Sembra un fiasco: è il nido del pendolino

Sembra un fiasco: è il nido del pendolino Sembra un fiasco: è il nido del pendolino UNO stormo di ucoelti si staglia contr'o'il cielo limpido in una splendida formazione a V. Da terra sembrano una pattuglia acrobatica dell'aeronautica. Volano sicuri ad ali spiegate incontro a una meta misteriosa e lontana. L'osservatore che li guarda da terra affascinato, s'interroga. Cosa mai saranno? Oche selvatiche, gabbiani, gru, chiurli, pellicani? Tutte queste specie e altre ancora volano nella tipica formazione a V, con la rotazione periodica del capogruppo, mentre altri uccelli volano in ordine sparso formando grandi stormi di forma irregolare. Non è facile fare diagnosi a distanza. Bisogna tener conto non solo della silhouette degli uccelli, ma anche del loro' tracciato di volo — una linea retta o sinuosa — del modo di muoversi dei singoli individui, dell'epoca migratoria delle varie specie. Eppure, anche l'ornitologo distingue a fatica gli uccelli quando volano ad alta quota. Più facile riconoscerli da Dfcino, magari quando scendono a terra per riposarsi. Anche allora però ci vuole l'occhio esercitato. Un'arte che il dilettante può apprendere con l'aiuto di una guida alla osservazione degli uccelli, come quella che esce ora pubblicata da Zanichelli. Il testo, corredato da molte foto a colori, da tavo-. le e grafici, è dell'ornitologo tedesco Einhard Bezzel e si intitola II birdwatching. un termine diventato ormai popolare in Italia. Sintetico come molte parole inglesi, significa •L'osservazione degli uccelli*. E' un hobby che sta facendo sempre nuovi proseliti anche nel nostro Paese. Colui che lo pratica, il •birdwatcher*, è ' un innamorato della natura che camml-, na nei campi, nei boschi, sui monti, incurante della pioggia autunnale o del sole d'estate, tutto teso a sentire, a guardare' col binocolo e spesso a fotografare le creature alate. A furia di esercitare l'orecchio, impara a distinguere, quando si leva più alto nell'aria, in primavera, il canto del merlo da quello dell'allodola, le strofe del fringuello da quelle del prispolone, la voce della cinciallegra da quella ,dolcìsslma dell'usignolo. Un cardinale con il Concilio Le due anime dell'episcopato di lingua tedesca si scontrano, in un duello fra libri. Ratzinger, prefetto della fede, lancia la 'restaurazione'; Franz Koenig, cardinale di Vienna, grande elettore di Wojtyla, 'boccia' la tesi del teologo bavarese e rilancia l'ottimismo che sostenne il Concilio, in un interessante e vivace libro intervista di Gianni Licheri (Chiesa, dove vai. Boria, L.10.000). Al di là della polemica di questi giorni su una Chiesa che oscilla fra la tentazione a chiuder si nella sua identità, o a mescolarsi al mondo, il libro offre spunti storici sul pontificati di Giovanni XXJII e di Paolo VI che possono colpire anche i •non specialisti: Citiamo un episodio assolutamente inedito: Paolo VI chiese a un Sinodo, cioè a un'assemblea di vescovi, di decidere se i preti potevano sposarsi o no. E avrebbe reso operante qualsiasi decisione, in un senso o nell'altro. Ma la maggioranza, forse sopraffatta da tanta responsabilità, optò per lo 'Statu quo». (m. tos.) L'identificazione della specie e abba-. stanza facile attraverso il canto, purché— non ci si lasci trarre in inganno dagli imitatori. Un certo numero di uccelli imita la voce di altre specie. La cannatola verdognola ad esempio è maestra in questo campo. Non solo sa riprodurre alla perfezione i trilli di molte specie che convivono con lei nei suoi quartieri di riproduzione d'Europa, ma ha imparato anche ad imitare il canto di parecchi uccelli esotici che incontra nei suoi quartieri di svernamento africani. Non meno emozionante andare alla ricerca dei nidi, badando bene, s'intende, a non avvicinare quelli dove la madre o il padre stanno covando le uova, un rito sacro che non va turbato in nessun modo. S'impara cosi agevolmente a riconoscere il meraviglioso nido del pendolino, a forma di fiasco, che pende dalla biforcatura di un ramo o quello del codibugnolo a testa bianca, un sacchetto ovale pensile, finemente intessuto di muschi, licheni, fibre vegetali e ragnetele, imbottito internamente di una quantità incredibile di piume che l'uccello raccoglie una per una anche a un chilometro di distanza. Il volumetto di Ezzel non si limita ad istruire l'aspirante birdwatcher sul come riconoscere gli uccelli, i loro canti, i loro nidi, le uova e l nidiacel, indica anche in quale ambiente e in quale stagione dell'anno sia più facile imbattersi in questa 0 quella specie. Spiega inoltre i delicati meccanismi di equilibrio che regolano l'ecologia degli uccelli, il modo con cui le varie specie sfruttano le risorse ambientali adattandosi via via ai vari tipi di alimentazione. E poi, come c'era da aspettarsi, c'è un capitolo dedicato alla «Dexata quaestio* ■dei disturbi provocati dall'uomo all'ambiente: la distruzione dissennata delle' zone umide che toglie spazio alle specie limicole, le trasformazioni agrarie, l'uso del pesticidi, l'urbanizzazione, tutti fattori che contribuiscono pesantemente alla scomparsa di molte specie e alla rarefazione di moltissime altre. Un libro, questo, utile non solo agli aspiranti birdwatcher ma anche a tutti coloro che hanno a cuore le sorti delle creature alate piccole e grandi che solcano ancora i nostri cieli. Isabella Lattes Coifmann 1 1 Einhard Bezzel «Il birdwatching. Guida all'osservazione degli uccelli», Zani-elicili, 192 pagine, 18.000 lire.

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