Rombo: vado, li ammazzo e torno

Rombo: vado, li ammazzo e torno ARRIVA IN ITALIA IL FILM-FENOMENO CON SYLVESTER STALLONE Rombo: vado, li ammazzo e torno L'eroe pop d'America 1985 è un terrorista solitario nemico dei politici - Gran successo mondiale, milioni di dollari, rambomania, processi - Dibattiti: una rivincita sulla realtà della sconfitta americana in Vietnam, una saga fascista, un'epopea individualista, un fumetto emozionante? - L'attore: «Rambo è una macchina da guerra che non può essere fermata» Arriva alla fine anche in Italia l'Amerlkano, Rambo 2 - La vendetta diretto da George Pan Cosmatos e interpretato du Sylvester Stallone, film-evento, film-fenomeno 1985: costato 27milioni di dollari ne ha già incassati oltre 150, e non basta. Potente come Ercole, forte come Maciste, pettoruto come Vrsus, atletico nella giungla come Tarzan, mirabolante come Superman, esperto d'armi come James Bond, con il torso nudo attraversato da cartuccere e la benda sulla fronte, con l'arco che saetta frecce d'esplosivo, il letale coltello seghettato e il mitragliatore, con i bovini occhi neri e la laconicità del Gigante Cattivo, Stallone ha fatto di un terrorista solitario il nuovo eroe pop d'America. Nel pericolo Fenomeno in due tempi e due film. Il primo Rambofilm. First Blood, tratto da un romamo 1972 di David Morrell, diretto da Ted Kotcheff nel 1982, raccontava la storia d'un disadattato reduce dal Vietnam che, vittima di spressante prepotenza e sopruso da parte della polista d'una cittadina di provincia tra le montagne, scatenava una spettacolare guerra personale contro lo sceriffo e i suoi uomini; la vinceva grasie all'antico addestramento alla guerrìglia, alla forsa e resistensa fisica, alle tecniche di sopravvivensa imparate nel Sudest asiatico; in conclusione si arrendeva consegnandosi non alla polista, ma al colonnello suo ex comandante nel Vietnam, e finiva in un penitenslarlo militare. In questo seguito, Rambo 2, il disadattato John Rambo, «una vera macchina da ;Compattime.nto» di 3.8.anni, italiano di tersa generasione americana («gran bella origine., commenta uno), viene fatto uscire di prigione dal suo solito colonnello e incaricato d'una missione pericolosa: tornare nel Vietnam della sconfitta Usa, scoprire se e dove e come i vietnamiti' tengono i militari americani rimasti loro prigionieri, riportarne la prova fotografica. Rambo va, affronta rischi mortali, attacca, uccide: ma, presto s'accorge d'essere vittima d'una trappola. I politici dalla lingua biforcuta hanno deciso la missione soltanto per placare le famiglie dei soldati dispersi nel Vietnam; in realtà non vogliono che la missione abbia successo né vogliono davvero recuperare i prigionieri. Vicino alla meta, in quella die per lui è una ripetizione del Tradimento dei Politici e dei Generali nel Vietnam, Rambo viene abbandonato nel guai, catturato, torturato atrocemente dai ripugnanti consiglieri sovietici addetti all'eserci^vletnamita. Si li.bsra, ^timpadronisóè .' d'un elicottero carico d'esplosivi e armi sovietiche, bombarda villaggi, mette a fuoco centri abitati, distrugge popolasio- ni inermi, ammassa, fa esplodere, annienta, devasta: dieci anni dopo la sconfitta dell'esercito americano in Vietnanir^vince-da solo .la. guerra perduta, Torna alla base, affrontalo «sporco politico». Dialogo conclusivo col suo colonnello: «Ma allora cosa vuol, Rambo?», «Che il nostro Paese ci ami quanto noi lo amiamo»; «E adesso come vivrai?», «Giorno per giorno». Sempre giorni violenti: Rambo 3 è già in preparasene, non s'è ancora stabilito intorno a quale «ferita americana aperta» si eserciterà, se si svolgerà nell'Iran di Khomeini o nell'Afghanistan occupato dai sovietici, ma è certo che Rambo vincerà, tornerà: «Rambo è una macchina da guerra che non può essere fermata», dice Sylvester Stallone. Se il primo film aveva avuto un buon successo (57 milioni di dollari d'incasso), il secondo ha suscitato una febbrile Rambomania, commerciale e per cosi dire ideologica. Mentre l'esercito americano decorava con Rambo-manifesti i propri centri di reclutamento e il presidente Reagan citava Rambo come un simbolo, sul mercato americano venivano molto venduti: coltelli di Rambo con trentotto centimetri di lama; copie in alluminio dell'arco e frecce con cui Rambo uccide nel film quattordici persone (complessivamente ne ammassa quarantaquattro, sensa contare i massacri collettivi); magliette con Rambo; adesivi per automobili (slogans: «Rambo, la nuovissima arma americana», «Volete un esercito? Assumete Rambo»>; pillole di Rambo-vitamine per rogassi; Rambo'grammi, ossia telegrammi recitati da fattorini di New York somiglianti a Stallone e in Rambo-divisa. L'accusa Niente di nuovo, son capitate le stesse redditisie scemenze con il pacifico E.T. o con l'avventuroso archeologo Indiana Jones, come era accaduto in passato con gli amabili Topolino e Snoopy: ma se il primo Rambo-film aveva lasciato del tutto indifferenti gli analisti della società, le interpretazioni sociologico-poli tico-pslcolog iche americane del successo di Rambo 2 sono state vertiginose. Film di cultura fascista, era l'accusa: esalta l'eroe muscolare contro il politico, la forsa fisica contro la raeionalità, arco e coltello contro lo «sporco computer», la guerra contro il compromesso diplomatico, e fa del patriota più patriottico della Patria il terrorista più antiamericano. Film di riequilibrio storico, era la difesa: Rambo 2 è il tentativo semplice e sentimentale d'i superare la ferita dolente, complessa e profonda dell'unica sconfitta militare americana della Storia recente. «Nel film la sconfitta può trasformarsi in vittoria, la fantasia può prendersi una rivincita sulla realtà», diceva lo scrittore Stanley Karnoio; «Il film non ha nulla a che fare col Vietnam; è impossibile prenderlo sul serio, però è divertente», diceva Josiah Bunting, docente universitario e reduce dal Vietnam. Successo dovuto all'anticomunismo crescente negli Stati Uniti, sostenevano alcuni; successo dovuto a una rossa schematicità violenta molto contemporanea, sostenevano altri; s'infittivano i discorsi prò o contro l'emblema d'individualismo e l'eroismo del fai-da-te. Trionfi Dagli Stati Uniti il successo di Rambo è rìmbalsato nel mondo. Trionfo anche nelle Filippine: in Inghilterra, proteste del British Safety Council contro l'orribile violensa del film; in Medio Oriente,prudente trasfonnasione di Rambo in eroe antigiapponese della seconda guerra mondiale, mediante tagli e alterazioni del dialogo. L'Italia è uno degli ultimi Paesi a vedere adesso il film, ma lo stesso non ha voluto restare indietro. Precipitosamente, al principio di ottobre un settimanale già annunciava in copertina la moda-febbre italiana di Rambo e la nascita di una Rambogeneration italiana. Precipitosamente, sensa aver visto del film altro che un trailer, al principio di dicembre i giudici popolari d'un processo indetto a Bologna dalla Federasione giovanile comunista assolvevano Rambo con la bonarietà esoreistica del «non sei nessuno» e del «fai pena».' per carità, Rambo è un bombinone malcresciuto capace di volere ma non di intendere, è un immaturo affetto da depressione, al massimo gli serve uno stage di riadattamento presso Madre Teresa di Calcutta. Ma bisogna aver visto il film per accorgersi di quanti equivoci Rambo abbia già alimentato, per cogliere una curiosa schisofrenia instauratasi tra film e personaggio. Le atrocità commesse dal protagonista del film risultano infatti odiose oppure ridicole, però intorno al personaggio Rambo è nata una simpatia magari ispirata all'ammirasione per certe caratteristiche dell'Età dell'Io: eccellente forma fisica, fana¬ tismo, autosufficiensa individualista, coraggio solitario, revanscismo, know how, vittimismo, insofferensa delle regole del vivere collettivo e della- ■ democrazia, certezza■f4S* nir. senza dubbi d'aver ragione, sentimentalismo. Se davvero su Rambo vale la pena di discutere, il dibattito può cominciare adesso. Lietta Tocnabuoni ■1. '- : i i£. Stallont- è John Rambo