Csm, la sorpresa dei giudici

Csmf la sorpresa dei giudici I membri togati si attendevano un discorso conciliante Csmf la sorpresa dei giudici II Presidente ha lasciato capire: siete stati un buon Consiglio dell'«emergenza», ma ora l'«emergenza» è finita; occorre tornare alla certezza del diritto -1 magistrati replicano: «Non possiamo limitarci a fare promozioni e trasferimenti» - Nessun applauso all'uscita di Cossiga ROMA — Quel discorso che ha spiazzato 11 Csm, quel discorso sul quale meditava da tempo, Francesco Cossiga' ha cominciato a scriverlo Ieri all'alba, nel silenzio del Quirinale, Dopo due ore 1 fogli, vergati con una calligrafia' fitta, erano pronti per essere copiati a macchina. Il Presidente ha apportato di suo pugno alcune integrazioni in margine, e altre ne ha aggiunte a voce quando alle cinque del pomeriggio ha letto — anzi quasi scandito, ■come a sottolinearne l'energico contenuto — le 14 cartelle dattiloscritte davanti ad un Consiglio che non l'ha mai applaudito e che si attendeva tutt'altro: se non un abbozzo di marcia indietro, almeno un intervento di mediazione che risolvesse con un blando compromesso il conflitto tra poteri. -Accetteremo le scuse e fi-, nlrà a taralluccl e vino-, assicurava un improvvido consigliere di Magistratura indipendente, Un altro della stessa corrente era meno sicuro: • Coloro che frequentano U colle-, cioè il Quirinale, diceva, .ci annunciano un Presidente con la mano tesa: resta da vedere che cosa c'è sulla mano tesa-, E che si attendeva Franco Luberti, consigliere «laico» del pel, in dissenso con 11 suo partito, assai più morbido verso Cossiga? «Non «no retromarcia, ma un po' di recupero. Perché non voglio credere che il Presidente della Repubblica ritenga tassative le indicazioni dell'articolo 105 della Costituzione», cioè la norma che circoscrive l'ambito d'azione del Csm. «Se fosse così vorrebbe dire che tre guarii del nostro lavoro dovrebbe andare al inacero». E Invece ecco Cossiga dire quello che volgarizzando parecchio suona cosi: slete stati un buon Consiglio, ma un Consiglio àelY «emergenza»; l'emergenza è finita, dunque occorre tornare alla certezza del diritto, alla «normalità-, istituzionale, ovvero all'aderenza alla norma. E la norma, mal citata espressamente ma ovvia come riferimento, è l'articolo 105 della Costituzione, che non autorizzerebbe quelle funzióni di «supplenza-, di indirizzo, di esternazione, di paranormatlvltà che questo Csm e il precedente hanno svolto. Anche se Cossiga ha aggiunto a voce una frase assente nel testo scritto, con la quale ventila la possibilità di investire 11 Parlamento affinché modifichi o integri, se lo ritiene, la norma, 11 suo discorso è apparso poco conciliante. Man mano che sotto gli occhiali d'oro del Presi-, dente scorrevano le pagine cresceva nella sala 11 disagio, sguardi Interrogativi si incrociavano da un capo all'altro del tavolo circolare, mormorii perfino irritati si levavano dai banchi dove sedevano alcuni magistrati esterni al Consiglio, e parecchi si accingevano a riformulare interventi scritti nella previsione di un discorso assai più tenue, Il primo intervento che segue, concordato attraverso un giro di cenni d'intesa, conferma che neppure il Csm arretra, che il contrasto rimane, che, se il terreno di scontro è tecnico, il conflitto è politico. Vittorio Mele, a nome di Unita per la Costituzione, la corrente maggioritaria dei magistrati, contesta l'ordine del giorno stabilito da Cossiga parendogli riduttivo discutere «ruolo e attribuzioni del Csm- solo alla luce dell'articolo 105 della Costituzione. Una pronuncia della Corto Costituzionale.-, la legge Istitutiva del Consiglio,, .auto; rizzano un'interpretazione assai più larga, e riconoscono al Csm un «potere di intervento in tutto ciò die serve ad una migliore efficienza e ad una esemplare correttezza della funzione giudiziaria-. Dunque il Consiglio non può non intervenire quando «vengono posti in essere comportamenti diffamatori e in¬ timidatori-, con riferimento alle accuse di Craxi e del psl ad alcuni magistrati di Milano. «Il ruolo del Csm non può esaurirsi nei trasferimenti e nelle promozioni-, fa eco Ennio Fortuna, di Magistratura indipendente. E anche se 11 Csm non può esercitare un sindacato politico, tuttavia deve intervenire di fronte a «interferenze e condizionamenti-. E 11 consigliere Senese, di Magistratura democratica, nota che 11 Csm è stato accusato di «politicizzazione ed esorbitanza dalle proprie attribuzioni- quando è intervenuto nelle vicende relative alla P2, al processo Calvi, ai processi per scandali e tangenti, o per controllare la gestione degli uffici giudiziari. Che sta un conflitto tra poteri, anche se mitigato dalla comune volontà di sdrammatizzare e da deferenze istituzionali, lo confermano I consiglieri di nomina politica: a parte 1 comunisti, sono con Cossiga. Mario Bessone, socialista, è 11 più deciso: 11 Csm non è «un impensabile autogoverno del giudici'., non rappresenta la pretesa «volontà generale del magistrati-, non può farsi legislatore dell'ordine giudiziario, non ha soggettività politica. Cossiga se ne va alle nove e. mezza di sera, mentre ci si, accinge a discutere una mozione del «togati»,1 senza applausi che non cercava, senza i battimani che 11 Csm tributava a Pertlnl, Guido Rampolcli

Luoghi citati: Csm, Milano, Roma