«Palermo è sempre più sporca!» e il presidente Amia si dimette

ce ce Palermo è sempre più sporca!» e il presidente Amia si dimette E' Umberto Di Cristina, deluso per gli scarsi risultati ottenuti Contro le innovaziole dell'igiene ambie PALERMO — Il noto urbanista Umberto Di Cristina ha deciso di passare la mano e ha chiesto al sindaco Luca Orlando Cascio di non confermarlo nell'incarico di presidente dell'Amia, l'azienda municipale dell'igiene ambientale, che a Palermo nonostante ogni sforzo rimane un organismo inefficiente, una specie di carrozzone elettorale che raggruppa un malandato esercito di Masaniello di netturbini e spazzini adesso chiamati operatori ecologici. Doeeiìte'tìt'urbanistica all'università, esponente di rilievo del psi siciliano, Di Cristina non se la sente dì continuare in un'esperienza che tutto sommato l'ha profondamente deluso. E l'ha scritto in una lettera-dossier di 19 pagine che ha fatto avere al sindaco, dopo aver più volte rassegnato o minacciato le elle scorse settima ni del noto urbanista,ntale, c'era anche la dimissioni. «Ho ricevuto un'azienda in coma e la restituisco con le stampelle-, afferma il prof. Di Cristina, che in un anno di gestione le ha provate tutte per Imprimere una svolta decisiva, cambiando anche il nome all'azienda che prima si chiamava Amnu (azienda municipalizzata nettezza urbana), ideando nuove divise per i dipendenti (gialle e rosse in estate, verde e gialle in inverno), lanciando alcune campagne promozionali .por sensibilizzare" i- .cittadini, esortandoli a tener pulita la città, invitandoli a depositare il sacchetto del rifiuti nell'apposito cassonetto. Palermo dunque continua ad essere con Napoli la città più sporca d'Italia, un primato per nulla invidiabile, una condizione deprimente che senza dubbio aggrava l'immagine complessiva di que- ne dalla giunta , che era a capo dell'Aza ((rigidità delle norme sta città vittima della mafia, alle prese con enormi problemi economici, relegata nel bassifondi delle classifiche sulla produzione del reddito, ma nei primissimi posti in quelle sul costo della vita, Strade piene d'immondizia, spazzini che sostengono di aver assegnate zone troppo ampie per poterle pulire ogni mattina, un indice di assenteismo altissimo e l'80 per cento del personale sui 50-60 anni senza più stimoli, quasi sempre con raccomandazioni politiche e spessissimo in malattia. ■ " In queste condizioni la «municipalizzata-, che pure costa oltre una settantina di miliardi l'anno, continua a non essere in grado di restituire a Palermo quell'aspetto decoroso e gradevole che mezzo secolo fa ancora questa magnifica capitale mediterranea conservava. Decorerebbe reprimere gli abusi, punire i cittadini che sporcano le strade («a questo riguardo starno proprio all'anno zero-, lamenta il prof. Di Cristina). Non si fa quasi nulla per l'educazione scolastica, mentre al ragazzi di Palermo si potrebbe insegnare a scuola a fare più attenzione, a non disfarsi delle cartacce buttandole in terra, ma a rlporle nei cestini che tra l'altro non sempre abbondano. L'efficientismo di Umberto Di Cristina si è poi scontrato con la rigidità delle norme amministrative difese invece a spada tratta dalla commissione di controllo, l'organismo che ha bocciato numerose delibere adottate dall'Amia a volte per la mancanza di un virgola o di un punto. Comunque sono stati finalmente commissionati (l'appalto l'ha vinto la ditta «Morfeo- di Genova) tremila cassonetti per i quartieri Libertà e Resuttana, nella fascia occidentale della città, che ne sono tuttora privi e dove pertanto 1 rifiuti domestici vengono accatastati sul marciapiedi. E' stata anche sblocca¬ conti Irpef, Ilor e zienda municipae amministrative» ta la vicenda clamorosa del direttore generale, posto vacante sin dall'istituzione della «municipalizzata- che risale a 18 anni fa: Di Cristina ha avviato il concorso e i quattro partecipanti recentemente hanno superato la prova scritta. Sono stati anche assunti 171 netturbini, ma ce ne vogliono ancora 236 per colmare i vuoti dell'organico da gran tempo fissato in 2078 unità. Seri problemi vengono- anche dalla funzionalità dell'unica discarica commi jdsrjn località Bellolanipo accanto al poligono' militare, parte della cui zona il prof Di Cristina ha inutilmente chiesto. «Se non avremo più spazio, la discarica non potrà servire ancora per molto tempo-, dicono all'Amia 1 funzionari dopo che il pretore Antonio Cardio ha disposto il sequestro dei carteggi relativi per stabilire anche se vi siano responsabilità da far risalire però alle gestioni passate quando la società «Asws Italiana- forni un impianto di compattamento dei rifiuti mai utilizzato e per il quale, avendo vinto la relativa causa, attende il pagamento di un miliardo e mezzo dal Comune. A Palazzo delle Aquile, sede del municipio, intanto la situazione dell'Amia preoccupa la giunta pentapartita che governa Palermo. «Bisogna ristrutturare l'azienda, ma giorno per giorno dobbiamo anche fare i conti con l'emergenza — dice l'assessore ai servizi socio-sanitari Giuseppe Dì Stefano —, per questo pensiamo anche di ricorrere ai privati almeno per la pulizia straordinaria net riotti più sporchi». Nella città dove l'appaltatore privato, cioè l'impresa del conte Romolo Vaselli di Roma, fu messo alla porta dopo accese polemiche per dar luogo alla municipalizza zlone, questa proposta del dottor Di Stefano potrebbe essere una svolta clamorosa. Antonio Ravidà addizionale Ilor

Persone citate: Antonio Cardio, Antonio Ravidà, Di Stefano, Luca Orlando, Morfeo, Romolo Vaselli, Umberto Di Cristina