Disarmo: lo spirito di Ginevra comincia a dare i primi frutti di Alfredo Venturi

Finalmente uno spiraglio a Vienna dopo 13 anni di impasse Finalmente uno spiraglio a Vienna dopo 13 anni di impasse Disarmo: lo spirito di Ginevra comincia a dare i primi fratti La Nato ha rinunciato Ora è disposta ad un t C'è un'armata fantasma, nel cuore della vecchia Europa, che da dodici anni sfida le diplomazie. Un'armata di tutto rispetto: duecentotrentamila soldati, con armamenti convenzionali ma di alta tecnologia. L'esistenza di questo esercito, denunciata dal Patto atlantico, è negata dal Patto di Varsavia. E' ovvio che si tratta di soldati dell'Est, è altrettanto ovvio che quella cifra, duecentotrentamila, rappresenta la differenza fra quanti uomini l'Est ammette di avere schierati, e quanti invece gliene attribuisce l'Ovest. E' proprio questa diversa valutazione che blocca, fin da quando s'iniziò fra molte speranze nell'ottobre del '73. la conferenza di Vienna: quella maratona diplomatica, inconcludente finora, che gli addetti ai lavori definiscono con la sigla MBFR. E' una sigla inglese, sta per Mutual and Balanced Forces Reductions. riduzioni reciproche e equilibrate delle forze. A differenza del negoziato nucleare di Ginevra, dove a trattare sono le due superpotenze in beata solitudine, a Vienna si tratta da alleanza a alleanza: la Nato da una parte, il Patto di Varsavia dall'altra. Il tema in discussione: come sfoltire le forze convenzionali schierate nell'Europa centrale. E' proprio questa la pressione militare che si vuol ridurre, da una parte e dall'altra. Ma come si fa a intervenire di comune accordo su una situazione, se non c'è accordo nemmeno sulle grandezze che si vorrebbero modificare? L'Occidente ne ha fatto a lungo la sua bandiera, ineccepibile a fil di logica: prima concordiamo la misurazione del fenomeno, poi penseremo alle riduzioni. Il problema è che misurare itti¬ cdspl'msadspcbtatatomcingaaVtmancpgevGp1d«MAsmvtgplica controlli e ispezioni in . . loco, conoet^-qv>ant»^tùWytostico nell'altra Europa Cosi Mosca e i suol hanno tenacemente resistito, proponendo invece che si lasciasse momentaneamente da parte questo problema, e intanto si facesse una prima riduzione sostanziale, e poi si congelasse la pressione militare esistente. L'Occidente ha presentato, nel giugno dell'82, una sua proposta: ridurre per fasi successive le forze terrestri fino a un tetto di settecentomila uomini per parte, e fino a novecentomila includendo anche le forze aeree. Ma questo implica, è evidente, l'intesa preventiva sull'ammontare attuale delle truppe. E cosi la conferenza di Vienna ha continuato a trascinarsi senza esito, nonostante l'evidente interesse di tutti a uscire dal vicolo cieco. Finché è arrivato il vertice di Ginevra, e il relativo «spirito». Dove, se non nel negoziato viennese, è possibile realizzare immediatamente quella volontà di risultati tangibili («fatti e non parole», hanno detto Reagan e Gorbaciov...) che si racchiude nella formula «spirito di Ginevra»? Non a caso la trattativa MBFR è espressamente citata nella dichiarazione congiunta che ha concluso il vertice: «Le due parti hanno sottolineato l'importanza seimbmdsccMdglcdtcrl Tragicamente sono mancati all'affetto dei loro cari Silvia e Paolo Ogglano Con immenso dolore to annunciano la mamma, il papà, ì nonni, gli zii e parenti tutti Funerali martedì 17 dicembre, ore 10.30. nella parrocchia di Borgomale (Cuneo) con partenza alle ore 9 dall'Ospedale Civile Santa Croce di Moncalieri. -r- Torino, 16 dicembre 1985. I Membri del Consiglio direttivo, la Direzione e il Personale del Tennis Club Monviso partecipano al grande dolore del loro Presidente, Gianni Oggiano per la tragica acomparsa di Silvia e Paolo Oggiano — Torino, 15 dicembre 1985. Maestri, tecnici, giocatori del Tennis Club Monviso sono vicini al grande dolore del loro'Ptesidente, Gianni Oggiano. per la tragica scomparsa di Silvia e Pàolo Ogglano — Torino, 15 dicembre 1985. I Soci del Tennis Club Monviso partecipano all'Infinito dolore del loro Presidente, Gianni Ogglano, per la scomparsa Silvia e Paolo Oggiano — Torino, 15 dicembre 1985. Gii ornici del Consiglio direttivo del Tennis Club Monviso partecipano al dolore di Gianni Oggiano pv la tragica scomparsa di Silvia e Paolo Ogglano Livio Berrutl Bruno Bertolezzl Umberto Rosa Gualtiero Ravaglla Maurizio Melarli Mario Vclonza Luciano Valleslo Michele Vescovi Luciano Chlsmpa — Torino, 15 dicembre 1985. alla pregiudiziale sul aglio immediato sugli che annettono ai negoziati di Vienna e hanno manifestato la volontà di operare per risultati positivi». Il primo passo lo ha fatto l'Occidente, buttando a mare l'antica pregiudiziale su cui aveva tenuto duro per anni. Ma si, lasciamo perdere il discorso di quanti uomini siano in campo, trascuriamo per ora l'armata fantasma che si aggira fra i campi di battaglia dell'Europa orientale. Facciamo piuttosto un taglio, modesto ma immediato: cinquemila americani in meno da questa parte, undicimilacinquecento sovietici in meno dall'altra. E poi congeliamo la situazione per tre anni, e intanto continuiamo a trattare in vista di riduzio¬ conteggio totale dei milit organici - Mosca dovreb ni piti consistenti. La diversità dei tagli proposti (cinquemila contro undlcimllaclnquecento) nasconde una doppia realtà, militare e geografica: poiché ci sono più divisioni all'Est, e inoltre le basi di partenza sovietiche sono più vicine delle americane al fronte dell'Europa centrale, esistono vantaggi oggettivi da quella parte, tacitamente riconosciuti da tutti, che soltanto uno sfoltimento più consistente può compensare. Ma il vero problema è un altro: l'ambasciatore britannico Michael Alexander, che ha presentato la nuova proposta atlantica, l'ha corredata con 11 principio delle verifiche sul posto. Il negoziatore sovietico a tari schierati all'Est bbe essere d'accordo Vienna, Valerian Mikhailov, ha sempre resistito a questo principio: ma come può farlo ora, in pieno spirito di Ginevra, rigettando una proposta che corrisponde in pratica, con questa sola aggiunta delle ispezioni, alla vecchia proposta del Patto di Varsavia? E' probabile, e anche auspicabile, che non potrà farlo, e che dal Cremlino gli arrivi l'ordine di accettare il confronto su quella base, magari negoziando sui dettagli. E cosi la prima luce verde in materia di disarmo, dopo il vertice del caminetto, potrebbe essere accesa proprio a Vienna: nel tredicesimo anno della maratona MBFR. Alfredo Venturi