Un colpo di coda per Arafat

Un coipo di coda per Arafat Il vertice di Al Fatah non lo sconfessa dopo rincontro con Mubarak Un coipo di coda per Arafat Il rischio per il presidente Olp era grave - Il colloquio del Cairo viene definito una «iniziativa personale » N08TRO SERVIZIO TUNISI — Gli 11 membri del Comitato centrale di Ai Fatah, l'organizzazione di Arafat all'interno dell'Olp, hanno dovuto discutere e trattare per quattro notti e tre giorni prima di riuscire a stendere un progetto di dichiarazione che esprimesse una parvenza di consenso, sia pure raggiunto con estrema fatica. Il testo (ogni frase è frutto di un dibattito a volte aspro) è stato diffuso nel pomeriggio, dopo un enpesimo esame. All'Inizio, un compromesso pareva lontanissimo. Un abisso divideva Arafat dai dicci compagni, i quali esigevano che il presidente dell'organizzazione facesse una vera autocritica sul suo colloquio del 22 dicembre scorso con il capo dello Stato egiziano Mubarak al Cairo. Questa visita nell'unica capitale araba clic abbia firmato la pace con Israele, dicevano, aveva creato un grave imbarazzo a molti Stati arabi, e causato profonde divisioni nell'opinione pubblica palestinese. Per la prima volta nella sua storia, Al Fatah rischiava di spaccarsi; ed era un rischio reale, stando alle dichiarazioni piuttosto aspre raccolte tra gli esponenti militari e politici dell'organizzazione negli alberghi di Tunisi. I detrattori di Aralat definivano il leader Olp un «Sadat palestinese», e ne preannunciavano la destituzione o le dimissioni. E Arafat, contrariamente al solito, nelle poche, furtive comparse in pubblico evitava le domande dei giornalisti: -Le cose si aggiusteranno-, borbottava con gli oc- chi bassi e un'espressione cupa. Si sapeva però che il leader Olp non solo rifiutava di fare autocritica, ma si opponeva anche a citare la vicenda della visita al Cairo nella dichiarazione finale. Nelle riunioni a porte chiuse, ripeteva sino alla noia che il suo incontro «casuale., ma pur sempre storico con Mubarak si era svolto sull'onda dell'emozione suscitata dalla calorosa accoglienza degli egiziani in occasione dello scalo a Porto Said e a Ismailia. Ora, grazie al compromesso raggiunto, Arafat può salvare la faccia, pur ponendo del limiti al suo margine di manovra. Nel testo concordato. Il Comitato centrale di Al Fatah esprime rinnovata fiducia nel presi¬ dente, ma giudica la visita in Egitto .un'iniziativa personale contraria alle norme della direzione collegiale che per tradizione vigono all'interno di Al Fatali'. La gravità attribuita a questa «colpa» è compensata dall'aspra denuncia della Sirla e della Libia, e delle organizzazioni palestinesi vicine a Damasco. Queste organizzazioni non sono nella posizione migliore per criticare l'Incontro del Cairo, afferma in sostanza il comunicato finale, avendo coperto con il loro silenzio il massacro di palestinesi a Tripoli da parte delle forze siriane e le trattative in corso fra Damasco e il governo libanese, 11 quale, in base all'accordo del 17 maggio 1983, ha firmato la pace con Israele, esattamente come il governo del Cairo. Il Comitato centrale di Al Fatah sdrammatizza dunque l'incontro Arafat-Mubarak, minimizzandone la portata. Il comunicato riafferma la sua opposizione agli accordi di Camp David e al Piano Reagan, e rinnova la sua fedeltà alle risoluzioni approvate nel febbraio scorso dal Consiglio nazionale palestinese, il Parlamento della resistenza. A questo proposito, ricorda che il dialogo con re Hussein per una Confederazione giordano-palestinese può proseguire soltanto nell'ottica della creazione di uno Stato palestinese indipendente sotto l'egida dell'Olp. E rincontro del Cairo, precisa la dichiarazione, si inquadra In questa prospettiva. Le ragioni di Arafat non sono quindi sconfessate, anzi: i membri del Comitato centrale si dichiarano all' unanimità favorevoli al proseguimento degli sforzi destinati a riportare l'Egitto nella famiglia araba. «Concordiamo nel ritenere che il peso dell'Egitto sul piano regionale e internazionale è indispensabile al successo della causa palestinese — hanno dichiarato alcuni membri del CC —. Le nostre criticlie ad Arafat sono di ordine esclusivamente formale, in quanto riteniamo che il suo viaggio al Cairo sia stato inopportuno e mal preparato-. Secondo queste fonti, era previsto che la direzione di Al Fatali «aprisse» a Mubarak, ma l'apertura si farà solo dopo la composizione del conflitto interno all'Olp. Inoltre, verrebbe chiesto al Cairo-un «prezzo politico» per aprire un dialogo che toglierebbe l'Egitto dall'isolamento. La leggerezza che viene rimproverata ad Aralat. cioè, è quella di avere «riconosciuto» senza contropartita 11 successore di Sadat. In privato. I dirigenti di Al Fatah ammettono che 11 trattato di pace Israelo-egiziano è un .fatto irreversibile.: la speranza alla base della loro strategia è quella di rimettere in questione, con l'aiuto dell'Egitto, soltanto la seconda parte degli accordi di Camp David, quella sul futuro dei territori occupati. E si dichiarano disposti ad avallare le proposte di Francia e Egitto contenute nel progetto di risoluzione presentato al Consiglio di sicurezza nei luglio '82, progetto che prevede il riconoscimento «reciproco e simultaneo, tra Israele e l'Olp e l'apertura di negoziati di pace. Ma la principale preoccupazione è di evitare lo sgretolamento dell'Olp. L'unità è .la nostra conquista politica più preziosa-, ha detto Abu Iyad. A questo scopo, dovrebbero essere imminenti colloqui con i tre gruppi dissidenti — il Fronte popolare di Georges Habbash, il Fronte democratico di Hawatmeh e il partito comunista — i cui rappresentanti erano attesi nella notte a Tunisi, provenienti da Damasco. Eric Rouleau Copyright tìje Mondi'» e per l'Unii.i ci.a Sluinpu» Anif.it visto da Irvine (Copyright N.Y. Revicw ol Books. Opera Mundi r per l'Italia -La Stampa-)