Lo scandalo casinò non è finito e la Vallèe teme un altro blitz di Piero Cerati

Lo scandalo casinò non è finito e la Vallèe teme un altro blitz Eletto ad Aosta il nuovo presidente della Regione Lo scandalo casinò non è finito e la Vallèe teme un altro blitz AOSTA — Tre blitz della Guardia di Finanza. 14 persone in earcerc. tre latitanti siugglti a un ordine di cattura, quattro inchieste condotte da tre giudici istruttori di Torino, poi vi sono gli arrestati, interrogai i e scarcerati: questa in sintesi la vicenda del Casinò de la Vallèe, che ha decapitato politicamente, sino a ieri, la Valle d'Aosta. Mario Andrione, ex presidente del governo regionale, dimissionario pei' lettera dal suo sicuro rifugio all'estero (ma c'è chi sostiene sia nascosto in Valle), ha lasciato sgomenti i suoi sostenitori, che continuano a inviargli attestati di solidarietà, e perplessi i suoi avversari, die lo credevano più battagliero, anche nell'al1 rontarc la giustizia. Chi sperava in una protesta ••popolare» di fronte all'ordine di arresto dell'uomo che più ha rappresentato in questi anni l'autonomia e la val• dostanita ammette oggi di essere rimasto deluso. Non c'è stata rivolta e i tempi del «regtntent des socques- paiono ormai lontani. Sembra destinato a spopolarsi anche il Palazzo di giustizia: se ne va il pretore Selis, destinato ad altro uflicio a Homa: ha chiesto il traslerimento il sostituto procurato¬ re Riecomagno. che ha nostalgia delle sue Langhe: una procedura per cambiamento di sede è stata aperta dal Consiglio superiore della magistratura a carico del procuratore capo Giuseppe Toni, che però reagisce per dimostrare la sua estraneità alle accuse lanciategli -da uiia campagna di stampa diffamatòria». Di notte sono in parecchi ad avere il sonno agitalo e il vestito sulla sedia ai piedi del letto, pronti a balzare con il cuore in tumulto se il campanello squilla alle 5 del mattino perchè il figlio ha latto baldoria sino a tardi ed è senza chiavi di ;:asa. Si teme un altro blitz, perchè il dopo-Casinò non è affatto incominciato. Gli interrogatori a Torino dei commissari regionali continuano e dai verbali possono saltar fuori altri nomi, le auto blu della Guardia di Finanza arrivare all'alba e ripartire a giorno fatto per carceri diverse. La Finanziaria regionale e in pratica sotto sigillo: funziona, ma ogni pratica svolta con la presidenza Ramerà (anch'egli in prigione) è seguita, osservala, valutata da un finanziere. Non e un quadro allegro. E allora che cosa cambia in Valle d'Aosta in questa attesa e dopo tanti arresti? Nulla. Il presidente si è dimesso, la giunta anche, ma da ieri la Regione ha il nuovo presidente, il più giovane nella sua storia politica: Auguste Rollandin. 34 anni, che alle elezioni di giugno ha ottenuto il maggior numero di preferenze. Rollandin è di Brusson, montanaro della Val d'Ayas. dal carattere chiuso e duro, assai simile a Andrione, di cui era il «delfino» (i suffragi ottenuti avevano messo a tacere talune .gelosie»), ma più uomo di pubbliche relazioni. Veterinario, assessore alla Sanila, continuerà a mantenere l'incarico all'Agricoltura perchè aveva comincialo a lavorare bene -e IMI lavoro fui lo bene non si può interrompere*, ha detto il suo movimento, l'Union Valdòtainc. resterà in carica sei mesi, poi il governo regionale farà una verifica. Se è cambiato, per lorza del destino, il presidente, non è mutala allatto la giunta: gli assessori sono gli stessi del governo Andrione, e invano il pei ha chiesto l'alternativa di sinistra (un'alleanza con l'Union Valdòtainc) e il psi un incarico esplorativo al presidente per consultare e- confrontarsi con tutte le forze politiche democratiche. Per l'opposizione tanta fretta e una giunta «riveriticiutu di fresco- sono ingiustificate. 'I/amministrazione della regione non può fermarsi — ha replicalo Rollandin. aggiungendo: — Non vi sono alternative anche se ni fossero altri arresti». 11 presidente dell'Union Valdòtainc, Ferrili, è slato più difensore dell'autonomia: -Senza tiri presidente eletto si correva il ri Schio di avere un commissario nominato da Roma.-. E i veleni della capitale non si addicono all'aria di montagna. «Quando avevamo chiesto di entrare in giunta — ha dello il psi — ci hanno tutto l'esame finestra. Poi hanno fatto sapere, clie il psi i) uguale alla mafia: adesso abbiamo visto da che parte stanno i mafiosi». La maggioranza, sempre uguale ante e post blitz, ha latto fronte compatto, aiutandosi nel volo segreto con l'autocontrollo elei suffragi e qualcuno he è rimasto disgustalo. Ma ancor prima di giungere al Consiglio, quando già serpeggiava, la voce di nuovi arresti (mai spenta), alcuni segretari avevano parlato chiaro: Se qualcuno ha in tasca anche soltanto un mandato di comportatone, non cerchi di nasconderlo, lo dica: non facciamo le figure del ciarlatani con l'eleggere una giunta costretta a dare le dimissioni poche ore dopo*. Tutti smentiscono la solenne paura e si lamio torli del latto che i -franchi tiratoriquesta volta sono apparsi Ira l'opposizione. Forse c'era chi voleva a tulli i costi eleggere la giunta per poi aspettare, tranquillo, come andrà a finire. Piero Cerati

Persone citate: Andrione, Auguste Rollandin, Giuseppe Toni, Homa, Mario Andrione, Rollandin, Selis

Luoghi citati: Aosta, Ayas, Brusson, Roma, Schio, Torino, Valle D'aosta