Il felice ritorno di Anastasia la bimba «rapita» dal padre

Dopo 4 anni conclusa la vicenda che ha coinvolto Italia e Romania Dopo 4 anni conclusa la vicenda che ha coinvolto Italia e Romania Il felice ritorno di Anastasio la bimba «rapita» dal padre Undici anni, romanlegali e diplomatich ROMA — Grazie al coraggio di una bambina, alla tenacia di sua madre e all'in-, tervento delle nostre autorità diplomatiche si è risolto felicemente uno dei tanti casi di figli «rapiti» da uno dei genitori che vive separato dall'altro coniuge. Protagonista di questa drammatica vicenda a lieto fine è Anastasia Ratlu, una romana di 11 anni che dall'agosto del 1981 viveva forzatamente a Bucarest in Romania a casa della nonna paterna. Dopo quasi quattro anni e mezzo è riuscita finalmente a riabbracciare la mamma e a tornare in Italia. Quella di Anastasia è la storia comune purtroppo ai tanti figli di genitori separati. Ogni anno, soprattutto' in coincidenza con la fine delle vacanze estive, si registrano puntualmente i «rapimenti, di bambini da parte del genitore — in genere il padre — che li prende in consegna all'inizio di agosto. L'odissea di Anastasia è inoltre emblematico delle carenze legislative nella delicata e complessa materia, anche in considerazione della inesistenza di precise Convenzioni Internazionali che garantiscano la puntuale applicazione della legge italiana quando il padre è straniero. Va in proposito sottolineato che due anni e mezzo fa è entrata in vigore nel nostro Paese la legge numero 123 sulla cittadinanza approvata dal Parlamento proprio a tutela dei figli di madre italiana, i quali — non come preve deva l'abrogata normativa risalente' al 1912 — sono ora italiani a tutti gli effetti. Ricostruiamo l'odissea del la piccola Anastasia. Tutto inizia l'8 agosto '81 quando suo padre Emll Petru Ratlu un medico di origine romena esercente l'attività, di dermatologo presso l'Usi di Albano Laziale (Roma), si reca a Quidonia à casa dell'ex moglie Annapaola Di Lellio (da cui vive separato da sei anni) e prende in consegna,Anastasia per quindici giorni come prevedono gli accordi fissati dal tribunale civile che si occupava della separazione giudiziale della coppia. Ma il 23 agosto la bambina non fa ritorno a casa della madre dopo le due settimane di vacanze trascorse con 11 padre Di lei si perdono le tracce. Quattro mesi dopo però il dottor Ratlu ammette che la figlia si trova a Bucarest a casa della nonna. A questo punto la madre, rimasti vani 1 bonari tentativi per riavere la figlia, rivolge un accorato appello al Papa, al presidente della Repubblica Pertini e a quello romeno Ceausescu Contemporaneamente sei deputati presentano una serie di interrogazioni ai ministri di Orazia e Giustizia e dell'Interno per fare piena luce sulla vicenda. La signora Annapaola non si dà però per vinta e inizia una battaglia giudiziaria in sede civile e penale con l'assistenza degli avvocati Coppi D'Avack e Biffa. Da un lato, il tribunale dei minorenni di Roma e successivamente la corte d'appello dichiarano 11 dottor Ratlu decaduto dalla patria potestà sulla bambina, mentre, dall'altro, il tribunale civile — con decisione confermata in appello — ribadisce l'affidamento di Anastasia alla madre. In sede penale invece la Riflessioni del a, la bambina era tratte per una vicenda che svolta, si ha il 7 marzo dello scorso anno quando 11 pretore di Roma Vittorio Lombardi emette mandato di cattura contro 11 medico accusandolo di violazione degli articoli 388 e 574 del codice,' che puniscono rispettivamente la eluslone del provvedimenti della magistratura civile e la sottrazione di minore. Due giorni dopo 11 dottor Ratlu finisce nel carcere di Regina Coelt dove resta per sei mesi. Nel frattempo il processo di primo grado si conclude con la condanna del professionista romeno a due anni di reclusione senza il beneficio della condizionale. La pena gli viene però dimezzata dal tribunale. Ora sono pendenti ben tre ricorsi In Cassazione del dottor Ratlu (due in sede civile e uno In quella penale). Nonostante tutte queste sen¬ enuta nella casa della nonna - Le battaglie purtroppo coinvolge molti genitori separati tenze favorevoli alla madre, Anastasia resta però in Romania «prigioniera» della nonna paterna. A nulla valgono gli interventi della Croce Rossa e del nostro governo. Domenica 3 novembre scorso si registra improvvisamente il «colpo di scena*. Anastasia fugge con il passaporto in tasca dalla casa della nonna e si rifugia nell'ambasciata Italiana a Bucarest. Due giorni dopo sua madre — avvertita telefonicamente — vola in Romania e può cosi riabbracciare la figlia dopo ben quattro anni e tre mesi di lontananza. Anzi la fine del «caso» sembra piuttosto lontana, nonostante che al tribunale di Bucarest (in Romania i bambini che hanno più di 10 anni possono essere sentiti dal giudi¬ ce) Anastasia manifesti il suo desiderio di non tornare più dalla nonna che la maltrattava, ma di restare per sempre con la mamma. Per fortuna però il sottosegretario agli Esteri Bruno Corti (psdi) giunge in visita ufficiale in Romania. Il suo intervento presso le autorità romene si rivela decisivo. Il Consiglio popolare distrettuale di Bucarest decreta finalmente che Anastasia può tornare in Italia insieme a sua madre. Venerdì sera Anastasia giunge cosi a Roma a bordo di un jet delle linee aeree austriache. Nella sua abitazione in via delle Alpi Apuane sono ad attenderla le sue compagne di giochi. E' festa grande. Anastasia con i suoi occhioni neri e un viso dolcissimo sorride a tutti. p.f,

Persone citate: Anastasia Ratlu, Annapaola Di Lellio, Bruno Corti, Ceausescu, Coppi D'avack, Pertini, Vittorio Lombardi