Il filosofo Augusto Del Noce rifiuta una nuova Accademia: «Sarebbe come tanti altri campi dominio dei partiti»

Il filosofo Augusto Del Noce rifiuta una nuova Accademia: «Sarebbe, come tanti altri campi, dominio dei parliti» Il filosofo Augusto Del Noce rifiuta una nuova Accademia: «Sarebbe, come tanti altri campi, dominio dei parliti» ROMA — Far rinascere oggi l'accademia d'Italia? Da un 'antiaccademico» per definUrione come Augusto Del Noce, il no appare scontato. Interessante e provocatoria è la motivazione che il filosofo dà a tale rifiuto. «Questo è uno Stato partitocratico — spiega — e ognuno può vedere facilmente come la partitocrazia invada ogni campo, ogni consiglio d'amministrazione, anche la Rai. Figuriamoci un'accademia 1 Sarebbe anch'essa partitocratica, perché inevitabilmente rifletterebbe la società e lo Stato esistenti». -1 Professore,- non" è che le stanno antipatiche le accademie? «No. Altra cosa è l'accademia francese, nata nel Seicento, che ha una sua precisa ragion d'essere; e altra cosa è l'accademia dei Lincei, anch'essa con una sua tradizione secolare. Ma nel particolare caso dell'accademia d'Italia sono contrarlo; la proposta di ricostituirla è già ricorsa varie volte hi questi quarant'anni, ma io sono preoccupato di quel che potrebbe succedere: basta vedere o'"' 'in accade nel vari enti c >'* r* far. mia d'Italia? «Non vedo nt o a quale tradizione culturale potrebbe' rifarsi. E' vero, ci fu l'accademia d'Italia durante il fascismo, ma si tratterebbe di far risorgere una cosa che appartiene ad un periodo storico ormai concluso. Nel suo bene e nel suo male, l'accademia d'Italia appartiene a quell'epoca». Hanno fatto bene allora ad abolirla? «Non so se sia stato un bene averla abolita, anche se debbo dire che è uno dei pochissimi istituti fascisti che fu sciolto. Ma penso che oggi non sarebbe opportuno ricostituirla; farlo, comporterebbe troppi pericoli. E poi non se ne sente il bisogno». Eppure un'accademia può essere un centro importante, un punto di incontro tra i vari esponenti della scienza, della cultura e dell'arte. «I luoghi di incontro ci sono già, molto più numerosi delle accademie: pensi all'infinità di convegni che si tengono ogni anno. Le comunicazioni tra i vari intellettuali sono sempre esistite, In tutti i periodi storici: è fin troppo facile affermare che oggi, con tutto il progresso tecnologico dell'informazione, questo problema non si pone nemmeno. E infine gli incontri occasionali, gli inviti a pranzo, i ricevimenti ufficiali, non è che portino gran vantaggio alla cultura». Questo.suo giudizio negativo si- estende anche all'esperienza della disciolta accademia d'Italia? «Ha esercitato un'attività, piuttosto scarsa; ma nonostante fosse stata creata dal fascismo, non va criminalizzata. Era stata fondata sull'idea del primato italiano, un'idea molto esasperata; ma bisogna dire che 11 fascismo con l'accademia voleva in qualche modo conciliarsi con la cultura; e cosi la maggior parte degli accademici erano persone moralmente integre, si contavano nomi notevoli, studiosi effettivamente rappresentativi, c'era anche Enrico Fermi, nominato accademico a ventotto anni. Dunque non è vero che fosse composta da fascisti, pur se qualche nome discutibile non mancava; ma anche all'accademia francese oggi, siedono personaggi che non si comprende come ci siano entrati». E in ogni caso, si tratta di un'esperienza non più proponibile in. Italia?. ... ;,: ' "Oggi sappiamo che questa è l'Italia del compromesso. Non deploro affatto il compromesso in politica: non essendoci un partito con una maggioranza ben decisa, bisogna farvi ricorso. Ma penso che se estendiamo il compromesso anche al campo culturale, allora è un male, perché il compromesso comporta sempre dei pericoli». e-p-

Persone citate: Augusto Del Noce, Enrico Fermi

Luoghi citati: Italia, Roma