Turi Ferro: «Era un bimbo che maneggiava una bomba»

Turi Ferro: «Era un bimbo che maneggiava una bomba» Turi Ferro: «Era un bimbo che maneggiava una bomba» DAL NOSTRO INVIATO CATANIA — «Era come un bambino che maneggiava una bomba, che voleva vedere com'era fatta dentro. Gli dicevano 'Non ti immischiare', e lui continuava, quasi fosse un gioco...». Nella hall di un albergo, sprofondato In una poltrona, Turi Ferro, attore catanese, parla del giornalista-scrittore ucciso l'altra notte a due passi dal Teatro Stabile: il suo amico Pippo Fava. Amico, anzi, non proprio: «Ci saremo visti sette volte in tutto: incontri 2'rofcssionali, tra gente di teatro, per mettere a punto la sceneggiatura de "L'ultima violenza', il suo più recente lavoro. Nessun discorso specifico, uè ideologico. Pippo l'ho conosciuto solo come un uomo aperto, leale: uno che campava bene anche con tremila lire in tasca, che alla sera, andando a cena, ti diceva "non ho un soldo' oppure pagava tutto lui». Nell'incontro c'è qualcosa dì surreale: è davvero insolito sentir parlare di mafia uno che tante volte, nei film, nei lavori teatrali, ha prestato la faccia, il carattere, ad un'immagine quasi oleografica del ..boss... All'uomo che dal balcone guardava sprezzante il rapitano de «Il giorno della inetta». «Io non sono solo un uomo li spettacolo — continua Ferro — ma soprattutto un testimone del mio tempo: è per questo che sono rimasto a Catania, che con pochi amici ho abbandonato il repertorio •classico per trovare negli scritti di Sciascia, dello stesso Pippo Fava il vero senso delle cose. Per' portare sul palcosce,nico storie che facessero capir re un po' di più dì quello che accade in Sicilia, e che non è una cosa soltanto nostra...». ' Attimo di pausa, poi 11 mdnologo riprende: «A lungo mi ero illuso che per esaurire il inio impegno civile bastasse I' applauso di mille, duemila persone a Catania, a Palermo, a Siracusa. Oggi vedo che non è cosi: la gente, anche se in sala applaude, una volta fuori toma a rinchiudersi in casa, non si affaccia mai per vedere cos'è successo. L'urna7iità è come invecchiata, logo'rata: oggi le pistole le Itanno in mano anclie ì ragazzi. Noti c'è più un amico: e cosi succede che. dall'altra parte, quah cimo commetta queste cose». —Qual'è .l'altra parte»? ' «ì4/i, mi riferivo solo a quella che ììon viene al teatro: chi non entra in teatro non è amico mio...-. —Come, chi non entra in teatro? Pensa siano stati quelli ad uccidere Pippo Fava? «La chiave di questa vicenda, io non ce l'ho. Amo la vita, la gioia, i bambini, il rapporto con gli altri... Secondo me non e possibile che l'abbiano ucciso per i suoi scritti. Sciascia, se è per questo, ha tratteggiato ben altri personaggi: l'onorevole, l'alto prelato, il ministro. Pippo era scomodo solo perché cercava la verità, la verità che lui supponeva. Era un ragazzo, uno che si sedeva per terra... e in fonder, non era neanche in prima li* nea. Un delitto di mafia? E chi lo può dire? Lui era sco« modo perclié cercava la ver rità: ina sappiamo poi se era una verità assoluta? Ad ucciderlo potrebbe essere stato chiunque: in teoria, dico, perfino uno scontento del suo spettacolo...». In quello spettacolo. Turi Ferro faceva la parte dell'avvocato Bellocampo. Uno che prende .parte a un processper scoprire, tra un gruppo d. mafiosi, chi è stato l'assass no di suo figlio e quando sta pei capirlo vede uccidere in aula 11 testimone chiave. « Un 'muro ben fatto, con ventoth repliche, più di ventimil spettatori... ma nulla a eh vedere con una campagn, Noi, dal palcoscenico, non d. cevamo agli spettatori 'segui teci. state con noi'. In queste posto, nella Grecia di ieri, nella città di Pirandello g. z.'

Persone citate: Pensa, Pippo Fava, Pirandello, Sciascia, Turi Ferro

Luoghi citati: Catania, Grecia, Palermo, Sicilia, Siracusa