L'infinito di Kundera di Oreste Del Buono

L'infinito di Kundera L'infinito di Kundera Da allora, certo, sono uscite da noi monografie con informazioni precise ed esaurienti sulla carriera di molti tra i principali attori e registi del cinema comico italiano del dopoguerra. Continua, tuttavia, a mancare un libro in cui si tracci un bilancio complessivo sia della commedia all'italiana sia del contesto più ampio in cui questa fiorì. «Ho pertanto pensato di contribuire a colmare questa lacuna offrendo la presente rassegna da non specialista quale sono come punto di riferimento per eventuali studi futuri, che mi auguro più esaurienti del mio; d'altro canto, come si vedrà, 11 campo è vastissimo...», dice con modestia Masolino d'Amico, die, fortunatamente, non ha tentato di togliere alle sue pagine la caratteristica di discorso indirizzato soprattutto a stranieri quasi completamente digiuni del fatti di casa nostra. Del resto anche per un trentenne italiano d'oggi l'epoca in cui la televisione non esisteva appartiene al mondo delle favole. Dunque, come cominciò? Voto L'insostenibile leggerezza dell'essere. L'ambiguità della leggerezzapesantezza, il posltlvo-negatlvo è l'eterna simbiosi, yln-yang. La vicenda è ol-M tremodo interessante e' contiene del punti che al di fuori delle vicissitudini di Tomas e di Teresa incuriosiscono molto. Sabina, la pittrice che scopre un nuovo modo di dipingere (Kandinsky). La Grande Marcia capolavoro di satira socio-politica. Il 'figlio di Stalin deriso e suicida per la sua sporcizia. La condanna di Tomas per l'articolo su Edipo. La col-. pa di Teresa provata da Oreste del Buono

Persone citate: Kandinsky, Kundera, Masolino D'amico, Stalin