Sorpresa: una lettera inedita di Machiavelli

Sorpresa: Sorpresa: una lettera inedita di Machiavelli PISA — Sorpresa alla Scuola Normale. Tra le carte di un importante archivio, quello Salviatl, è stata trovata una lettera inedita di Machiavelli: quattro facciate e mezzo, fitte fitte, firmate «servitor Niccolo Machiavegll secretarlo, e datate 28 settembre 1509.1 due studiosi che l'hanno scoperta sono Michele Luzzati, docente di Storia medioevale alla Normale, e Minetta Sbrilli, funzionarla dell'Archivio di Stato di Pisa. La lettera è venuta fuori durante lo spoglio e la catalogazione dell'archivio, che la famiglia Salviatl ha affidato per cinque anni, nel 1984, alla Scuola Normale. Dettata forse ad uno scrivano, è certamente di Machiavelli, come testimoniano la firma autografa e lo stile tipico del segretario fiorentino. E' diretta a Pisa ad Alamanno Salviati, personalità di spicco della repubblica fiorentina prima del ritorno del Medici al potere e dal 1509 Commissario Generale di Pisa. Tra Niccolò, che nel 1508-9 si era impegnato nella guerra di Pisa, ed Alamanno, che aveva comandato l'esercito fiorentino nella stessa città, c'erano stati frequenti contatti. In mezzo a tanti scambi ufficiali, questo privato, particolarmente lungo: un'iniziativa forse del segretario per ingraziarsi uno dei maggiori personaggi dell'oligarchia di Firenze. Niccolò dà ad Alamanno notizie e ragguagli sull'assedio di Padova da parte dell'imperatore Massimiliano d'Asburgo. L'imperatore era infatti rimasto l'unico a continuare il programma antiveneziano promosso da Papa Giulio II con la Lega di Cambra! del 1508. cui avevano aderito tutti i nemici di Venezia, colpevole d'avere attaccato i possessi pontifici in Romagna. La città lagunare, sconfitta ad Agnadello l'anno dopo, strozzata ma ancora in piedi, aveva ottenuto l'interruzione della guerra. Solo Massimiliano tentava ancora, nell'autunno del 1509. di conquistare Padova, dopo aver preso Vicenza e Verona. Nella lettera di Machiavelli, oltre alle informazioni di carattere bellico sull'assedio, tratte dalle relazioni di ambasciatori fiorentini e da altre fonti, sono importanti le circa tre pagine dedicate alle prospettive politiche italiane in rapporto all'azione di Massimiliano Di fronte alle paure di molti, Il segretario, attraverso tutta una serie di ipotesi, finisce con l'escludere che l'Imperatore rappresenti una effettiva minaccia per gli Stati italiani. •lo... non lo temo, pigli o non pigli Padova-, dice, lasciando intendere che i veri pericoli vengano dalla Francia e dalla Spagna, come poi è accaduto. Le conclusioni di Machiavelli nascevano certamente dalla conoscenza di Massimiliano, presso cui era stato mandato in missione nel 1507 al seguito dell'oratore fiorentino Francesco Vettori. La risposta del Salviati a questa lettera, pubblicata anche nell'ultima edizione delle «Opere di Niccolò Machiavelli, a cura di Franco Gaeta (Utet 84), si conosceva sin dall'800. Maurizia Tazartes