Parigi riduce i parà a Beirut

arigi riduce i para a Beirut Quasi cinquecento uomini su 1750 torneranno alia forza Onu nel Libano Sud arigi riduce i para a Beirut ntro la fine del mese - Un comunicato ribadisce l'impegno della Francia - La decisione dopo gli attentati (5 lorti) della notte di San Silvestro contro un Tgv e la stazione di Marsiglia - L'«Organizzazione della lotta •armata araba», legata al terrorista Carlos, rivendica gli ordigni: «Rappresaglia per i bombardamenti su Baalbek» , DAL NOSTRO INVIATO PARIGI — Il governo francese ha deciso di ridurre la sua partecipazione alla Forza multinazionale: quasi un terzo del para (482 su 1750) lasceranno la vulcanica, impreve- i dibile Beirut entro la fine del mese. L'annuncio è stalo dato ! nel pomeriggio di ieri con un 1 comunicato congiunto franco-libanese, in cui si ribadisce tuttavia l'impegno della Francia in quel Paese medio- ! rientale. Il reparto ritirato I dalla capitale insicura non sarà rimpatriato, ma ritornerà nel meno agitato Sud del Paese, reintegrerà i ranghi dell'Unifil (la iorza militare operante da anni nelle regioni meridionali, sotto il comando delle Nazioni Unite), alla quale era stato tolto provvisoriamente quindici mesi or sono. Questo spostamento di unità all'interno del Libano, si fa rilevare a Parigi, non riduce la presenza francese e non cambia la missione dei soldati che continueranno a partecipare alla Forza multinazionale. Dopo l'attentato del 23 ottobre, che uccise 58 para, il go_ verno di Parigi ha avviato una manovra di «ridispiegamento- del suo contingente a Beirut al line di garantire una maggiore sicurezza. Il ministro della Difesa. Charles Hernu. ha assistito personalmente a Beirut alla prima fase dell'operazione che ha portato al ritiro da Sabra e Chatyla di alcune unità: uno sganciamento che ha provocato gli aspri combattimenti di Natale tra milizie sciite ed esercito libanese, entrambi ansiosi di occupare le postazioni abbandonale dai francesi. La manovra ha sollevato a Parigi alcuni interrogativi polemici. Il Nouvel Observateur, in particolare, si è chiesto: «// contingente francese ha rinunciato alla protezione dei campi palestinesi di Sabra e Chatyla, die era una delle missioni principali della Forza multinazionale?'. Senza venir meno al suo ■impegno libanese, la Francia - mitterrandlana cerca legittimamente di proteggersi dalle ! i ! 1 ! I ! minacce dei gruppi di estremisti sciiti che hanno compiuto l'attentato del 23 ottobre a Beirut e che sabato scorso, l'ultimo giorno dell'anno, hanno fatto esplodere in Francia due bombe, una su un TGV (treno a grande velocità) e l'altra in una stazione ferroviaria di Marsiglia. Questi due ultimi atti terroristici, che hanno ucciso 5 ìiersonc e ne hanno ferite 50. sono avvenuti alla scadenza di un ultimatum lancialo il 22 dicembre dall'organizzazione «Jihad (guerra santa) Islamica... che si sospetta formata per l'appunto da elementi estremisti sciiti. Tra le molte rivendicazioni degli attentati di sabato, la più attendibile sembra quella, fatta Ieri pomeriggio, dell'.Organizzazione della lotta armata araba... un gruppo legato alla ..primula rossa., del terrorismo internazionale. Ilich Ramlrez Sànchcz dello Carlos. L'organizzazione si è addossata anche la responsabilità della bomba al Centro culturale francese di Tripoli nel Libano. Un uomo che parlava con marcato accento arabo ha detto in una lelefo- nata all'agenzia Afp: - Vendichiamo i nostri martiri e le vittime degli attacchi dell'aviazione francese contro le nostre case perpetrati il 17 novembre 1983. Nessun'altra aggressione resterà impunita-. 11 17 novembre, gli aerei della Cìemenccau avevano bombardato il campo degli estremisti sciiti vicino a Baalbek. L'ultimatum di • Jiluicl islamico» era precisa: -Le forze francesi e americane devono lasciare Beirut entro dieci giorni, altrimenti provoclieremo un vero terremoto sotto i loro piedi-. E dicci giorni dopo, non a Beirut come nell'ottobre scorso, ma in Francia, sono esplosi i due ordigni che avrebbero potuto fare molte più vittime. E' nata cosi nelle ultime ore quella che alcuni, a Parigi, chiamano -la sindrome Khomeini-. E' ì'avatollah di Teheran che muove i terroristi in Libano e'in Francia? Molti lo pensano. Lo stesso ministero degli Interni sembra di questo parere, poiché proprio nei giorni scorsi ha espulso un certo numero di diplomatici iraniani sospetti, Ed è un dubbio, o addirittura una convinzione, basata sul fatto che Khomeini si considera in guerra con la Francia, da quando il governo di Parigi ha venduto all'Iraq aerei Super-Etendard e missili BxoceU 1 quali vengono impiegati nella guerra del Gollo contro truppe e navi iraniane. Mentre veniva annunciata la riduzione della partecipazione alla Forza multinazio naie, che diminuirà gli obiettivi di eventuali attentali nel Libano, in Francia si moltiplicavano le misure di sicurezza Da ieri I TGV sono scortati da gendarmi, e le stazioni palla gitale. La sorveglianza sarà via via estesa ad altri treni ra pidi. Ma non e possibile sorve gllare ogni angolo di strada, è difficile parare i colpi del terroristi, lia spiegato il ministro degli Interni. Per gli edifici pubblici — dal palazzo presidenziale dell'Eliseo ai mini steri t-, è(64£to,dicl>iaralo (o stato di •sèiisuntìsat'ion». che è meno di uno stato d'allerta, b.v.

Persone citate: Charles Hernu, Gollo, Khomeini, Nouvel, Sabra