Le miniere da sfruttare nell'altra faccia della civiltà dei consumi

Le miniere da sfruttare Le miniere da sfruttare nell'altra faccia della civiltà dei consumi LA quantità di rifiuti solidi urbani prodotta annualmente In Italia è di circa 14 milioni di tonnellate. Di queste, solo circa 7,8 milioni (pari al 56,4 per cento) vengono raccolte dal normali servizi di nettezza urbana e avviate a vari tipi di trattamento o smaltimento. Il 32,8 per cento di questi rifiuti è costituito da materiali recuperabili e di Interesse economico, come carta, vetro, plastica e metalli. Tra 1 metalli è particolarmente Interessante l'alluminio, presente soprattutto sotto forma di contenitori a perdere per bevande, poiché da questi e altri rottami 11 metallo può essere recuperato con una spesa di energia che è circa 30 volte Inferiore rispetto a quella necessaria se si parte dal materiale di base (bauxite). L'esperienza acquisita da varie aziende municipalizzate sia nel nostro sia in altri Paesi Indica che è preferibile recuperare alla fonte 1 materiali utili in modo differenziato per mezzo di contenitori appositi, anziché procedere alla loro 6e-, lezione negli impianti di trattamento del rifiuti. Cosi Infatti si ottengono materiali di qualità commercialmente accettabile. I sistemi di recupero a valle prospettano una maggior varietà merceologica del materiali recuperabili, poiché In tal caso è possibile dividere 1 vari tipi di carta, plastica e metalli. Le rese produttive sono elevate e tali da permettere una più agevole soluzione del problema dello smaltimento. Ma purtroppo, la qualità del materiali stessi è spesso tanto scadente da rendere 500 miliardi di lire, 11 che vorrebbe dire un risparmio energetico di quasi due milioni di tonnellate di petrolio. L'Idea che il rifiuto sia recuperabile comincia a farsi strada, sia pure lentamente. Aziende pubbliche e aziende private stringono sempre più di frequente accordi per la raccolta e lo smaltimento o il riciclaggio, A Roma è nato, per esempio, 11 Consorzio Laziale Ecologico: uno del membri è la Sogeln, azienda del Co, mune, un altro è la società Ecoitalia di Milano; a Mila, no la Ecoservlzl di Brescia e la Ecodeco (private) hanno stipulato un patto con l'unità sanitaria che raggruppa nove Paesi dell'hinterland. Oppure si conducono studi in collaborazione: a Torino la Servizi Industriali opera d'intesa con la Fiat Engineering per un impianto-pilota capace di ricavare dai rifiuti vapore acqueo ed energia elettrica. Non basta. In tutte le grandi città sono comparse già da tempo le campane verdi per raccogliere il vetro. SI comincia a vedere in giro qualche macchina mangia-barattoli (In Italia si buttano ogni anno 900 milioni di lattine di bibite). E 1 cestini pubblici per la carta. E i contenitori di plastica (a Reggio Emilia) per le pile al mercurio usate (ne consumiamo 44 milioni in un anno). Insomma: si va sempre più spesso verso l'obiettivo civile di una raccolta differenziata del rifiuti. Antonio Lubrano difficile la loro commercializzazione. La commercializzazione del materiali di recupero dipende strettamente dalla ■loro qualità, che inevitabilmente risulta inferiore a quella delle materie prime e dipende anche dalle condizioni del mercato. Questo, pur esistendo sulla carta per la maggior parte del materiali di recupero, può non concretarsi, oltre che per motivi legati alla qualità e all'Intrinseco valore, anche per carenze organizzative, per vuoti normativi e infine per mancanza di un'effettiva e costante produzione del materiali di recupero stessi. E' ovvio che 1 recuperi non possono essere effettuati in mancanza di un mercato. Attulamente, lo stato della commercializzazione può cosi essere delineato sinteticamente per 1 vari materiali. Carta: 11 mercato esiste anche se la qualità della cartaccia ottenuta negli impianti di riciclaggio può presentare del problemi, almeno per alcuni usi. La vendita risente molto di un mercato fluttuante con continue variazioni del prezzo, | Vetro: 11 mercato esiste soltanto per il prodotto ricavato da raccolta differen- * zlata che viene reimpiegato senza molti problemi. Plastica: la qualità della plastica recuperata e molto scadente e le tecnologie proposte per 11 suo reimpiego appaiono tuttora non completamente affidabili o collaudate. Mancano, inoltre, Imprese attrezzate per 11 riutilizzo del materiale. Il mercato, quindi, attualmente è inesistente. Ferro: può contare su un mercato ormai consolidato e non pone problemi per la sua commercializzazione, anche se l'incidenza economica di questo materiale è trascurabile. Alluminio: la qualità del rottame ottenibile con la raccolta differenziata 6 molto buona e non pone problemi di reimpiego. Le quantità recuperabili, Inoltre, possono incidere notevolmente sulle Importazioni Italiane di rottame. Il prezzo di vendita del materiale recuperato è molto alto e 11 mercato è ricettivo. Compost: è il tradizionale prodotto di recupero dal rifiuti solidi urbani che soffre da sempre di problemi di commercializzazione legati alla scadente qualità con la quale esso sovente viene prodotto e alla mancanza di una efficiente rete organizzativa per la sua produzione e vendita, oltre che per l'assistenza agli agricoltori. Ha un mercato potenziale importante purché sia di buona qualità e a basso 'prezzo. 3 Nell'attuale panorama d'incertezza della situazione italiana esistono potenzialità e dubbi sulla riutilizzazione del vari prodotti ottenibili dai rifiuti solidi urbani. Sembra però opportuno sottolineare la necessità di intraprendere anche su larga scala una o poche serie iniziative-pilota, che siano ben controllate scientificamente, tecnicamente ed economicamente. SI tratta, insomma, di avere precisi punti di riferimento, anziché dibattere ulteriormente le ipotetiche e affascinanti possibilità offerte dal recupero di questi materiali o le varie filosofie di processo. i Angelo Orio

Persone citate: Angelo Orio, Antonio Lubrano

Luoghi citati: Brescia, Italia, Milano, Reggio Emilia, Roma, Torino