In fondo all'atomo una stringa

In fondo all'atomo, una stringa In fondo all'atomo, una stringa Fisica l'energia degli acceleratori. Tutti i fisici sono più o meno d'accordo nel ritenere questa qualifica di elementarità come una convenzione la cui utilità diventa sempre più dubbia. La prima versione della «stringa» fu un tentativo di rappresentare una grande varietà' di particelle come stati diversi dello stesso sistema. Questo sistema fisico universale aveva la forma di una corda flessibile e capace di vibrare, di ruotare su se stessa e di spostarsi nello spazio; le dimensioni della corda erano abbastanza piccole, dell'ordine del Fermi o femtometro (11 quadrlllonesimo di metro), paragonabili a quelle sub nucleari. Ogni particella fisica doveva corrispondere a un particolare stato di movimento della stringa. Il modello ha prodotto sviluppi matematici di estrema eleganza e ha fatto scoprire delle analogie e dei legami nascosti tra campi apparentemente diversi della matematica e della fisica, t FUt teoente monte ci ci è rési conto che loistesso modello, realizzato su di una scala di grandezze enormemente più piccola (per un fattore di circa 100 miliardi di miliardi, 10 alla ventesima potenza), potrebbe servire per costruire una teoria unificata della gravita- AANCHE i fisici sono uomini e anche loro, giunti a fine anno, si guardano attorno, fanno un consuntivo dell'annata e; pena trascorsa e cercano ... pianificare le attività future. Per i fisici sperimentali il 1985 è stato un anno di respiro dopo la scoperta della «luce pesante». OH americani stanno sviluppando una loro tecnologia per l'antimateria e sperano di raggiungere e di sorpassare l'Europa in questo campo. Questo sorpasso non avverrà comunque nell'86. Non desta dunque sorpresa che 11 Nobel per la Fisica sia stato dato a un fi-' slco dello stato solido, per l'effetto Hall quantlstico, e non a un fisico delle particelle. La fisica teorica è invece contagiata dalla febbre della «stringa», uno strano modello per le particelle elementari, proposto una decina di anni orsono da Nambu, un giapponese trapiantato negli Usa, e sviluppato a più riprese da vari gruppi di fisici teorici sparsi .per tutto il mondo. Tra gli italiani che hanno dato contributi importantissimi citerò Rebbi e Veneziano. Qual è la ragione di questo successo? Le particelle elementari sono moltissime, e altre ne vengono scoperte ogni qual volta si aumenta Georgi ha subito risposto acidamente che una teoria che si occupi di cose cosi piccole dovrà per forza rimanere un bell'esemplare di matematica dilettevole ma comunque priva di contenuti. La palla è passata a Schwartz, e questi ha subito replicato che chi criticava la stringa aveva poi fatto fortuna in fisica teorizzando particelle grandi appena 10 mila volte la stringa stessa, una vera miseria rispetto ai venti zeri cui ho accennato prima. Aggiungerò che comunque la stessa frase di Georgi veniva detta a proposito degli atomi non più di mezzo secolo fa da luminari dei nostri Atenei. Purtroppo non si vede come la fisica sperimentale possa risolvere questi problemi a breve scadenza. Avremmo bisogno di acceleratori grandi come la galassia e di esperimenti che durerebbero miliardi di anni. Neppure Rubo la arriverebbe a tanto. Intanto si mormora che al Cern, come altrove, solamente 11.3 per cento del tisici teorici non lavori-sulla stringa. Un deplorevole esemplo di conformismo scientifico. E lo che faccio? Penso alle vacanze di fine anno e poi forse mi metterò a lavorare sulla stringa. zlone e di altri campi. Questa teoria sarebbe libera da moltissimi inconvenienti che rendevano difficile la coesistenza della meccanica del quanti e della relatività generale di Einstein. Di qui l'entusiasmo del teorici che si sono buttati in massa sul nuovo Eldorado seguendo l'esemplo di Witten, l'uomo1 di punta di Princeton, uno del più brillanti giovani fisici teorici di questi ultimi anni. Non sono mancate le polemiche scatenate da coloro che fino a ieri erano ascoltatlsslml e che oggi si sentono lmprowlsaajeate «ab* bandònatl. Witten. (JJchtara che la nuova teoria dominerà la scena teorica per 1 prossimi 500 anni (o forse erano solo 50), frase che ne riecheggia una più celebre usata, a ragione, per il matematico Abel nel secolo scorso. Tullio Regge

Persone citate: Einstein, Nambu, Schwartz, Tullio Regge, Witten

Luoghi citati: Europa, Usa