Etna esaurita l'attività sismica resta una piccola lingua di lava

La situazione va migliorando, diminuite anche le esplosioni La situazione va migliorando, diminuite anche le esplosioni Etna, esaurita l'attività sismica resta una piccola lingua di lava Non si può ancora parlare di cessato perìcolo, ma gli ultimi bollettini della prefettura sono rassicuranti - Rimangono comunque installate cinque tendopoli nei centri più minacciati CATANIA — Anche se è ancora troppo presto per parlare di cessato pericolo, la situazione sull'Etna va di ora in ora migliorando. Esauritasi l'attività sismica, diminuite le esplosioni, resta la piccola lingua di lava che — venuta fuori nella notte tra venerdì e sabato — dopo avere percorso poche centinaia di metri si è quasi fermata all'interno della Valle del Bove, la grande depressione naturale che segna il versante meridionale del vulcano. Il quotidiano bollettino della- ■ pre f e ttu.-a. - emesso ieri dopo una ricognizione in elicottero sulla zona dell'eruzione, forniva i seguenti dati: niente scosse, bassa intensità dei tremori, nessuna ulteriore deformazione del suolo; soltanto delle emissioni di gas, vapori e cenere dai crateri sommitali. Teatro della mini-eruzione, ampiamente prevista dagli esperti che, per la verità, in base all'intensa attività sismica dei giorni scorsi, si aspettavano una manifestazione eruttiva più imponente, è la stessa fenditura, a quota 2800 metri, dalla quale ha preso il via la breve eruzione della notte di Natale. Allora lo squarcio sul fianco della montagna, fra il cratere centrale e quello subterminale di Nord-Est, fu preceduto da una forte scossa di terremoto, un sisma del settimo grado della scala Mercalli che sbriciolò l'albergo Le Betulle, nella stazione sciistica di Piano Provenzana, uccidendo una persona e ferendone altre quattordici. Un edificio di due piani raso al suolo, una tragedia che ha reso amaro il Natale dei siciliani. | Adesso, per accertare che a fare crollare l'albergo fu solo la violenza del sisma o eventuali deficienze strutturali dell'edificio, la magistratura ha aperto un'inchiesta. Subito dopo il terremoto, il pretore di Linguaglossa, la cittadina etnea nel cui comune ricade la zona di Piano Provenzana, aveva ordinato il sequestro giudiziario di ciò che rimane dell'albergo Le Betulle; la procura della Repubblica di Catania ora è andata più in là: il sostituto procuratore Carmelo PetraIla ha disposto una perizia tecnica collegiale che sarà'affidata a docenti universitari ed esperti di tecnica delle costruzioni. Se ci sono delle responsabilità, dovrebbero in questo modo essere individuate. Ancora una volta, dunque, si ripropone la questione relativa al «rischio Etna», alle conseguenze dell'imprevedibile attività di questo vulcano, troppo spesso sottovalutate (l'argomento è stato affrontato venerdì in un incontro fra il ministro Zamberletti e il presidente della Regione siciliana Rino Nicolosi), in quest'errore non sembrano essere caduti 1 responsabili delia Protezione civile che, malgrado il segnale di relativa quiete proveniente dal vulcano in queste ultime ore, mantengono in piedi sia le strutture di controllo sia quelle di emergenza, pronti a ogni evenienza. E anche se ieri la prefettura parlava di «attività eruttiva in sensibile diminuzione», da Zafferano, Milo, Sant'Alfio, Santa Venerina rimangono in piedi cinque granai tendopoli, installate per favorire la tranquilla evacuatine del centri abitati, nell'evenienza ormai data per lontanissima di forti scosse o di pericolose colate.

Persone citate: Carmelo Petraila, Mercalli, Rino Nicolosi, Zamberletti

Luoghi citati: Catania, Linguaglossa, Sant'alfio, Santa Venerina