Proietti s'illumina di sport

POTERE ONORE POTERE ONORE Proietti s'illumina di sport Raluno Polemico Mina il cui film è stato «dimenticato»: «Volevo vincere, quando fa pellicola è stata trovata era tardi» lo? Da solo o In compagnia?". Da sganasciarsi dal ridere. Adesso sono qui perché Bigi mi ha detto: "Ahò, mettiti In prima fila, tu che ridi torte e chiaro, così mi trascini Il pubblico torinese che per tradizione non è che ride Intero"». Ma non serve. Gigi Proletti, i ragazzi del suo laboratorio e l'orchestrina a far musica e fondale conquistano tutti. La parodia del teatro giapponese è un pezzetto d'antologia. Qui Proietti si traslorma in giapponesina e samurai soltanto con gesti essenziali e mimica facciale. Poi «Giggi er bullo» che canta strambotti all'amata sotto un fantastico balcone col vaso di basilico. Con rapidi, piccoli ritocchi alla giacchetta e al berretto, sempre cantando, diventa ballerino di flamenco, rockstar, «apache» francese. Battute: «Je suis l'opache et je marche», informa camminando veloce a passetti brevi e trattenuti una'prima volta lungo il palcoscenico; poi ripete il percorso in senso opposto e con un'occhiata infame al pubblico... «La marche della pache». Fa ridere. E' quanto si chiedeva Ma chissà come, i suoi giochi di parole avevano contagiato già prima qualche suo fan. Intatti quando era salito sul palco, per i convenevoli d'uso, l'assessore allo Spettacolo, la luminosa Elda Tessore, splendida nell'essenzialità dell'abito nero e in quella verbale, c'è stato chi ha subito mormorato: 'Ma che bell'Attessore!». Che altro dire. S), Torino torse merita una qualche »grandeur» in più, nel senso che questo Festival di Cinema e Sport conta e deve andar avanti con sempre maggior partecipazione. Ma è andata bene lo stesso. Non buttiamoci troppo giù. C'è da riflettere e ridere con Proietti quando saggiamente osserva che... 'Chi pecora si fa... pastore sporcaccione-. Ni TORINO — Cinema e sport. E' stato uno spettacolo di Gigi Proietti che sabato sera al Teatro Nuovo ha concluso la quarantunesima edizione del. Festival. In una cornice mondana, ma col respiro torinese: lento, discreto anche nell'affanno. Certo, abbinare 'Proietti e sport» è un po' come pretendere di usare assurdi, stravolti abbinamenti, forse amati dallo stesso attore, come 'L'elefante e II Risorgimento». Ma luì è bravo con quella sua voce (che poi sono mille) e quel suo baule da cui estrae via via smorfie, imitazioni, parodie, sberleffi, dissacrazione: una specie di contenitore naturale di energia. Ecco dunque il vero motivo per cui Proietti era 11 col suo spettacolo: la sua energia, o meglio la sua fisicità». Infatti recita, recita e canta; balla e canta, canta e canta. Un dispendio tale di forze delle quali dispone soltanto chi non è melanconico, chi non esprime cioè il lutto per la perdita della propria vitalità. E ce n'era bisogno. Perché prima del «.Proietti show», c'è l'annuncio della proiezione di un dettagliato e originale documentarlo sportivo del Coni, dato da un presentatore-direttore, dalle somiglianze lugubri e dal toni vagamente cupi. Via, 'Festival», lo dice la parola slessa, significa .-festa., e la conclusione di una testa per tradizione, vuole il «gran finale»: luci, colori, scoppi di mortaretti, tanta gioia. E pensare che in sala se ne stavano seduti fior di giurati adatti. Perché conservarli in punta di poltrona? Il comico Carlo Verdone e la bella attrice Marina Suma in nona fila sembravano recitare un'imbarazzante scena, in qualche film sugli impiegati. Mi sarebbe piaciuto molto sentir Verdone parlare con I toni di quando dice "£' la società che ci emargina, cioè..."», 'Perchè poi Amore, intrigo, passione, stato preagonlco, dramma, tragedia, morte, onore offeso, virtù Insidiata, vizio redento, fanciulle, dame, dame patronesse, nobili dame, dames sans merci, vere signore, signore, uomini e superuomlni, story, love story, ostacoli morali: nessuno, audacie sofisticate, assatanamenli volgari, party, liveclock-tea, fratelli crudeli, parenti perfidi, amici traditori, la posta in gioco è il denaro, il sesso, il potere e, nel gran finale: ristabilimento dell'ordine e del concetto di onore. Tutta la narrativa d'appendice, ò già stata condensata sul video in grandi capolavocome 'Park Avenue» del sommo Harold Robblns. L'orma dei suoi passi spietamai disgiunta da citazioni di ingegni illustri e parabole anche finanziarie, condiziona tutta una generazione. Ma se Carolina Invernizio avesse pensato a Victor Hugo, anziché vergare pagine, avrebbe puntocrociato gattini e anemoni su canovacci e di lei ci testerebbero neppur famosi ma di certo ingialliti cuscini scomodissiml. Invece leggeva San Paolo, le epistole: «Faceto una cosa, dimenticando ciò che resta dietro. Corro verso lo scopo-, e cosi prese coraggio. Jackie Collins, responsabile del recentissimo «/.e signore di Hollywood», mette in pratica II più oscuro Alain Bosquet che nel suo «Secondo testamento,, afferma: Il mondo non è reale l che quando lo lo turbo». La chiave dell'intreccio, che venga da Dumas o Karl Marx, è sempre la stessa: « Troppo tardi, ormai ho scoperto tutto!» oppure: 'Troppo presto, non scoprirai più nulla!» e via tutti travolti dalla nefandezza. Il trucco di avvincere manipolando elementi semplici e ultracentenari, e per di più totalmente già rivisitati dal maestro Robbins, è di omettere qualcuno degli ingredienti privilegiandone altri. Senza esagerare come la McColloug che, in 'Uccelli di rovo», ha usato senza ritegno la tematica degli ■■abati scellerati». Jackie Collins, nella sua Hollywood, ha saputo resistere alle lusinghe di specchiarsi ni 'plebi pericolose», ha sorvolalo sul toma -so-' cletà segrete», accenna ad une sola -bella, casta e pura». Ci sono Invece quantità di 'vergini prostitute» (care ad Hugo, ma piacevano anche ad Engels), aleggia 'l'agnizione» («Non sono tua madre, sei stato venduto In fasce per dollari 500...»), trionfa sovrana 'l'anima dannata» per cui nel finale i disonorati restano tali, ma pur sempre con qualche dollaro per pagarsi un martini in un bar dove la gente che passa può dire: 'Guarda chi c'è!». L'atmosfera letteraria contamina in video anche gli oggetti. Le boccette di profumo sono ampolle aliene, damigiane di cristallo, vasi di Pandora: una sola goccia trasformerà Boy George In uno stupratore incallito. I fiori sono sgargianti eppur liquidi, oleosi ma cristallizzati, certo plasmati da un arredatore che ria poi provveduto a surgelarli, I gioielli incutono paura: certi orecchini riescono a restar su solo perché ipnotizzati, la sensazione è che le collane si siano avvinte a colpi di frusta e vadano costantemente sorvegliate. Le sculture di Brancusi, sono belle ma come gli stivali texani appena lucidati. Le donne del cast, an ch'esse lucidale a mano, sono ferocemente affascinanti: che abbiano 39 anni come Candice Bergen e Su zanne Somers, oppure 53 come Angle Qicklnson che già adulta cavalcava con John Wayne e Ronald Reagan dei tempi d'oro. Per contrasto, gli uomini più che fregnoni, sono vecchi con l'aggravante dell'arroganza: Steve Forrest, 61 anni; Anthony Hopkins (64); Robert Stack (66); Rod Steiger (60). Tinti, bistrati, imparruccati, costantemente in abito da sera, quando restan senza niente 6ono scriteriati e vengono fotografati In piscina, videoregistrati sul materasso ad acqua. 'Fui crudele con voluttà Indicibile: va sans dire che egli fnl trattò gentilmente da... cocotte e peggio. Poi pianse e supplicò» vuole un feuilleton a firma Chiesi edito nel 1897. La Collins non è da meno: 'Puttana, puttana: lo ti ammazzo! ti ammazzo!» grida l'Hopkins alla Somers mentre sprofonda nel letto in un susseguente bacio da sabbie mobili. Poi è l'infarto e, davanti alla flebo, c'è l'uni ca riflessione amara delle dannate. Due ex mogli faccia a faccia: «Ho sentito dire che stava facendo l'amore» .Con chi?». Alzata di spalle 'Sfortunatamente con nes suna di noi duo». Il resto al prossimo bestseller. C'è appena II tempo di cambiare canale e sentirsi dire da uno di «Drive In» che la sa lunga: • Vou are big volpini». Ei Di Gigi Proietti ha chiuso al Teatro Nuovo il Festival Cinema & Sport pugni", che ho inviato, era stata Inspiegabilmente dimenticata su qualche scaffale. Poi da torinese "pistin" (pignolo all'eccesso n.d.r), sono andato io stesso a re cuperarla, ma forse era troppo tardi... per un qualsiasi premio?: Mina se n'è venuto da Milano insieme con Gigi Proielli, dove ha registralo una trasmissione per la tv: «Si. In questo periodo sapete com'è: si tenta di fare interviste che scavino sempre più all'interno del personaggio e allora intervisto Proietti vestito da prete In un con fesslonale — ride con quella sua faccia tacciosa da Charlie Brown però made in Mexico —. / toni sono proprio quelli della confes sione: "Che cosa stai preparando ultimamente? E quante volte figlio non far salire sul palco Marina Suma e vederla tutta intera, bella com'è... ». Questi alcuni commenti. E' vero, il presidente della giuri* del Festival, il celebre regista Gillo Pontecorvo (ricordate «La battaglia d'Algeri»?), è salito e ha letto le motivazioni dei premi, ma questa era l'ufficialità. Anche il pubblico torinese detto all'inizio; dal respiro educato, che non vuole sguaiatezze, ha bisogno di divertirsi senza tetraggine. Nessuno pretende, per destare maggior attenzione, una camminata sui carboni ardenti come quella del presentatore di «Domenica in», già ribattezzato per. la sua performance, »Mino Damiamo», ma insomma, quando è festa è testa. . Il risultato comunque c'è stato. Basterebbe pensare alla prima mondiale del film 'Chorus lineche ha concentrato in apertura appassionati di cinema, sport, danza e bellezza. Anche l'oculata scelta delle altre pellicole in anteprima e della retrospettiva su Maciste, effettuata dal direttore artistico del Festival, Piero Perona, ha suscitato interesse crescente. Poco prima che Proietti vada in scena, dietro le quinte del Teatro Nuovo qualche polemica. E' Gianni Mina: forte del tallo che «a.icne un presentatore, telecronista e autore, è un uomo», lamenta: «Ho mandato una mia opera qui al Festival. £' vero, volevo vincere. Ma questa raccolta di immagini del | mio programma "Faccia piena di Nevio Boni

Luoghi citati: Hollywood, Milano, San Paolo, Torino