Un «Sogno» magico e lunatico come forse voleva Shakespeare di Osvaldo Guerrieri

Un «Sogno» magico e lunatico come forse voleva Shakespeare Al Carignano lo Stabile di Bolzano con Galavotti e Palmer, regia di Bernardi Un «Sogno» magico e lunatico come forse voleva Shakespeare TORINO — Forse è proprio vero elle protagonista assoluta dello shakespeariano Sogno di una notte di mezza estate è la luna: la luna dei lunatici, dei poeti, dei matti, degli stregati; la luna di maggio, sotto il cui disco si risveglia la natura e fermentano le fantasie, anzi le fancies, iome le chiama Shakespeare. Merito principale del Sogno presentato al Carignano dal Teatro Stabile di Bolzano con la regia di Marco Bernardi e la traduzione di Angelo Dallaglacoma è l'avere svelato una «lunarltà» e una lunaticità che si espandono sulle vicende incrociate e sulle differenze di tono volute da Shakespeare. Da una parte assistiamo alle mitiche nozze di Teseo e Ippolita, dall'altra al lungo e fatato contrasto tra Oberon e Titania per il possesso di un giovanetto, e altra ancora agli arcadici amori di quattro giovani ateS'intreccia con tutto questo la recita dei comici, i quali sono chiamati a rappresentare la favola di Piramo e Tirse alle nozze di Teseo, ma qui, inspiegabilmente, mettono in scena, e senza alcun rapporto con l'originale, Romeo e Giulietta. Per allestire il suo spettacolo, Bernardi forse ha pensato al modo in cui probabilmente lo mise in scena il giovane Shakespeare. Ha chiamato un volenteroso trio di musici, cui ha affidato il compito di preparare o contrappuntare le azioni, e ha esaltato un lirismo e una buffoneria senza sfumature. In. un univèrso effimero di stracci, che fingono la città, il palazzo, la foresta, Bernardi Ubera un gioco incantato che ha nell'amore il suo perno e i suol ostacoli e raggiunge il culmine nel bosco dominato da divinità, elfi, piante magiche, folletti bizzarri, Qui Oberon e il suo servo Puck annodano arti stregonesche per ricondurre alla ragione Titania e per instillare il giusto amore nei cuori di Ermia, Lisandro, Demetrio e Elena. E' il momento di grazia del Sogno, anzi è il trionfo del sogno in assoluto. Sarebbe stato necessario, per suggerire le erratiche avventure della mente, una recitazione sva- gata e lunare. Soprattutto per Puck, artigiano degli incantesimi, spirito onnipresente e vagamente luclferlno. E non sarebbe stato male se i quattro giovani innamorati avessero utilizzato la scena come l'equilibrista il filo. Ci hanno costretti a vedere un altro tipo di performance sui cui pregi è meglio glissare. Per fortuna Gianni Galavotti, che Interpreta Oberon e Teseo, è quell'attore fine e sardonico che conosciamo. Ha saputo portare la sua presenza beffarda dentro un gioco non sempre leggero. Con lui vanno ricordati Carola Stagnaro, nelle parti di Ippolita e Titania, e Renzo Palmer, che era il corposo, terragno Fondelli, l'artigiano ateniese chiamato a interpretare nella recita per.il principe il personaggio di Romeo. A lui erano affidate gags, nonsensi e guitterie, che l'attore ha reso con partecipazione, suscitando risate e applausi. Osvaldo Guerrieri

Luoghi citati: Bolzano, Torino