L'ansia del dì di festa di Ezio Minetto

L'ansia del dì di festa Siamo tutti vittime della psiconevrosi della grande città L'ansia del dì di festa Tra Natale e l'Epifania — periodo dell'anno a ormai critica concentrazione superficial-religioso-consumistica — la «spesa, maggiore, non c'è dubbio, sta in quegli ettolitri di adrenalina che. tutti insieme nel mondo, abbiamo fabbricato — chi a spicciole e chi a massicce dosi — in nome della più corale delle «ansie aggiunte». Specie nelle grandi città. | lungo lutto l'anno — bambini j e giovanissimi forse esclusi — | ciascuno di noi — consapevo- ; le o ignaro partecipe di queir j ormai collettivo malessere che è la «psicopatologia urba- ! na« — praticamente convive | con la sua dose, spesso inno- i cente, di psiconevrosi d'ansia reattiva. Basta una dose aggiunta — Natale viene in testa ma Ferragosto certo noh scherza — perché subito, in modo apparentemente spro- !i | j | ; j ! | porzionato allo stimolo e al contenuto emotivo, affiorino le manifestazioni neurovegetative, biochimiche, endocrinologiche e comportamentali dell'ansia, col cuore che batte in testa, mani sudate, mente affollata, senso di insufficienza ed esasperazione per ogni nonnulla, oltre a disturbi vari da scarico somatizzato d'ansia (insomma, cefalea, dispepsia, tachicardia). Se fosse solo un po' vera la notizia, fresca di Natale, che feli psicologi del Michigan stanno per risolvere — con la tecnica della respirazione profonda — quell'eterno problema di punta che, per gli i studenti, è 1°.ansia da esami» e .'«ansia da matematica", torse potremmo, facendo finta di niente, approfittare an- ! che noi del metodo per depurarci un po' della recente no- i stra collettiva «overdose d' ansia» di fine d'anno. Certamente, per rientrare in media — almeno a livello della nostra ormai connaturata ansia di base — dovremmo respirar profondo chissà per quanto — con lo yoga e il training autogeno o addirittura inventando tecniche di rilassamento non più di ■ gruppo» ma addirittura di «popolazione» — e forse non basterebbe un mese intero per svelenarci. Come se non mancassero le quotidiane «angosce di fuori» — da puntuale stillicidio di avverse notizie, da generale disumanizzazione e da «città malata» — ecco, su appuntamento di fine anno, anche il sovraccarico di settimane di fretta e confusione per un paio d'ore di forse serenità. Quanto costa ai soggetti più fragili il vivere a mezzo tra 1' euforia e l'ansia di quei giorni, quando persin 11 già villano «gergo di clacson, e la i sempre un po' mafiosa guida al volante criticamente peggiorano, tra semafori sempre al rosso, code da eternità, soste-auto da Far West e solo fretta di dentro e di fuori? Qualcuno poi, qua e là. è cosi persin arrivato ad inventare una nuova e ancor più tragi- ì ca «morte da sorpasso». Ti1 sentivi circondato da visi tesi e senza sorriso: eppur era gente che di dentro rincorreva soltanto innocenti addobbi e palline colorate e un momento di brindisi. Qualcuno, poi, ha ricevuto proiettili da «arma di festa, e altri, a centinaia, hanno provato l'esperienza della più stolta ed epidemica «malattia da botti.. Ci scusino quegli psicologi ma a questo punto potrebbe non bastar più 11 «respirar profondo», neppur come antidoto a una aose d'ansia festivamente aggiunta. Non esageriamo, dirà qualcuno: ed è vero, perché slamo quasi tutti ormai abbastanza mitridatizzati e, anche senza corsi ufficiali di respirazione profonda — che è ancor da vedere se serviranno almeno agli studenti —, ansiosi restiamo ma senza neppur più soffrirne tanto. Diciamo però — a proposito del problema del convivere con l'ansia e con le sue occasionali impennate — che sta qui, in gran parte, il motivo del generale cercar rifugio nei farmaci spiccioli. Ormai totalmente nonspartani, ansiosi-depressi per un cumulo di esistenziali ragioni, come non cercare — non importa se verace o illusoria — la pillola per ogni sintomo che l'ansia sottende ed esaspera? Contro il malcostume del «farmaci facllihanno ragione a protestare libri come il recente «Pillole amare» di Sichrovsky, Mar- tin, Langbein e Weiss. Però con quella ridda di ansiogene cose che ci spinge e che spingiamo, come non capire che ci si rifugia in farmacia — e che venga bene anche qualunque «placebo» — pur di cercar consolazione per forze perdute, appetito depresso, cuore in gola, sonno turbato e risveglio subito stanco e altri esistenziali disturbi da ansia vissuta e persin da previsione di inevitabili ansie future? Ezio Minetto

Persone citate: Langbein, Weiss

Luoghi citati: Michigan