Profumo di ripresa? di Mario Deaglio
Profumo di ripresa? Un fine anno di spese e speranze Profumo di ripresa? Uno dei modi più efficaci per capire come va un sistema economico consiste nell'osservare la gente. L'analisi dei comportamenti, degli umori, delle scelte che vengono effettuate ogni giorno sotto i nostri occhi è un metodo certo impreciso ma altrettanto indubbiamente immediato per rendersi conto di grandi svolte che solo in tempi successivi si tradurranno in variazione degli indici con i quali convenzionalmente si esprìme la realtà di un'economia., Guardando alle folle di consumatori in questo periodo natalizio appare possibilescorgere alcuni sottili indizi di un mutamento di tendenza, di un clima positivamente, diverso da quello osservabile, in tanti Natali dalla crisi petrolifera in poi. Sta riducendosi l'eccitazione consumistica che era diventata quasi il simbolo del Natale e parallelamente sembra attenuarsi quel misto di ebbrezza, incertezza e inconfessata paura del futuro che ha costituito per oltre un decennio la base per scelte d'acquisto rapide, impulsive. Nell'insieme, sempre massiccio, delle compere natalizie l'effimero perde quota a van-i taggio di beni magari più grigi ma certo più solidi, più duraturi. Dietro a questo mutamento di enfasi c'è una novità importante: in tutti i Paesi industrializzati dell'Occidente, compresa l'Italia, pur con le sue vistose anomalie, l'inflazione è ai livelli minimi da almeno un decennio; in alcuni, come il Giappone e la Germania, è scesa a valori irrisori. Pressoché ovunque i risparmi hanno ripreso a fruttare un reddito reale, ossia un rendimento superiore all'aumento dei prezzi. Questo reddito, che può essere speso senza paura di intaccare il capitale, alimenta una corrente di acquisti diversa dal passato. , Questa svolta non significa che le condizioni generalmente depresse dell'economia occidentale instauratesi nei primi Anni Settanta siano ormai dietro le spalle. Indica però che i circoli viziosi hanno esaurito il loro corso e, sia pure in maniera incerta, una serie di nuovi sviluppi ci sta portando sulla strada buona. Siamo ancora lontani, certo, da condizioni di sviluppo elevato, stabile, senza inflazione né disoccupazione. E' indubbio, però, che si comincia a percepire il tenuissimo profumo di una ripresa che non è per domani e forse neppure per dopodomani ma che le circostanze stanno cominciando a rendere possibile e perfino probabile. Non solo a livello delle scelte dei singoli ma anche sul piano internazionale si sono messi in moto meccanismi suscettibili di far evolvere in modo positivo le condizioni di base dell'economia. Nel corso dell'autunno, in¬ fatti, ha preso il via una serie di operazioni di coordinamento internazionale che dovrebbe portare, sia pure lentamente, ad un orizzonte mondiale più stabile. La prima di queste operazioni consiste nel «pilotaggio» della discesa del dollaro, che, smentendo lo scetticismo di molti, sta proseguendo con successo; la seconda è la gestione del rallentamento congiunturale delle economie americana c giapponese in modo tale da minimizzarne l'intensità, la durata e gli effetti negativi sugli altri Paesi. Si è riusciti, altresì, a far coincidere questo rallentamento con una ripresa congiunturale importante in Germania e in altri Paesi europei. Attorno a Natale, dunque, l'economia mondiale ha «cambiato cavalli» senza troppe scosse. Non bisogna dimenticare, poi, gli effetti positivi che derivano dalla flessione nei prezzi petroliferi né l'avvìo operativo di soluzioni di lungo periodo al problema dei. debiti del Terzo Móndo. Tutto ciò si riflette, direttamente o indirettamente, in un fine anno più sobrio, più disteso, con minori angosce c minori «ubriacature»; vi è la' possibilità, anche se non può esserci la certezza, che da questo mutamento di clima derivi, nel tempo, la grande svolta positiva che tutti attendiamo. Mario Deaglio
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