Padova, il caffé Pedrocchi dice no alla tavola calda di Giuliano Marchesini
Padova, il caffé Pedrocehi dice no alla tavola calda Il prestigioso locale nato il 9 giugno del 1831 Padova, il caffé Pedrocehi dice no alla tavola calda DAL NOSTRO INVIATO PADOVA — Ce chi dice che per 11 vecchio, glorioso Caffé Pedrocehi potrebbe spandersi sentore di salsiccia, di hamburger. Quello che è il locale più caro ai padovani finirebbe col dare ospitalità a una tavola calda, o a qualcosa del genere. E c'è già inquietudine tra 1 difensori di quest'angolo della città carico di suggestioni. I tempi cambiano anche per un «monumento, come questo, dove bere un caffé o sorseggiare un té ha avuto un senso «rituale*. Ma l'assessore al Beni Culturali Guido Montesi, cut è affidata la tutela del Pedrocehi, si preoccupa di respingere previsioni avventate sull'uso dello storico complesso. Il mutamento, precisa il rappresentante, della pubblica amministrazione, non sarà cosi stravolgente da arrivare ad una distribuzione di pizze e di spuntini vari a frettolosi avventori: crollerebbe, cosi, 11 mito di uno dei caffé più famosi d'Italia. -Noi — dice Guido Montesi — slamo per il rispetto dell' ambiente'. Sì è dunque garantita protezione al complesso che il bergamasco Antonio Pedrocehi commissionò all'architetto veneziano Jappelli. Il 9 giugno del 1831 si Inaugurò questo locale, «in piena Fiera del Santo-, si rammenta in un opuscolo diffuso in occasione del centocinquantesimo anniversario. «// neonato gran caffé Pedrocehi — è scritto ancora nelle note celebrative — non fu solo un rifugio per la carboneria. Al suol tavoli si sedette Stendhal, che sciolse un inno allo zabajone, declamarono i loro versi Fuslnato e Prati, ci fu pure Nicolò Tommaseo-. Ma se il Pedrocehi è pieno di 'ricordi, è anche carico di malanni, data l'impietosa corrosione del tempo. Ed è il momento delle cure premurose, dei restauri. L'assessore al Beni Culturali fa presente che s'è puntualizzata la fase conclusiva degli interventi che porteranno -alla piena restituzione dell'aspetto figurativo delle sale superiori, quelle del cosiddetto piano nobile-. -Dopo le analisi tecnico-scientifiche e fotografiche, che verranno condotte per la scelta del materiali più adatti — aggiunge Montesi — I/ cantiere sarà operante-. Due sale, la «Rossini» e la «Paoletti», e lo scalone sotto già stati restaurati, con il contributo di enti e associazioni vari. «Noi fi chiamiamo sponsor, ma nel senso che II contributo è finalizzato all' opera di restauro, non ad una campagna propagandtsttea, che eventualmente sarebbe indiretta-. Ripetono. I pubblici amministratori, clie questo pezzo di cultura ottocentesca -verrà nuovamente reso godibile-. Oltre che dell'intervento del Comune, il vecchio, affaticato caffé ha dunque bisogno di quella che oggi si definisce «sponsorizzazione». E il discorso che più preme riguarda le sale al pianterreno, quelle in cui il Pedrocehi continua la sua vita prestigiosa. Pare che qualche proposta sia già arrivata all'Amministrazione padovana. Si parla di società, di nuovi criteri di gestione. -Ma di fare una tavola calda, proprio no — ribadisce l'assessore —. Piuttosto, si può pensare ad un piccolo ristorante, con un numero limitato di portate, nella parte del Pedrocchlno e della sala del concerti, die è al di fuori della vera struttura del caffé. Però, è tutto ancora nell'aria: dobbiamo esaminare le proposte e sapere scegliere. Fermarsi a colazione o a cena, dunque, nell'atmosfera del Pedrocehi densa di rimembranze. Una prospettiva ch.e non dovrebbe recare turbamento nemmeno ai padovani più tradizionalisti, secondo Guido Montesi. -Che cosa ci sarebbe, di strano? Assurdo parlare di profanazione dell'ambiente, dello spirito del locale. Non dimentichiamo che il Pedrocehi in tutti questi anni è stato un luogo d'incontro di tanta gente, di uomini di cultura, di studenti: continuerà ad esserlo, anche se durante gl'incontri vi si mangerà qualcosa-. Giuliano Marchesini
Persone citate: Guido Montesi, Montesi ? I, Nicolò Tommaseo, Paoletti, Prati, Rossini
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