E nei salotti una foresta di abeti

E nei salotti una foresta di abeti E nei salotti una foresta di abeti Diecimila lire il metro quelli veri, prezzi più alti per quelli finti La città è una foresta invisibile. Migliaia di abeti, scalzando mobili, mobiletti, sedie, scrivanie, si sono fatti largo negli alloggi. Grandi o da tavolo, veri o finti, non importa: l'albero di Natale è un simbolo cui è difficile rinunciare. E i prezzi, per chi si accontenta, non sono neppure troppo alti. In un banco di San Salvario si\ vende a 15 mila lire l'abete di un metro e mezzo; poi, via via che crescono i centimetri, sale il prezzo (50 mila lire per un 4 metri). L'ambulante sorride: «Insomma, siamo sulle 10 mila lire 11 metro». E aggiunge: «Molto dipende dalla "bella presenza": quelli secchi e sgraziati li vendiamo anche a meno». A parità di qualità, le differenze tra banchi e negozi sono minime. In questi ultimi, però, i commercianti hanno il vantaggio di non dover defalcare dall'incasso i danni per furti e atti di vandalismo. Spiegano Teresa e Luigi, che vendono fiori e piante su un marciapiede di corso Dante: «Di notte noi ambulanti siamo costretti a lasciar fuori gli abeti. A volte li rubano, altre va peggio. Qualche sera fa, al nostri, hanno tagliato tutte le punte, e le hanno sparse a terra. Come si fa a vendere un albero senza la punta?». Luigi, stretto nel giubbotto, mani illividite dal freddo: «Hanno voluto farci uno "sfregio". Se 11 avessero portati via sarebbe stato mocndpigmlrpsiT"pc meglio». Teresa e Luigi sono oramai uno dei rarissimi casi di immigrazione. Alternano i discorsi sugli alberi di Natale ai ricordi del loro paese in provincia di Bari: il cielo limpido, l'aria, la gente: «Siamo venuti su 4 mesi fa, ci hanno offerto il lavoro. Tempo 3-4 anni e ci ritorniamo». Tornando agli abeti, scopriamo che nei vivai si risparmia qualcosa. Spiegano in un'azienda alle porte di Torino: «Li vendiamo solo "con zolla". Si possono trapiantare, e con qualche cura il cliente se li ritrova per l'anno dopo. L'abete di un metro e 20 - un metro e 50 costa diecimila lire. Trentamila quello di due metri». C'è anche chi, per introdurre un po' di novità nella tradizione, sceglie il pino-bonsai: dalle 60 mila lire in su. Più esigente ancora il miliardario toscano che si è rivolto a una ditta torinese di importazione di bonsai per avere un vero e proprio «paesaggio» di mini alberi con tanto di valli, torrenti, dirupi, pietraie, e con una foresta di conifere addobbata per il Natale. Spenderà decine di milioni per un'opera di una cinquantina di metri quadri. Eccezioni a parte, c'è anche chi ha scoperto che «finto è bello». Molti, ormai, da qualche anno, optano per gli alberelli in plastica e carta. Nei grandi magazzini se ne trovano da un metro e SO, con l'anima in metallo e gli aghi in carta (bianca, azzurra, rossa, verde) a 60 mila lire. Da un metro e 50, tutti in plastica, a 40 mila lire. Carla ne sta acquistando uno: «Si risparmia perché durano anni, e soprattutto non si vedono morire come gli altri. I trapianti, a me, non sono mai riusciti. Forse perché, almeno cosi mi hanno spiegato, alcuni commercianti disonesti bagnano con acqua bollente le radici per evitare che gli abeti attecchiscano e poter continuare a vendere ad ogni Natale successivo». g, moti.

Luoghi citati: Bari, Torino