Grandi maestri dell'incisione

Grandi maestri dell'incisione (UNA MOSTRA CON OPERE DAL XV AL XVIII SECOLO) Grandi maestri dell'incisione Si potrebbe dirlo, ormai, l'anno dell'incisione. Alla vigìlia della vendita all'asta della famosa collezione di grafica conservata nel castello di Chatsworth dal duca del Devonshire, si sussurrava che l'£cce Homo di Rembrandt — ultimo esemplare, dei 4 del secondo stato, d'una tiratura complessiva di 17 pezzi noti (prezzo di stima comunicato a richiesta) — fosse stato valutato un miliardo. Nell'asta, battuta da Chrlstle's lo scorso 5 dicembre, raggiunse invece addirittura le 561.600 sterline, pari a un miliardo e 400 milioni. Sia pure merito dello spirito di emulazione che in questi casi spinge la gente anche al di là delle proprie intenzioni, il risultato è di quelli che fanno epoca: la carta s'è come trasformata in oro. Ciò che vale anche per i DUrer, se tanto il Sant'Eustachio quanto II Ca- voliere, la Morte e il Diavolo hanno superato nella stessa occasione il mezzo miliardo di lire. Come si sa oltre al soggetto della stampa, a contare è ogni altro elemento, dalla tiratura, e dal suo stato, alla conservazione. Quello che è ormai certo, è l'impegno anche economico che può impli¬ care una collezione di grafica. Fortunatamente non tutto costa come i Rembrandt, 1 DUrer, e dai Salamon (via Volta 9) l'annuale rassegna di «incisioni di grandi maestri dal XV al XVIII secolo* ha riunito una sessantina di stampe databili dalla fine del '400, con la placca della Vernine col Bambino e Vescovo niellata dell'Aurifaber e poi Impressa, alle arióse; atmosfere dei cieli del Tiepolo. Tra questi limiti (che sono anche di epoche diverse) l'esposizione conta non pochi fogli interessanti, di Callot e di Luca da Leyda, con l'espressivo Cranach e il fantasioso Altdorfer accanto alle luminose tavole canalettiane. Ma vi sono poi capolavori quali i Dl'er della graziosa Madonna con la libellula, d'una palese ispirazione naturalistica, e della Melencolia (nella prima delle sei varianti) con tutta la sua portata allegorica, la rara acquaforte e bulino del Vecchio acconciato all'orientale di Rembrandt già appartenuta al Marlette (considerato il maggior collezionista europeo del '600), e il forte ritratto di Clement de Jonghe, editore e mercante di molte delle stampe dell'artista. Assai vasto e vario il repertorio grafico offerto in questi .stessi giorni dalle, .gallerie «L'Acquaforte» "(via ' Principe Amedeo 25) e «Il Calamo» (via della Rocca 4) con stampe di carattere sacro e profano: dal Callot delle Tensioni di St. Antonio al Goya della Tauromachia, da Corot ad Applan e Fontanesi, nel paesaggio, con qualche moderno, da Bozzetti e Garlazzo; con la Figura di Felice Casorati e le Rose di Armando Donna, le puntesecche di Lino Selvatico e le belle prove dei Rops. an. tira. «Ix>tta tra cavalli selvaggi»

Luoghi citati: Applan