Donatoni: ritratto «cameristico» d'un maestro della nuova musica

Donatori: ritratto «cameristico» d'un maestra della nuova musica Il concerto al Teatro Nuovo per la Camerata Casella Donatori: ritratto «cameristico» d'un maestra della nuova musica TORINO — La Camerata Casella ha concluso la sua stagione d'autunno al Teatro Nuovo, sala Valentino, con un importante «ritratto d'autore»: Franco Donatoni, cioè uno dei più rigorosi, e nello stesso tempo uno del più estrosi, maestri della nuova musica. Ritratto, naturalmente, in formato cameristico, angi, spesso monostrumentale, cosa che può sembrare magari una diminuzione nei confronti d'un maestro dell'orchestra come Donatoni si è dimostrato nei due bellissimi Puppensplele e nella recente opera Atem, Afa non è cosi: la dimensione cameristica non è' un ripiego, bensì una faccia naturale della sua invenzione, un deliberato proposito di' riduzione, si vorrebbe dire, di' restrizione della sua soggezione al materiale. Sarà una supposizione infondata, ma a me sembra che la sfilza di titoli bisillabi in i, che Donatoni sta infilando, indichi, consapevolmente o no, come un senso di strettoia. Nidi, due peggi per ottavino, è stato uno dei lavori veramente belli ascoltati l'altra sera al Teatro Nuovo. Altri titoli del genere sono: Fili, Spiri (con cui il compositore vinse pochi anni or sono il Premio Psacharopulo). Sono generalmente coppie di peggi, dominati — si direbbe — da una specie di ossessione binaria, come nel computer. La serata si è aperta col pezzo di maggiore organico strumentale, il noto Etwas ruhlger im Ausdruck (dall'indicazione di tempo d'uno del Cinque pezzi per pianoforte di Schoenberg), per flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte. Poi gli strumenti ad arco sono scomparsi dall'orieeonte, sostituiti dal vibrafono solo (Omar), arpa sola (Marchesi, clarinetto solo (Clair), ottavino solo (Nidi), infine assembramento di tre strumenti (arpa, clarinetto e ottavino), diretti, come già per il primo pezzo, da Yasltcam Emin Guven. Bravissimi esecutori solistici ti vlbrafonista Maurizio Ben Omar, l'arpista Gabriella Bosto, clarinetto Maurizio Longoni, ottavino e flauto Claudio Montafia. Gli strumenti più tradizionali erano il violino di Elena Stmtonov, il violoncello di Ermanno Franco, il pianoforte di Claudia Garzena. Alla fine anche l'autore è stato vivamente applaudito, m. m.

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