Il contingente italiano non lascerà i campi profughi di Sabra e Chatyla di Alberto Rapisarda
Il contingente italiano non lascerà i campi profughi di Sabra e Chatyla Respinta, ufficiosamente, la proposta del presidente libanese Gemayel Il contingente italiano non lascerà i campi profughi di Sabra e Chatyla Da Craxi l'ambasciatore saudita - Auspicata la riconvocazione della conferenza di Ginevra ROMA — L'Italia non abbandonerai campi palestinési di Sabra e Chatyla per andare a controllare altre zone di Beirut, come sembra stia chiedendo il presidente libanese Gemayel. Una proposta ufficiale in proposilo non c'è ancora stata, ma sono rimbalzate a Roma solo notizie di agenzia sul piano dell'Arabia Saudita per la pacificazione in Libano. E l'accogllenz»<ltìl governo italiano è slata assai fredda. Fonti ufficiose lianrfj? confermalo che decisioni importanti come la diversa utilizzazione del conligente italiano a Beirut possono essere prese solo su richiesta di tutte le parti die si stanno scontrando in Libano, compreso il capo del drusi Walid Jumblall. E comunque, i campi palestinesi potranno essere lasciali solo se 11 controllo pncodnnsmnAt-tpnBCPdpmpm passa a He Nazioni Unite. Ma l'accordo tra i libanesi non c'è. ieri sono ripresi 1 combattimenti e Jumblatt ha dello chiaro che -la soluzione non è l'iefua». Di conseguenza non t vicina neanche la risposta italiana. Ieri mattina il ministro della Difesa Spadolini ha telcionalo al generale Anglonl, comandante del contingente Italiano a Beirut. -per essere informato dei contatti con le autorità militari e politiche libanesi in vista del nuovo "piano di sicurezza per Beirut e per il Libano"-. In giornata 11 presidente del Consiglio Craxi ha ricevuto a Palazzo Chigi l'ambasciatore dell'Arabia Saudita, Al Torki, per avere anche lui chiarimenti sul piano di pare. Si prevede che alla riunione dei ministri finanziari di martedì pLdcbsznbvinsdcSnvlssdnsn prossimo, si discuta anche del Libano. In serata Palazzo Chigi ha diffuso una nota sull'incontro con l'ambasciatore dell'Arabia Saudita, nella quale si auspica una rapida riconvocazione della Conferenza di Ginevra. Craxi lia scritto a Jumblatt assicurando che il governo italiano fornirà anche in futuro qgiU.conlribulo |x>sslbilc perché c'essi» 11"drammadejjp sopiunilà libanesi-sradicato dai loro luoghi di origine. Secondo l'Italia, queste comunità debbono tornare nei loro villaggi. L'idea di utilizzare gli italiani come «cuscinetto» o «osservatori» sullo Cium! non sembra venga presa in considerazione dal governo italiano. Negli ambienti del ministero della Dilesa si sottolinca invece che il problema l a o e a. o n aia » eai il ari re a della riduzione degli uomini della forza multinazionale riguarda ormai tutti, ed anche l'Italia. Quegli italiani che rimarranno a Beirut continueranno a proteggere I campi palestinesi, cosi come' fu deciso dal Parlamento con l'accordo di tulli i partili. Lasciare i campi, tra l'altro, significherebbe perdere l'unica vera garanzia per la nostra Immuni- Secondo il piano che era stato attribuito a Gemayel (ma ieri non lo ha confermato) i militari italiani avrebbero dovuto andare a presidiare una zona di Beirut Ovest rimasta oggi scoperta dopo che i francesi si sono ritirati. Si tratta di un quartiere ad un passo dal palazzo presidenziale di Gemayel, popolato da migliaia di profughi sciili. Nel frattempo 1 francesi dovrebbero rimanere solo nei quartieri cristiani di Beirut e lungo la linea di demarcazione col settore musulmano. E gli americani si parcheggerebbero sulle loro navi, lasciando una forza di controllo all'aeroporto. Escluso, come hanno fatto le nostre fonti ufficiose, che gli il aiìaiii possano ritirarsi dai campi palestinesi, sembra assai difficile prevedere altre utilizzazioni per il conligente italiano. Alberto Rapisarda
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