«Università più seria, non più facile» ribadiscono gli studenti di Architettura

« Università più seria, non più facile» ribadiscono gli studenti di Architettura Le polemiche dopo l'occupazione della Facoltà al castello del Valentino « Università più seria, non più facile» ribadiscono gli studenti di Architettura «Nessun ritorno al Sessantotto, vogliamo solo studiare di più e meglio» - Oggi il Consiglio di Facoltà esamina le richieste dell'assemblea - Il preside Matteoli; «La qualità media della preparazione è buona» Soffia 11 vento del Sessan- • totto sulla facoltà di Architettura occupata per 11 secondo giorno dagli studenti? Macché Sessantotto — si sfoga Matteo Robigllo, secondo anno di corso, in una mlni-assembela con altri compagni —. Sìa chiaro a tutti coloro che auspicano o temono un ritorno ai metodi di 15 anni fa: noi non vogliamo un'Università più facile, ma più seria. Non siamo disponibili a barattare la nostra ignoransa con quella del docenti*. Non è stata una decisione facile e senza travagli quella presa lunedi da alcune centinaia del 4 mila iscritti alla Facoltà. Il motivo della protesta potrebbe sembrare tecnico-burocratico: gli studenti del primi anni vorrebbero poter scegliere autonomamente i 10 esami liberi in aggiunta al 18 obbligatori per legge. «Non per privilegiare i più facili — spiega Francine Amsler, quarto anno — ma per sintonizzarli con il piano di studi individuato dallo studente. Si tratta di una questione culturale, non burocratica*. Ma 11 preside della facoltà prof. Matteoli, non"è' d'accordo con le richieste del giovani. 'Non per principio — chiarisce — ma perché me l'impongono la legge dello Stato e lo statuto votato dal consiglio di facoltà. Tutto si può modificare, ma non lo posso fare io. D'altra parte le stesse norme in vigore da noi lo sono anche nelle altre sedi di architettura in-!tttHttì'Non] vorrei che gli studenti peccas- sero di protagonismo*. Si riuscirà a sbloccare il braccio di ferro? Una prima risposta potrebbe venire oggi pomeriggio dal Consiglio di Facoltà. Gli studenti che, ieri, riuniti in gruppi di lavo- ro,'riarmo elaborato' una serie Mi proposte, le sottoporràrinò all'esame dei docenti. Una parte di questi ha già manifestato solidarietà agli autori della protesta, condividendone gli obiettivi. I futuri architetti sembrano uniti. I due principali' gruppi trainanti (1 collettivi" | di sinistra e 1 Cattolici popolari) concordano su scopi e forine di protesta. Ma 6e la battaglia per la liberalizzazione del plani di studio è diventata la colonna portante dell'Insofferenza degli studenti, va aggiunto che vi sono altri validi motivi per alimentarla. «Vorremmo anche sapere — chiedono Alberto Selta e Francine Amsler — perchè alcuni docenti non sono mai puntuali alle lezioni; perché non possiamo disporre di tavoli da disegno; perché il 70 per cento dei laureati viene bocciato agli esami di Stato. Diciamolo francamente: soltanto pochissimi escono preparati*. E citano che oltre 11 70 per cento del laureati si arrangia dedicandosi all'Insegnamento, al commercio e ad altre attività che poco 6l confanno con 11 tipo di laurea. Il prof. Matteoli non è d'accordo su questa analisi: «La qualità media della preparazione è buona. Attenzione al catastrofismo: chi vuole creare la "Repubblica autonoma del Valentino" ha sbagliato indi lizzo e tempi*. Guido J. Paglia

Persone citate: Alberto Selta, Francine Amsler, Matteo Robigllo, Matteoli, Soffia