Aids, se c'è pericolo di contagio il medico può tradire il segreto?

Aids, se c'è pericolo di contagio il medico può tradire il segreto? Aids, se c'è pericolo di contagio il medico può tradire il segreto? MILANO — Un medico può tradire il segreto professionale per evitare i pericoli di contagio dell'Aids? Il problema se lo è posto il dottor Silvio Brambilla, ginecologo, die ha scelto la strada di rendere noto, attraverso la stampa, il suo caso. Una donna di 28 anni, che lavora come collaboratrice domestica in una famiglia di Rodano (Milano) ed accudisce un bambino di tre anni, è stata mandata nel suo studio dalla padrona di casa. Aveva i sintomi di una banale vaginite. Il ginecologo, durante la visita, ha scoperto l'esistenza di alcuni linfonodi ingrossati al collo e al torace. Ha pensato si trattasse degli esiti di una rosolia tardiva ed ha inviato la donna all'ospedale Sacco per una serie di analisi cliniche: Gli analisti hanno compiuto anche i test anti-Aids. A questo punto della vicenda si inserisce un dato ambiguo, non ancora del tutto chiarito. E cioè: secondo il ginecologo il responso immediato delle analisi è quello di una donna affetta da Aids; ma all'ospedale rispondono che la donna non è in cura, che dunque si tratterà di Las, l'anticamera» della terribile malattia. medico legale su u Questa incertezza comunque non toglie nulla al problema di coscienza del medico, poiché il Las è ugualmente contagioso. Il dottor Brambilla si rivolge prima ad uno studio legale milanese: la risposta è un invito a tener conto prima di tutto del segreto professionale. Il ginecologo, allora si fa ricevere da un magistrato della procura della Repubblica, Ne ottiene almeno un chiarimento, se non un consiglio operativo: l'obbligo del segreto è vincolante, ma la giusta causa 'potrebbe» permettere al medico di violarlo. ' A questo punto il dottor Brambilla decide di parlarne con i giornali e viene fuori tutta la storia. Con le complicazioni che porta: 1) il pericolo di contagio. La maggioranza dei medici sostiene die il contatto baby-sitter/bambino di per sé non è pericoloso, anche se sono necessarie cautele igieniche; 2) la colf come ha preso la sindrome?; 3) il datore di lavoro ha il diritto di essere avvertito? Se si il Las è fattore di giusta causa per il licenziamento? E se licenziata chi si deve prender cura della ragazza? Una serie di domande che la legge lascia tuttora sema risposte. n reato che ha pe r vittima la donna

Persone citate: Brambilla, Silvio Brambilla

Luoghi citati: Milano