la tendenza sembra irrlverslbile: i progressi registrati dov-ebbero emergere dalla visita che Reagan farà a Pechino in aprile. Per allora, potrebbero riscontrarsi anche conseguenze positive nei rapporti tra le superpotenze: alla Casa Bianca si dice infatti che l'Urss non rifiuterà più il dialogo con gli Stati Uniti, se non altro per non restare isolata di fronte ai due massimi avversari. Quando Shultz partirà per Stoccolma, dove 1118 lo attende 11 ministro degli Esteri sovietico Gromyko, Zhao sarà ancora in America. Giovedì il premier cinese andrà a San Francisco, la capitale dell'elettronica, e il weekend farà tappa a New York, capitale della finanza, donde il 17 si trasferirà in Canada Qualsiasi commento giunga in precedenza da Mosca, varrà il prezioso riferimento storico di Nixon. Le relazioni tra le superpotenze non furono mai cosi buone come nel periodo in cui l'allora presidente Corteggiò la Cina. Ennio Carctto