Il ponte sullo Stretto si fa di Francesco Santini

Il ponte sullo Stretto si fa Il presidente del Consiglio ha firmato il decreto di concessione Il ponte sullo Stretto si fa L'annuncio a Messina ieri alle 13 • Un'opera che può attivare investimenti giganteschi in Calabria e in Sicilia, sempre che ci sia anche un programma concreto di sviluppo - Accanto alle speranze, qualche preoccupazione DAL NOSTRO INVIATO MESSINA — Municipio di Messina ore 13: nella stanza del sindaco squilla 11 telefono. E' Roma. Chiamano da Palazzo Chigi. Il presidente del Consiglio, Bettino Craxi, ha firmato 11 decreto Interministeriale di concessione per 11 collegamento stradale e ferroviario tra la Sicilia e 11 continente. Al telefono c'è 11 senatore Ando, 81 anni, una vita spesa per 11 ponte sullo Stretto. Chiama suo figlio che è il primo cittadino di Messina e la voce gli si epezza nella gioia che diventa emozione e pianto: «il ponte — dice l'anziano senatore — diventa realtà, lo dico a te per primo che sei il sindaco della città e tei mio figlio». E' una conversazione serrata, tra la sala romana delle Repubbliche marinare e la piccola stanza municipale di Messina. Il senatore Andò è molto avanti negli anni ma non si scoraggia: «Ci sarà da lavorare sodo — dice con con-: vlnzlone —molti sono ancora i problemi, anche perla Calabria, ma tutti sono risolvibili e finalmente te due regioni saranno unite e il mare non dividerà più la nostra isola dal resto del Paese». Andò pensa ad un grande ponte di tre chilometri e trecento metri, ad un'unica campata, alto sull'acqua ottantun metri e largo cln-j quantaclnque o sessanta, dove possa correre un'auto-! strada e un doppio binario: ferroviario. Sono ogni anno, dodici milioni gli attraversamenti da una sponda all'ai-' tra. Un milione e selcentomlla automobili passano dalla riva calabrese a quella siciliana e 11 traffico commerciale conta almeno ottocentoclnquantarulla automezzi gommati in dodici mesi. Ottomila 1 pendolari. Andò ripete: -Si farà un ponte sospeso, non un tunnel sottomarino». E' carico di entusiasmo. Era al tavolo della presidenza accanto «a tanti ministri-, con il presidente del Consiglio «convinto di un collegamento stabile tra la Calabria e la Sicilia come di un appuntamento da non mancare per gli effetti positivi di un'opera che, in termini produttivi e occupazionali, può attivare meccanismi giganteschi». Ma a Messina «lo febbre del ponte» è ancora molto bassa, come spiega il professor Mario Centurrino, cattedra di economia e preside di scienze politiche nell'ateneo cittadino. 'C'è nell'opinione pubblica di Messina — dice 11 cattedratico — uno scetticismo di fondo. SI parla ormai da troppi anni e ti mito del ponte appare ancora tonfano». S'aprono per Reggio Calabria e per la stessa Messina problemi nuovi, di grandi di' mensloni. Il pilone continentale dovrebbe essere localizzato a Oannitello, quello Isolano a Qanzirrl. SI prepara lo spostamento dell'asse di due citta e per Reggio più che per Messina gli equilibri territoriali si muovono di alcuni chilometri dal centro abitato. Avremo però — dlcei Centur¬ rino — effetti economici moltiplicativi ed anche vaste trasformazioni sociali con un'opera che inserendosi In un'area di tipo assistenziale potrebbe produrre, se ben guidata, effetti positivi di vera Imprenditorialità». Rino Niooiosl, presidente della Regione siciliana, appare soddisfatto. «Abbiamo una speranea — ammette — di un riequillbrio nel Paese». Ma Nicolosl, da politico molto attento, sa quanto sia difficile la gestione di un progetto grande e imponente per due regioni meridionali decise a guardare sempre più a Nord «e sempre meno al Cairo e al Medio Oriente: Il sindaco di Reggio Calabria, Pino Maliamano, confessa con angoscia: «A Roma s'è ratificato un progetto dagli effetti dirompenti, speriamo bene». Antonino Andò, il figlio del vecchio senatore che più di ogni altro si è battuto per il ponte, dichiara soddisfatto: 'Il ponte sullo Stretto è un'occasione storica che la Sicilia e la Calabria non debbono perdere». Elto Matacena, amministratore della società Caronte, una delle aziende private che fa la spola con i ferryboat tra le due sponde, è molto polemico: *S'è compiuta una scelta a senso unico, sarebbe stato piti valido II progetto Archimede che prevedeva un ponte a tre campate». Ma del «progetto Archimede» egli possiede alcuni brevetti e la polemica appare quindi non priva di interesse. Salvatore Butera, che a Palermo ha la responsabilità dell'ufficio studi del Banco di Sicilia, non s'emoziona per la firma della concessione. «C'è da chiarire — egli dice — che Il ponte non nasce su una spinta siciliana o calabrese; è un grande business, nell'in-. treccio tra affari e politica». Un si «problematico», quindi, quello dell'economista palermitano che vede inizialmente «un effetto di sviluppo più per il Nord che per II Sud» e molto si preoccupa per le «capacito contrattuali delle realtà locali dinanM all'opera gigantesca, carica di tentazioni terzomondiste. Butera cita gli Anni Sessanta e 1 Settanta, con la chimica e dola Tauro e 11 grande porto rimasto Inutilizzato. Nicolosl, il presidente della Regione, parla di ^cattedrali nel deserto». Ma aggiunge: 'Dobbiamo chiedere alle Regioni interessate e al governo centrale grandi scelte di programmazione con nuovi piani di riabilito e di trasporti che non lascino nel mezzo dello Stretto un'opera di ingegneria bella, mirabile, ardita, ma senea un territorio progettato attorno». Francesco Santini

Persone citate: Andò, Antonino Andò, Bettino Craxi, Caronte, Mario Centurrino, Matacena, Pino Maliamano, Rino Niooiosl, Salvatore Butera