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Speciale Speciale Guenter V> aliraff vano nei macelli di Chicago. Ma una tale reazione nella Germania di oggi è veramente sorprendente». Vorremmo che Wallraff ci parlasse della sua persona, del perché questi travestimenti, dei motivi che l'hanno spinto a scegliere questa strada, una forma di giornalismo non molto ortodossa. »Si deve parlare del tema, non di me», mi dice, 'quello che conta sono le condizioni di vita di questi immigrati. Anche perché non si tratta solo di un problema tedesco. Ci sono gli arabi in Francia. E si sa in che condizioni vivono gli africani in Italia?». Parleremo più diffusamente anche del libro quando uscirà in Italia, gli prometto. Ora vorremmo sapere qualcosa di più su di lui e sul suo modo di lavorare. «Sul mio lavoro sono stati scritti innumerevoli saggi, anche tesi di dottorato. Ma lo non sono un teorico. A me interessa la pratica». COLONIA — Forse è un record mondiale, sostiene il settimanale •Der Spiegel». Certamente si tratta di un fenomeno culturale e giornalistico impressionante. Giunto fresco di stampa nelle librerie tedesche lunedi 21 ottobre, l'ultimo libro dello scrittore Ounter Wallraff ha venduto nel giro di due settimane 647.238 copie. Alcune grandi librerie della Ruhr sono arrivate a venderne anche mille al giorno. Tipografie e editore, travolti da una valanga di richieste, hanno distribuito al ritmo di 80 mila copie quotidiane. A fine novembre, questo libro di 256 pagine che racconta due anni nella vita in terra di Germania del turco Ali Levent Sinirlioglu, 30 anni, aveva già venduto più di un milione di copie. Per due anni lo hanno chiamato Ali, lo hanno sfruttato, malmenato, lo hanno coperto di ingiurie cercando continuamente di provocarlo con gli insulti; si è scontrato quotidianamente con pregiudizi e discriminazioni «razziali»; in una fattoria, per settimane, gli hanno dato da dormire in una stalla — in cambio di «vitto e alloggio» doveva svolgere i lavori più umili — costringendolo a non farsi vedere in giro per non compromettere il «buon nome» dell'azienda; lo hanno venduto alla giornata sul mercato dei moderni schiavi sottopagati, lavoratori illegali nelle mani di mercanti senza scrupoli di forza lavoro; preti cattolici gli hanno rifiutato — a lui che si dichiarava disposto a convertirsi — il battesimo cristiano. A dir poco è stato una specie di moderno inferno nel centro del più ricco e più avanzato Paese europeo. E lui ha raccolto materia- le, appunti, registrazioni magnetiche, è stato fotografato o ripreso con telecamere nascoste in tutte queste situazioni. Poi ha raccontato, ha scritto. Ha narrato con dovizia di particolari, talvolta grotteschi, talvolta addirittura satirici, talvolta raccapriccianti, tutto ciò che gli è accaduto. Cosi è nato il libro Ganz unteti (traducibile con «Proprio in fondo», o «8ul gradino più basso»). Ma lo ha potuto fare perché, in realta, Ali non era solo Ali: non era solo un giovane turco («madre greca, padre turco, attualmente disoccupato», cosi si presentava), da dieci anni in Germania, in grado di farsi capire in un tedesco stentato, un po' rozzo e sgrammaticato. Ali era anche il famoso scrittore e giornalista GUnter Wallraff, 43 anni, calvizie incipiente, ma con il fisico di uno che fa ginnastica un'ora al giorno, non fuma, anche se beve caffè a litri. Due persone in una. Avviene ormai da vent'anni che Wallraff assume ruoli, sembianze, modi di pensare e di parlare di altri per svelare gli aspetti più strani, incresciosi, ambigui della società tedesca. E dentro al travestimento, in qualunque situazione si trovi, anche se partecipa e soffre, c'è sempre lo scrittore, l'osservatore, il narratore. «Basta poco, in una società che dà molta importama alle cose esteriori, per essere in cima o in fondo alla scala sociale», mi dice GUnter Wallraff, nella sua vecchia casa (che lui stesso ha reso abitabile un po' alla volta) in un quartiere operaio di Colonia, nel cuore industriale dell'opulenta Germania occidentale: 'Basta una cravatta, un certo Greene sandinista Lavoratori turchi in Germania nia hanno raggiunto una tiratura totale di 4 milioni di copie, non s'aspettava un'accoglienza del genere. Non queste cifre, ad ogni modo. Non i dibattiti continui, sui giornali, nelle università, nel mondo religioso o alla televisione. Il primo libro sulla Bild Zeitung, però, era arrivato a vendere mezzo milione di copie, edizione tascabile compresa (fu tradotto anche in italiano: Il grande bugiardo, Feltrinelli). E aveva fatto perdere al giornale quasi un quinto del suol lettori. Ma questa «vita da turco» ha colpito ancora più a fondo l'opinione pubblica tedesca. •Il successo per un libro che rivela le reali condizioni di vita degli immigrati non è poi questa grande novità: ci fu un fenomeno simile negli Stati Uniti, quando Upton Sinclair pubblicò jiel 1906 The Jungle sulla vita degli immigrati che provenivano dai Paesi balcanici e lavora¬ tipo di occhiali, una data camicia di marca, un anello d'oro e gli occhi azzurri; oppure una parrucca scura, lenti a contatto per rendere scure le pupille e un linguaggio un po' sgrammaticato, i verbi non coniugati. Basta questo e sei accettato e rispettato oppure respinto e emarginato*. milioni di copie); si è fatto carcerare per più di un anno nella Grecia dei colonnelli (dove è stato anche torturato) e si è fatto passare per uomo della destra tedesca intenzionato a sostenere il generale Spinola quando costui, esiliato in Svizzera dieci anni fa, cercava armi in tutta Europa per far compiere atti di terrorismo in Portogallo. Le rivelazioni dello scrittore tedesco fecero fallire il tentativo di golpe della destra portoghese. Com'è andata con il turco Ali? • Ho avuto paura, veramente paura. Erano dieci anni che continuavo a rimandare questa inchiesta. Ora mi sento meglio. La risposta dei lettori, la partecipazione degli interessati, tutto sta a significare che il lavoro è servito a qualcosa». Ma un successo cosi strepitoso? Lo stesso Wallraff, i cui libri nella sola Germa¬